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Il cappio al collo

Il Governo ieri ha posto la fiducia in Senato su un maxi-emendamento che comprende i decreti sulla spending review e quello sulla dismissione del patrimonio pubblico. Questa mattina sarà la volta delle dichiarazioni di voto sulla “fiducia lampo” (la prima chiama è alle 10,20). Una volta ottenuto dal Senato il semaforo verde, il provvedimento passerà alla Camera per la seconda lettura.

La riorganizzazione della pubblica aministrazione prevista con il provvedimento sulla spending review, è stata al centro dell’incontro del ministro Patroni Griffi, con i sindacati .”Al 31 ottobre – ha detto il ministro – sapremo quanti saranno gli esuberi”. Secondo la relazione al Disegno di Legge sulla spending review, per le amministrazioni centrali sono 11mila i dipendenti a rischio (24mila è la platea potenziale di esuberi nelle amministrazioni centrali e locali per effetto della stretta sul pubblico impiego).
Durante l’incontro con i sindacati a palazzo Vidoni, Patroni Griffi ha confermato che non ci saranno interventi sulle tredicesime degli statali. “Non sono in grado di escludere o no i licenziamenti”. Intanto si registrano divisioni sul fronte sindacale sullo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego contro le misure previste dalla spending review. La Cgil e la Uil hanno confermato lo sciopero generale dei lavoratori della Pubblica amministrazione, degli Enti locali e della Sanità per il 28 settembre contro i tagli previsti dalla spending review mentre la Cisl ha dichiarato di non aderire, convinta di poter avviare un’azione negoziale con il Governo.
La Usb ha manifestato soto le finestre del ministero sia il 25 scorso (bloccando anche la centralissima Corso Vittorio) e nuovamente nella giornata di ieri in occasione dell’incontro al ministero.

Sull’attuazione del decreto che taglierà spesa sociale e posti di lavoro, pesa il cappio al collo della Bce, infatti,intervenendo a Londra Draghi ha affermato che la Bce non si sostituirà ai Governi nell’acquisto dei titoli di stato che non si riescono a piazzare sui mercati finanziari, avendo questi assegnato la possibilità al fondo salva-Stati Efsf (e poi all’Esm) di intervenire sui mercati dei titoli di Stato, il cosiddetto meccanismo anti-spread. La Bce si aspetta che questo avvenga prima di impegnarsi nuovamente perchè, secondo Draghi, non appena la Bce ha cominciato a comprare titoli italiani, stabilizzando lo spread, il Governo italiano aveva sospeso ogni terapia shock. In sostanza, nessun intervento della Bce se prima non scorrono fiumi di lacrime e di sangue

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