Menu

Palermo: le Agende Rosse contro i giovani del Pdl. Contestato Fini

Soprattutto la rabbia e la contestazione di una parte dei presenti si sono scatenate contro la presenza alla cerimonia dei giovani del Pdl – la Giovine Italia – e il presidente della Camera Gianfranco Fini, al momento del suo arrivo in via D’Amelio, voltandogli le spalle ed esibendo l’agenda rossa. “Al nostro arrivo in via D’Amelio, al termine della fiaccolata siamo stati insultati e quasi aggrediti dal Movimento delle Agende Rosse. Siamo stati cacciati via, non era mai successo in questi anni” si lamenta in un comunicato Mauro La Mantia, Presidente regionale di Giovane Italia in Sicilia. I giovani del Pdl hanno anche tenuto ieri una conferenza stampa “per denunciare quanto successo”. “La violenza verbale e la prepotenza mostrata dal Movimento delle Agende Rosse rappresenta una ferita indelebile per Palermo e l’oltraggio alla memoria di Paolo Borsellino nel ventesimo anniversario del suo assassinio” dice ancora La Mantia. Ma evidentemente a pensare che fosse la presenza dei giovani del Pdl e dei suoi leader politici a costituire un oltraggio erano gli attivisti dei movimenti palermitani.

Alle 16,50, quando il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ha appena finito di leggere la sua lettera a Paolo Borsellino giurandogli che “se i segreti di oggi tra un anno saranno ancora tali mi vergognerò da cittadino “, una voce si rivolge agli attivisti del movimento delle agende rosse e dice “Girate le spalle all’albero”. L’albero in Via d’Amelio attorno al quale si celebra il giudice saltato in aria con la sua scorta alle 16.58 del 19 luglio del 1992. Centinaia di persone, contemporaneamente, hanno alzato in aria l’agenda rossa e hanno voltato le spalle al palco delle autorità. Autorità rappresentate dal presidente della Camera Gianfranco Fini, giunto però a Palermo a titolo personale, e non come terza carica dello Stato. Di fronte alla silenziosa contestazione il leader futurista ha abbozzato un poco convincente “non sono venuto a Palermo per ricevere consensi”.

Sulle magliette rosse di tanti ragazzi arrivati da tutta la Sicilia e anche dal resto dell’Italia campeggiava la scritta «No corone di Stato per stragi di Stato». 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *