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Un Nobel improprio


Viene da pensare che qualche funzionario di Bruxelles abbia brigato per far arrivare alla UE un premio cosi immeritato e lontano dalla realtà. Più probabilmente la fondazione Nobel non ha bisogno di spinte per dare riconoscimenti agli amici.

La vergognosa assegnazione del Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, si presenta come un’operazione di sostegno mediatico e politico  in un momento di crisi di legittimità per questa istituzione. La Unione Europea viene ormai percepita dai lavoratori,dai disoccupati, dai migranti , de tutti coloro che subiscono il vivere precario, come l’organo di governo della borghesia europea che per imporre le attuali e distruttive politiche economiche, finanziarie e monetarie si sta consolidando e strutturando anche a livello politico e per fa ciò usa senza ritegno le mille forme del massacro sociale.
In Grecia, Italia, Spagna e Portogallo proseguono con intensità diverse le  proteste  contro i tagli ai salari, allo Stato sociale, per la crescente de socializzazione e   precarizzazione. E proprio mentre il Governo della Troika viene contestato dai suoi cittadini  perché oltre ad impoverirli restringe gli spazi di democrazia e di sovranità nazionale, la Fondazione Nobel decide di assegnare il Nobel per la Pace e per i diritti umani all’Unione Europea. Anche questo Nobel per la Pace e i diritti umani, appare ancora più  strumentale se viene messa in relazione con le repressioni delle manifestazioni, con il restringimento delle libertà sindacali e lo svuotamento della rappresentanza politica e la politica guerrafondaia mascherata con le “missioni di pace”.
La Rete dei Comunisti da oltre dieci anni, attraverso libri, convegni internazionali, campagne nazionali, ha posto l’accento sulle motivazioni e le modalità di costruzione del polo imperialista europeo, a differenza di quasi tutta la sinistra italiana e continentale, comprese la maggior parte delle forze sedicenti comuniste, che  ne riconoscono la legittimità collaborando alla decisioni politiche ed economiche e militari sperando in una impossibile costruzione di una Europa “sociale” compatibile con una assurda e inconcepibile concezione di un capitalismo moderato e riformato. Gli interessi prevalenti e predominanti sono quelli della borghesia “europeista” della Germania in alleanza con le borghesie del nord-europa , e in collaborazione dei tanti  “tecnici”  di sistema alla Monti;interessi di classe, quindi, delineati e imposti già dagli accordi di Maastricht,  che sono oggi in forte accelerazione per cercare di mantenere sempre più forti i poteri economico-finanziari, costruendo anche il necessario ruolo  politico-militare primario nella competizione globale.
Per questo, l’assegnazione del Premio Nobel, somiglia sempre più  a una foglia di fico che fatica a coprire le vergogne del polo imperialista europeo che basa il suo sviluppo su una vera e propria guerra sociale all’interno dei suoi confini ed una guerra di rapina nei confronti delle aree di sua influenza, come sanno bene lavoratori dell’Europa dell’Est e del Nord Africa.
Già nel 2009 la Fondazione Nobel assegnò il Premio Nobel per la Pace ad un Obama fresco di nomina, nonostante  gli USA fossero fortemente e costantemente impegnati in diverse spedizioni militari e guerre di aggressione “umanitaria” che, dall’Iraq all’Afganistan hanno annichilito centinaia di migliaia di vite.  Anche Il Premio Nobel ad Obama coincise con un operazione di restyling, in quel caso della deteriorata immagine dell’imperialismo statunitense in piena crisi di egemonia . Il Nobel servì a rafforzare nell’opinione pubblica internazionale, l’immagine ingannevole della nuova dottrina USA basata sul soft-power,  ma che nella realtà vedeva e vede l’amministrazione Obama protagonista nei golpe in Honduras e Paraguay, nei tentativi di destabilizzazione dei paesi dell’ALBA,  Venezuela e Bolivia in primo luogo,  a cui si aggiungono l’embargo contro il popolo cubano e la vigliacca carcerazione dei  5 eroi cubani, segno della vera faccia del potere imperialista, aggressivo e repressivo.
Solo un operazione di propaganda può assegnare il Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, che con i suoi paesi è parte integrante della NATO, che ha  partecipato in prima fila alle spedizioni neocoloniali contro l’Iraq, l’Afganistan e più recentemente alla guerra contro la Libia e alle aggressioni  contro la Siria. Solo un organismo servile può assegnare un riconoscimento intitolato alla pace, all’UE che insieme agli USA condivide l’embargo a Cuba, all’Iran e sostiene Israele militarmente e finanziariamente .
Noi antimperialisti insieme ai popoli dei Balcani non  possiamo  dimenticare che un passaggio fondamentale per la  costituzione dell’UE è stata la guerra contro la Jugoslavia. La stessa motivazione per l’assegnazione del Nobel, riconosce l’importanza dell’ingresso della Slovenia e della Croazia nell’UE, ma volutamente dimentica che questo è avvenuto portando la guerra civile e bombardando le città della Jugoslavia,i suoi inoffensivi cittadini, che doveva essere eliminata per favorire l’espansione del polo imperialista europeo. Una guerra di conquista ,per i passaggi e i corridoi mercantili, di braccia da sfruttare con misere paghe,  di conquista di aree strategiche e di strutture produttive. Questo in Jugoslavia è stato ottenuto con la guerra, nei restanti paesi dell’est sono state le rivoluzioni di velluto che hanno portato i banchieri e gli industriali, le mafie, dell’Ovest  alla spoliazione di diritti e delle ricchezze le popolazioni dei paesi ex socialisti.
Con la guerra guerreggiata o strangolando le economie dei paesi è così che l’Imperialismo Europeo si sta facendo strada, in questo senso l’assegnazione del Premio Nobel all’UE riporta la mente la frase di Tacito : hanno fatto il deserto e l’hanno chiamato pace (Desertum fecerunt et pacem appellaverunt).
La storia dei Premi Nobel per la pace vede uomini e donne che hanno indubbiamente dato un reale e onesto contributo per la pace e lo sviluppo della relazioni tra i popoli  come Martin Luther King, Adolfo Perez Esquivel, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Yasser Arafat e Rigoberta Menchu . Nomine che servono a dare lustro ad un premio, che altrimenti sarebbe una galleria di orrori o discutibili riconoscimenti. Non per nulla questo premio nasce dalla figura controversa di un uomo che fu al tempo stesso l’inventore della dinamite e pacifista. Un Premio che viene assegnato da uno dei migliori salotti della borghesia europea,  la Fondazione Nobel appunto.
Nella galleria dei vincitori  infatti vengono accosti alla pace  oltre a Obama e all’UE, Kissinger, Sadat, Rabin, le forze di “pace dell’ONU” (!?), personaggi  e organismi gravemente responsabili nei confronti del proprio popolo come Gorbaciov e intellettuali  reazionari come Solgenitsin .
E’ evidente che l’assegnazione dei  premi Nobel per la Pace, prescinde dalla realtà ed è molto lontana dal senso etico e della giustizia sociale, così come l’avvertono i popoli.
Se si trattasse realmente un Premio per la Pace  si dovrebbe riconoscere che nessun popolo del mondo ha smesso di subire la violenta ingerenza dell’imperialismo USA e dell’UE. Gli imperialisti in questi ultimi decenni, sono divenuti ancora più aggressivi complice la competizione tra le aree valutarie resa più forte dalla crisi economica.
Nel contesto della crisi sistemica del modo di produzione capitalista, l’Unione Europea costruita sul modello di export tedesco, ha declassato economicamente, produttivamente e socialmente i paesi europei dell’ area mediterranea, e colpito duramente le condizioni di vita delle classi lavoratrici, per questo sosteniamo con forza le lotte dei sindacati conflittuali e di classe come l’USB in Italia che insieme all’FSM combattono le imposizioni dell’imperialismo europeo.
Le parole d’ordine del non pagamento del debito, della nazionalizzazione delle banche e dei settori strategici dell’economia e la costruzione di un’area politica, economica e sociale alternativa e fuori dall’Unione Europea per i paesi PIIGS con una propria moneta di conto, avanzata ad esempio nel libro PIIGS – Il risveglio dei maiali, è oggi nel dibattito, nell’analisi e nelle lotte dei movimenti sociali e delle forze di classe e anticapitaliste dell’Europa mediterranea allargata.
Contrariamente ai criteri della Fondazione Nobel, il nostro premio per la Pace  e i diritti umani ,va agli uomini e alle donne del lavoro e del lavoro negato che stanno lottando in Europa per la loro dignità , i diritti e l’autodeterminazione, insieme ai popoli del Continente Rebelde, ai prigionieri palestinesi, ai Cinque eroi cubani,  ai siriani che combattono contro l’aggressione imperialista, insieme  a quanti lottano  ogni giorno per costruire un mondo del lavoro e dei lavoratori,dove non ci sia lo sfruttamento insito nel modo di produzione del capitalismo, per costruire giorno dopo giorno il percorso del socialismo possibile e necessario.

  • Commissione internazionale Rete dei Comunisti

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