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Tav. Lezioni di sociologia dal giornale bolognese di Confindustria

Ultimamente si ha a che fare con lezioni di Filosofia dove meno uno se lo aspetta. E’ quello che è capitato il 10 giugno dalle colonne del “Corriere della Sera Bologna” in un articolo di esaltazione per il cantiere dell’alta velocita (TAV) che interessa la linea Bologna-Firenze.
Efficace appare la risposta del Portavoce del Comitato di via Carracci, combattivo gruppo che si oppone alle angherie di Trenitalia e che raccoglie l’adesione di centinaia di cittadini stanchi dei danni che continua a provocare il cantiere, con alcuni articoli abbiamo raccontato la loro storia dalle pagine di “Contropiano”.
Volontieri pubblichiamo la lettera che Dino Schiavone ha fatto arrivare alla nostra redazione di Bologna e che i giornali locali e cittadini si sono rifiutati di pubblicare.
 

Sono Dino Schiavoni, portavoce del comitato Carracci, scrivo in risposta all’articolo comparso domenica 10 giugno 2012 sul “Corriere della Sera Bologna” dal titolo “Tav, nuova accelerata. Il treno hi-tec apre il tunnel sotto Bologna” a firma di Daniela Corneo. Vorrei rispondere a tutti quei manager che sono capaci di parlare attraverso le colonne dei vari quotidiani senza avere il coraggio di affrontare di persona i problemi da loro creati con coloro i quali questi problemi hanno patito per sette lunghi anni. Ho letto le parole dell’amministratore delegato di Italferr Renato Casale che testualmente dice: “Ci vuole coraggio, la società italiana è invecchiata. Di fronte a opere utili c’è sempre difficoltà a fare ognuno qualche sacrificio”. Bene, io a questo signor Casale che non conosco e che non so quanto sappia della vita da queste parti, vorrei dire che i cittadini di via Carracci quei sacrifici li hanno fatti, li stanno facendo e ancora continueranno a farli, nonostante l’indifferenza dei vertici di Ferrovie dello Stato e delle istituzioni. E li continuano a fare convivendo con la più totale disinformazione e sperimentando quanto anche i danni più evidenti a persone o cose siano stati puntualmente negati nel corso di questi anni. Danni di una evidenza tale che solo gente in malafede può negare con la complicità di leggi italiane e di un sistema che consente loro di prolungare delle azioni legali anche di decine di anni, come accaduto ad esempio all’architetto Mario Cucinella che solo per capire quale sarà il tribunale chiamato a dirimere il contenzioso con le Ferrovie, sarà costretto ad attendere il 12 marzo del 2019. Per non parlare dei ritardi clamorosi di questa opera che doveva essere conclusa a fine 2008 e che sarà a regime (si spera) solamente a fine 2012 con un’impennata dei costi di oltre 800 milioni di euro. Ottocento milioni di euro. E come porsi di fronte all’arroganza di chi chiamato a ricoprire ruoli di responsabilità all’interno di Rete Ferroviaria Italiana, ai commercianti della zona è arrivato a dire che avrebbero dovuto valutare e accettare il rischio di impresa derivato dalla vicinanza con un cantiere di quella portata; rischio che guarda caso loro però sicuramente non hanno mai corso, perché tanto a pagare sono stati sempre e comunque i cittadini. Con le loro tasse e non solo. In fondo sarebbe stato sufficiente stare più vicino ai cittadini, informandoli meglio e scusandosi ogni qualvolta sono stati commessi degli errori. Più in generale sarebbe bastato assumersi le responsabilità delle proprie azioni senza costringere i cittadini a consegnarsi a nugoli di famelici avvocati per cercare di vedersi riconosciuti diritti altrimenti non rispettati. Pertanto invito questo signor Casale a un confronto pubblico, magari in compagnia del signor Mauro Moretti che se non ricordo male dovrebbe conoscere bene via Carracci per i suoi trascorsi lavorativi. Magari potrebbe essere l’occasione per scambiare due chiacchiere con quelli che proprio lo stesso Moretti definì a suo tempo “i quattro fessi” di via Carracci. Mi chiedo se per diventare Amministratori Delegati di societa’ di tale importanza sia necessario dire tali sciocchezze.Ritengo inoltre che dovrebbero essere gli amministratori locali(che spero conoscano nei minimi dettagli i sacrifici dei cittadini di via De’ Carracci e zone limitrofe)a rispondere allle falsita’ di tali personaggi.Per quale motivo non lo fanno?Non leggono forse i giornali?

Cordiali saluti,
Dino Schiavoni (
Portavoce comitato Carracci, Bologna)

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