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Grillo davanti all’Agcom. Il contrappasso del populismo

Naturalmente, non poteva che avvenire sullo stesso terreno su cui Grillo aveva costruito il suo potere e la sua retorica: trasparenza, onestà, legalità, e banalità collaterali. Iuxta propria principia, insomma. Cosa c’è di più definitivo che non l’andar contro i princìpi che si sbandierano in pubblico?
Per quanto riguarda la notizia lasciamo volentieri la parola al breve pezzo che Lettera 43 dedica alla vicenda:

Una frattura. E un problema di «rapporti» con lo staff, che caccia attivisti ed eletti in un modo che anche la consigliera comunale Federica Salsi, pur riconoscendo a Grillo il ruolo di garante, ha giudicato «violento e un po’ brutale». Un caos che è nato dall’amarezza per le tante espulsioni in regione, da quella di Valentino Tavolazzi all’ultima, quella di Filippo Boriani, colpevole di avere già due mandati alle spalle.
GRILLO DAVANTI ALL’AGCOM.
Espulsioni che hanno toccato tutte le province bolognesi, e che hanno convinto una parte degli epurati a creare una rete online di ribelli, il Movimento Revolution, che ha deciso addirittura di portare Grillo e Casaleggio davanti all’Agcom. L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha aperto un fascicolo sul M5s, per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente. Secondo l’esposto il non-partito del blogger genovese, in realtà sarebbe una società di e-commerce (la Casaleggio Associati) e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore.
In sostanza dietro ci sarebbe né più né meno di un’azienda che ricava un introito attraverso il blog e la vendita di vari prodotti, con tanto di padrone: Casaleggio. «Il blog Beppegrillo.it non può ritenersi un partito» è scritto nella segnalazione arrivata a Roma «non avendo una struttura gerarchica, e non può ritenersi un movimento politico avendo un proprietario». Il portavoce degli scontenti è Gaetano Vilnò, ex grillino parmense espulso nel 2009, che ha scritto anche una lettera al presidente della Repubblica.

Concentriamoci invece sul merito politico. Che si possa creare un movimento politico contando su una struttura commerciale non è impossibile. L’aveva già fatto Berlusconi, trasformando Publitalia in Forza Italia, trasferendo di peso le leggi del marketing nella comunicazione politica. Ma Berlusconi, populisticamente anche lui, sfruttava un vuoto politico per proporre una via di salvezza fondata sulla competenza imprenditoriale (un vecchio refrain liberale-anglosassone, impugnato in questi giorni anche da Mitt Romney nella corsa presidenziale Usa); non si proponeva come un “libero da peccati” che potesse catarticamente rovesciare il costume degli italiani e quindi anche la politica.
Grillo lo ha preteso. Ma fare politica tramite una società dai contorni quantomeno inafferrabili (ricordiamo fior di troupe televisive respinte sulla porta, alla faccia della trasparenza) è un tantinello in contraddizione con l’ideale programmatico decantato negli spettacoli-comizio. E quindi il fianco è sempre stato bello scoperto su questo fronte.
Non ci stupiamo che degli “epurati” abbiano dunque impugnato lo spadone e stiano provando ad affrontare il colpo. Mediaticamente avranno tutto lo spazio che vogliono. Tantopiù che a questo punto – a meno di improbabili salti carpiati – non dovrebbero cercare di creare un altro movimento elettorale.
Diciamo la verità: non ci scandalizziamo se un partito politico caccia qualcuno, sia esso un singolo o una corrente. Fa parte della dialettica politica normale, dello scontro tra idee e interessi che si coagulano in una formazione politica. Ma sappiamo anche che questa eventualità che si verificherà certamente, sul medio periodo di qualsiasi “partito” o movimento, va regolata attraverso un sistema di regole che garantisca la coerenza tra gli obiettivi e gli ideali perseguiti e l’atto dell’espulsione-frattura-scissione.
Il “capriccio del capo”, insomma, confligge apertamente con le finalità – siano esse democratiche o rivoluzionarie – di qualsiasi organizzazione di massa. A meno di non teorizzare un führer…
Le contraddizioni tra ideologia (o retorica) e comportamenti pratici erano insomma palesi. Ora vengono messe nel campo politico. Da qui a marzo c’è tempo per farle macerare.
I filo-montiani del Pd o di altri partiti parlamentari si fregano le mani e aumenteranno la pressione. Ma lo scontento popolare, dalla Sicilia alla Sardegna e magari anche sul “continente” va montando lo stesso. Riusciremo a far qualcosa di meglio di Grillo? Non sembra impossibile, basta non coltivare illusioni su una presunta “sinistra” di cui non si sanno identificare bene i confini e le strategie.

Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al MoVimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo. Non discutono mai nel merito (ad esempio del Programma del M5S), insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere. E dopo? Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.da BeppeGrilloBlog

p.s. La reazione di Grillo sul suo blog non è annoverabile tra le sue uscite migliori. Una parafrasi da 1984 di Orwell, un tono plumbeo e un eccesso di drammatizzazione. manco fosse Ganhi redivivo.
L’unica precisazione, a cui è stato in qualche modo non costretto, non appare comunque risolutiva, almeno sul piano “politico”: «Contrariamente a quanto riportano oggi i giornali il simbolo del MoVimento 5 Stelle è registrato a mio nome e non della Casaleggio associati». Bon, si tratta di un movimento di proprietà sua e non di una società che lo gestisce insieme a lui. Cambia qualcosa?
Come si dice qualche riga sopra: non sembra impossibile far meglio, ma con un movimento di persone fisiche, regole semplici e rispettate, obiettivi sociali non retorici, ecc. Insomma, con un pizzico di sana lotta, invece che con i soli messaggi senza feedback.

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2 Commenti


  • MaxVinella

    Credo anch’io che sia possibile far meglio, ma perchè fino ad ora non lo abbiamo fatto : parlo della sinistra radicale !

    Divisi, litigiosi e innamorati della vocazione minoritarista, abbiamo lasciato spazio politico, immense praterie, al Movimento 5 stelle, permettendo a Beppe Grillo di monopolizzare il dissenso e canalizzare il crescente malcontento generale verso una sponda populista, ma non antisistema !

    Alle prossime elezioni Grillo andrà sicuramente in doppia cifra e provocheràuna destabilizzazione dell’attuale quadro politico : vedremo poi in che misura e con quali esiti.


  • Mathia

    Sinistra, finchè ti allei coi vari Berlusconi, Mastella, Casini e mangi pane e soldi degli italiali in loro compagnia non sorprenditi se sei deceduta. Al massimo vergognati di quel che hai fatto.

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