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Affile: scrivono ‘no al fascismo’ sul sacrario a Graziani, denunciati tre giovani

Nel piccolo comune di Affile (in provincia di Roma) i carabinieri hanno denunciato a piede libero per il reato di danneggiamento aggravato 3 giovani di Subiaco che durante la notte del 12 settembre avevano tracciato delle scritte antifasciste con la vernice spray sul monumento recentemente dedicato dall’amministrazione comunale al gerarca mussoliniano e criminale di guerra Rodolfo Graziani. Sul piccolo – e orrido – mausoleo i giovani hanno scritto: “No al fascismo, libertà”, “Vile onore e patria assassina”, “Né spazio, né luoghi per un massacratore”, “Chiamate eroe un assassino”, “Per i tuoi massacri compiuti, un monumento per le tue vittime”.

I militari sono riusciti in brevissimo tempo a risalire agli autori del gesto visto che i tre sono rimasti nei pressi del ‘monumento’ dopo avervi tracciato le scritte. Una volta fermati dai Carabinieri gli autori dell’iniziativa hanno ammesso hanno ammesso le proprie responsabilità. 

Aveva provocato sdegno e polemiche l’inaugurazione lo scorso 11 agosto, da parte del sindaco di Affile, del sacrario dedicato ad uno dei personaggi più compromessi con la dittatura di Benito Mussolini, autore di crimini di guerra in Libia e nel corno d’Africa nel corso delle guerre coloniali in cui si imbarcò l’italietta fascista. A dir la verità, polemiche soprattutto all’estero, visto che in questo paese sembra che l’antifascismo sia stato chiuso nei cassetti utile solo per essere riutilizzato nelle campagne elettorali e durante le celebrazioni ufficiali. 

Come è possibile che al ministro della Guerra della Repubblica di Salò, noto per aver ordinato l’uso dei gas asfissianti contro i libici e gli etiopi e per aver firmato il Manifesto della razza che metteva al bando gli ebrei possa essere dedicato un monumento pubblico? I tre giovani denunciati hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare i cittadini del comune, oltre a qualche leader politico antifascista a giorni alterni. Il sindaco di Affile andrebbe denunciato immediatamente per apologia di fascismo. In un paese ‘normale’, ovviamente…

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