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Note stonate a l’Aquila


Vedere Napolitano, Benigni, l’archistar Renzo Piano inaugurare l’Auditorium a L’Aquila ancora ridotta in macerie, merita alcune sottolineature.

Il nuovo Auditorium del Parco della Città de L’Aquila, è stato inaugurato ieri dall’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado. La struttura, progettata da Renzo Piano e costituita da tre cubi di “abete rosso di risonanza” del Trentino, materiale che ha ottime qualità acustiche e antisismiche, è una donazione della Provincia Autonoma di Trento.
L’idea di un auditorium provvisorio, in attesa che venisse restaurato il Castello cinquecentesco spagnolo che ospitava al suo interno l’attività sinfonica della Società Barattelli, è venuta a Claudio Abbado, in occasione di un concerto tenuto a L’Aquila subito dopo il terremoto del 2009, per non interrompere la passione degli aquilani di ascoltare musica classica, coinvolgendo l’architetto Renzo Piano per la realizzazione di uno spazio dedicato alla musica nel centro della città.

Lodevole idea quella di voler ricreare uno spazio di incontro, destinato alla cultura, che permetta di recuperare una socialità, distrutta prima dal terremoto e poi di certo non favorita dalla politica berlusconiana delle New Town, quel tristemente famoso progetto C.A.S.E. la cui costruzione ha assorbito molto dei fondi stanziati per la ricostruzione (costo 2.700 € al mq contro i normali 1.000/1.200 previsti per una costruzione antisismica) e ha creato dei ghetti, privi di servizi, in cui sono stati relegati 16.000 cittadini su una popolazione di circa 53.000 abitanti; gli altri, la maggioranza, hanno dovuto cercarsi un’autonoma sistemazione in affitto, la cui quota di rimborso è ferma a giugno 2012, non si sa se per intoppi burocratici o, peggio ancora, per possibile sospensione di tale contributo.

Dicevamo lodevole l’intento di ritrovare riferimenti urbani e sociali perduti, anche se stride fortemente con la realtà di un centro cittadino ancora totalmente distrutto; motivo per cui sono comprensibili le perplessità e le critiche di tanti aquilani che si chiedono quando inizierà davvero la ricostruzione pesante; quando si sbloccheranno finalmente i 2,5 miliardi di euro stanziati dal decreto legge 39/2009, visto che saranno disponibili nei prossimi giorni solo 250 milioni per la ricostruzione degli edifici privati e altri 103 milioni da erogarsi tramite la Cassa depositi e prestiti per il finanziamento di nuove richieste di ristrutturazione edilizia.

Stanchi dei continui rimpalli di responsabilità, prima tra il Commissario per la Ricostruzione Chiodi, Governatore PDL della Regione Abruzzo, e il Sindaco Cialente PD e ora tra il Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca con delega al coordinamento degli interventi per la ricostruzione e l’ormai ex Commissario Chiodi, gli aquilani non ne possono più di tanta incapacità e inerzia e vorrebbero vedere iniziare la ricostruzione del loro centro storico come era prima, luogo di aggregazione sociale, vissuto dalla popolazione residente e non come si tema possa divenire, parco archeologico e attrazione turistica o business center, grazie al cambiamento di destinazione d’uso, affollato di giorno e morto di notte.

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