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Ravenna: se anche il PRC difende la CMC…

Avevamo già segnalato la virulenta – e scontata – presa di posizione del PD locale e nazionale contro la manifestazione che sabato ha portato a Ravenna il no dei No Tav, dei No dal Molin e di altre vertenze territoriali contro il ruolo centrale svolto dalla Cmc nelle devastanti e costosissime grandi opere. E avevamo segnalato anche la presa di posizione assai critica dell’Anpi locale e del suo presidente contro la manifestazione contro la “multinazionale che devasta”.

Una strumentalizzazione indebita per un’associazione che dovrebbe occuparsi di antifascismo e recupero della memoria storica, ma che anche in altre occasioni ed in altre regioni – Piemonte in primis – si era già impropriamente schierata contro i No Tav e le loro iniziative. Non a caso abbiamo ricordato che la cosiddetta ‘cooperativa’ rossa non è più da tempo una cooperativa – ma una multinazionale con quasi diecimila dipendenti con attività in tutto il pianeta – e neanche tanto rossa, visti i legami a doppio filo col Partito Democratico e non solo. E non è un segreto che l’associazione partigiani, in alcuni territori, sia controllata strettamente dal partito di Bersani e di Renzi.

Le dimensioni della preponderante presenza economica – e quindi anche politica -della CMC a Ravenna spiega anche perché sabato al corteo ci fossero poche decine di cittadini del capoluogo dove pure la multinazionale del cemento ha la sua sede storica. Contro l’azienda che gestisce appalti miliardari in Val Susa, e in giro per l’Italia, a Ravenna sono andati a manifestare addirittura dalla Sicilia e dalla Sardegna, oltre che da Milano, Bologna, Vicenza ecc. Ma di cittadini locali a protestare davanti alla sede della CMC se ne sono visti ben pochi.

Anche perché neanche la federazione provinciale di Rifondazione Comunista, pur ribadendo “la propria contrarietà al progetto della TAV che coinvolge particolarmente la Val di Susa”, ha deciso di non aderire alla manifestazione. Ufficialmente perché “il P.R.C di Ravenna non è stato direttamente coinvolto né nell’organizzazione, tantomeno nella costruzione della piattaforma che accompagna questa manifestazione”. Un problema di metodo quindi? Ad un certo punto il comunicato di dissociazione del PRC di Ravenna cita la reale ragione della presa di distanza: “In particolare non ci convince il fatto che questa manifestazione si stia identificando in una manifestazione principalmente contro la CMC. Riteniamo che la responsabilità di questo progetto sia da imputare ai governi che hanno approvato la TAV nel nostro paese, il governo Berlusconi prima, e il governo Monti e la sua maggioranza ora, e non chi si aggiudica l’appalto. Questo impedisce al P.R.C. di Ravenna di aderire organicamente alla manifestazione del 13”. E poi, in conclusione, una frecciata che ricorda i tentativi di alcuni media di dividere il movimento No Tav in buoni e cattivi, schematizzazione che chi ha seguito da vicino la ventennale mobilitazione dei valsusini sa essere strumentale alla repressione e non veritiera: “Ci auguriamo ovviamente, che la manifestazione sia libera e pacifica, e che chiunque decida di partecipare possa farlo senza alcuna preoccupazione”.

A leggere il breve ma significativo comunicato del Prc locale tornano alla mente le motivazioni – fatte le dovute differenze, ovviamente – che per decenni hanno caratterizzato l’omertosa difesa dell’Ilva di Taranto da parte di sindacati e forze politiche di sinistra, finché la magistratura non ha interrotto l’idillio suicida tra azienda e città. Oppure le inopportune giustificazione che da sempre portano i sindacati confederali – e alcune forze politiche – a difendere le industrie impegnate nella produzione di armi in nome della difesa del lavoro. Rinunciando a qualsiasi tentativo di immaginare – e costruire – un’alternativa occupazionale a multinazionali o grandi aziende che basano i propri profitti sulla morte in un caso o sulla devastazione ambientale nell’altro.

Sarebbe stato opportuno che la sinistra ravennate avesse marciato in testa al corteo di sabato, sfidando coraggiosamente un clima di omertà che è comprensibile – la Cmc e la stessa possibilità di lavorare, in quella città, sono in molti casi sinonimi – ma non giustificabile. E miope.

“Noi non siamo solo contro la Cmc. Siamo contro un modello economico che divora il territorio e riempie tutto di cemento e grandi opere” aveva spiegato ad alcuni giornalisti sabato in piazza l’attivista torinese Massimo Bonato – Perché questa manifestazione? Perché non ci si può più riparare dietro la scusa del lavoro. Qualsiasi flusso di denaro, anche il più sporco, genera lavoro. Poi però bisogna vederne gli effetti. Cmc è entrata in appalti dannosi per l’ambiente e le persone. In Val di Susa c’è un’intera comunità che non li vuole”.

Come ricordano da tempo i valsusini quando manifestano davanti alle imprese locali impegnate nei lavori della Torino Lione, “c’è lavoro e lavoro”…

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Partito della Rifondazione Comunista: “No alla TAV ma non aderiamo alla manifestazione contro CMC”

“Il partito della Rifondazione Comunista della Federazione di Ravenna, ribadisce la propria contrarietà al progetto della TAV che coinvolge particolarmente la Val di Susa.
Riteniamo che quel progetto sia inutile e distruttivo per il nostro paese e che quelle risorse potrebbero essere investite per rafforzare la linea ferroviaria nazionale e del trasporto pubblico nel nostro paese, che risaltno insufficienti ed obsoleti.
Basti pensare alle condizioni in cui versano i pendolari nel nostro paese.
Siamo quindi solidali con tutti coloro che manifestano pacificamente la loro contrarietà a progetti come questi.
Rispetto al metodo con cui la manifestazione è stata organizzata e proposta nella nostra città, dobbiamo rilevare che il P.R.C di Ravenna non è stato direttamente coinvolto né nell’organizzazione, tantomeno nella costruzione della piattaforma che accompagna questa manifestazione dagli stessi promotori.
In particolare non ci convince il fatto che questa manifestazione si stia identificando in una manifestazione principalmente contro la C.M.C
Riteniamo che la responsabilità di questo progetto sia da imputare ai governi che hanno approvato la TAV nel nostro paese, il governo Berlusconi prima, e il govcerno Monti e la sua maggioranza ora, e non chi si aggiudica l’appalto.
Questo impedisce al P.R.C. di Ravenna di aderire organicamente alla manifestazione del 13.
Detto questo però non vogliamo esimerci dal fare un ennesimo appello alla direzione della C.M.C di Ravenna perché riaccquisti quella etica che noi riteniamo fondamentale per la cooperazione e il suo mondo. Oggi non è più sufficiente dire che si partecipa agli appalti stando alle regole, se queste regole prevedono la distruzione e la depauperazione del nostro territorio.
La C.M.C resta per il nostro paese una azienda fondamentale sul piano economico e dell’occupazione, ma vorremmo che lo diventasse anche sul piano etico, e sociale, recuperando i valori storici, e fondanti della cooperazione.
Chiederemo nei prossimi giorni un incontro con la dirigenza della C.M.C per comiciare in questa città una discussione che riguardi: la Cooperazione e il rapporto con i lavoratori, e la Cooperazione e l’etica sociale , della quale deve essere portatrice.
Ci auguriamo ovviamente, che la manifestazione sia libera e pacifica, e che chiunque decida di partecipare possa farlo senza alcuna preoccupazione”.


Iuri Farabegoli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Ravenna ha poi dichiarato:

“Leggo su alcuni quotidiani il tentativo di accumunare le posizioni di Rifondazione Comunista a quelle del PD in merito alla manifestazione di sabato contro la CMC svoltasi a Ravenna.
Nulla di più falso. Rifondazione Comunista è contro la TAV senza se e senza ma e per questo abbiamo partecipato con le nostre bandiere alla manifestazione. La nostra non adesione organica è stata determinata dal voluto e settario mancato coinvolgimento del P.R.C. né nell’organizzazione, né nella piattaforma che ha accompagnato la manifestazione.
Dire che solidarizziamo con la CMC è quindi una menzogna, tanto più che abbiamo scritto chiaramente “ Non è più sufficiente oggi dire che si rispetta le leggi, se queste prevedono la distruzione del territorio”.
Quindi, Rifondazione Comunista è contro la TAV e non solidarizza con la CMC.”

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