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Acqua e servizi pubblici: la Consulta smentisce Berlusconi e Monti

Dando quindi torto non solo a Berlusconi che governava all’epoca, ma anche a Monti e ai suoi voraci tecnici che hanno ripreso e ampliato le politiche di svendita dei beni comuni. Di seguito la reazione dei comitati per l’acqua pubblica, visibilmente soddisfatta.
La sentenza di oggi della Corte Costituzionale, adottata sulla base dell’obbligo per il parlamento di rispettare quanto i referendum popolari indicano – e quello di un anno fa fu vinto con il 57% dei voti – istituisce un grosso freno alle misure legislative che, a livello statale e locale, i governi hanno continuato a implementare per vendere ai privati pezzi importantissimi del patrimonio pubblico a partire dai servizi idrici per passare alle municipalizzate. 
Dopo lo stop seppur parziale del Consiglio di Stato alla svendita dell’Acea da parte della giunta Alemanno di Roma ecco finalmente un’altra buona notizia, e di questi tempi ce n’è veramente un gran bisogno!

Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l’articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale il Governo Berlusconi calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l’articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l’articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l’acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.Si scrive acqua, si legge democrazia!

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1 Commento


  • nicola

    ma la societa in house come il 118 in puglia non sara privatizzato allora? grazie

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