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Chiuso Stormfront, il sito del Ku Klux Klan italiano

“Nazionalisti e suprematisti bianchi”. E ancora, individui “associati, accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista, allo scopo di commettere più delitti di diffusione on line di ideologie fondate sulla superiorità della razza bianca, sull’odio razziale ed etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici”. Queste, nel linguaggio involuto della Questura, le motivazioni che hanno portato nella giornata di ieri alla chiusura del sito neonazista Stormfront.org. 
Le manette sono scattate per quattro persone: Daniele Scarpino, di Milano, amministratore del sito; Mirko Viola, di Cantù, militante di Forza Nuova; Gianluca Cianfaglia di Teramo e Diego Masi di Frosinone. Oltre a loro, poi la Digos, in collaborazione con la polizia postale, ha eseguito diverse perquisizione su tutto il territorio italiano, con 17 persone che sono state denunciate a piede libero: Giamarco Elia Ceccarelli di Fondi (Latina) 22 anni, Ivan Lo Masso di Massa di Somma (Napoli) 21 anni; Giuseppe Angelo Minici Reggio Calabria 23 anni; Marco Puppa, Venezia, 18 anni; Maurizio Santini, Fabriano (Napoli) 50 anni; Simone Noccioli, Genova, 37 anni; Maurizio D’Angelo, Aosta, 40 anni; Alessandro Pedroni, Tempio Pausania, residente a Bologna, 32 anni; Tommaso Cavaliere, Napoli, 25 anni; Giacomo Fasoli, Verona, 23 anni; David Calvarese, Macerata, 27 anni; Maurizio Prato, Torino, 22 anni; Roberto Rosato, Chieti, 35 anni; Letizia Speziale, San Cataldo (Caltanissetta), 32 anni; Filippo Galbesi, Milano, 46 anni .
Le indagini sono partite all’inizio del 2011 dal procuratore romano Luca Tescaroli che si è anche avvalso della collaborazione del pool antiterrorismo di stanza a piazzale Clodio. Stormfront.org, dice la questura di Roma, era “oggetto di costante monitoraggio, sia in relazione alle relazioni pervenute da privati cittadini, anche attraverso il portale di commissariato di P.S. online, e da enti che si occupano del fenomeno del razzismo”. Sul sito neonazista, proseguono gli uomini in divisa, erano presenti filmati che riconducono la colpa della crisi ad un “complotto giudaico”, diverso materiale di stampo negazionista sull’Olocausto, commenti “oltraggiosi e diffamatori” nei confronti di varie personalità ed alcune – inquietanti – liste di ebrei italiani, e, come li definivano loro, “delinquenti italiani” che avrebbero “aiutato gli extracomunitari” a compiere non meglio specificati “atti criminali” traendone pure un qualche “profitto economico”, tra questi spiccano i nomi di Gianfranco Fini, Gad Lerner, Gianni Alemanno, Maurizio Costanzo, del ministro Riccardi e di Pacifici, presidente della Comunità Ebraica.
Ad ogni modo, le indagini della polizia postale sono state particolarmente complesse, sia perché Stormfront.org adottava “sofisticati metodi di anonimizzazione” degli utenti, sia anche perché la piattaforma del sito ha base negli Usa, paese che non ha nella sua legislazione reciprocità di trattamento a livello sanzionatorio e, quindi, ha respinto le varie attività istruttorie inoltrate in regime di cooperazione giudiziaria internazionale. Il fondatore e guru di questa comunità virtuale è infatti il cittadino statunitense Stephen Donald Black, noto alle cronache per le sue attività all’interno del Partito Nazista Americano e del redivivo Ku Klux Klan.
Stando ancora a quello che dice la questura, l’operazione presenterebbe “ulteriori profili di rilevanza a livello giudiziario e sociale in quanto rappresenta il riconoscimento della pericolosità concreta delle iniziative adottate da una comunità che, lungi dall’esaurire i suoi effetti nella dimensione virtuale della rete, è concretamente apprezzabile anche nella vita reale, palesando connotati di concreta materialità e, quindi, di pericolosità sociale e di turbativa della pubblica sicurezza e della incolumità dei cittadini”. Le accuse contestate ai 4 finiti in cella ai 17 semplicemente indagati sono incitamento all’odio razziale e diffusione di idee antisemite.

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