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Emergenza democrazia sul Daspo


E’ dall’epoca pacchetto di legge Amato, opera del governo di centrosinistra nel 2001, che diciamo che il Daspo è un dispositivo amministrativo pronto a passare dagli stadi alle piazze. Detto fatto, nei provvedimenti annunciati adesso c’è il Daspo anche per i manifestanti. E se sarà nella versione attualmente in vigore per le partite di calcio prevederà, per essere erogato, una discrezionalità praticamente assoluta da parte delle forze dell’ordine, con i manifestanti considerati più “esagitati” obbligati a firmare in Questura durante le manifestazioni, come ai tempi del fascismo.

Il leghista Roberto Maroni, quando sedeva al Viminale, cercò di introdurla dopo gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma. Le misure restrittive al vaglio del ministro Cancellieri potrebbero essere le stesse messe a punto proprio da Maroni quando si aspettava un autunno particolarmente caldo. Oltre al Daspo, si parlò di fermo di polizia e di arresto obbligatorio per chi, in prossimità di manifestazioni, viene trovato in possesso di caschi, passamontagna o armi contundenti. Ma anche di della possibilità di estendere l’arresto in flagranza differita anche ai cortei (accade già per le manifestazioni sportive), di aggravanti speciali per i reati comuni commessi in occasione di manifestazioni di piazza e di maggiori tutele giuridico-legali per le forze dell’ordine.

La proposta del ministro Cancellieri raccoglie il consenso degli ambiti più retrivi del sindacato di polizia. “Accogliamo con favore le prese di posizione della Cancellieri sul Daspo per i manifestanti, una proposta che abbiamo rilanciato noi come sindacato nei giorni scorsi. Nel contempo, al ministro e al Governo tutto ribadiamo l’indisponibilita’ delle donne e degli uomini delle forze di polizia a essere schedati in ordine pubblico con un numeretto o una matricola. Piuttosto, ‘schediamo’ i manifestanti e lasciamo fuori dalle piazze i professionisti del disordine e della violenza” afferma Nicola Tanzi, segretario generale del sindacato di polizia Sap.”Il Daspo per i manifestanti per altro – spiega Tanzi – puo’ essere solo un primo passo. Occorre introdurre anche il fermo preventivo per i violenti noti ai nostri archivi, gia’ previsto in passato dalla legge Reale, e l’arresto obbligatorio per le persone travisate” invoca il segretario del Sap.

Si segnalano le prime reazioni, anche se ancora poche e al di sotto dell’emergenza democratica che si va delineando nel nostro paese. “Di fronte all’annuncio di misure palesemente anticostituzionali come il Daspo per i manifestanti o, peggio, degli arresti preventivi evocati nelle ultime ore, i Giuristi Democratici, impegnati a garantire la libera espressione del pensiero e il godimento dei diritti costituzionali, nonché l’instaurazione di un contesto propizio al pacifico svolgimento delle manifestazioni, ritengono che vada innalzata la guardia degli irrinunciabili presidi di libertà contenuti nella nostra legge fondamentale e denunciata con forza la pericolosa deriva autoritaria di un governo e di una maggioranza sempre più deboli nei numeri e delegittimati da tutte le istanze democratiche di lotta, ma al contempo sempre più protervi e arroganti”: Sul tema Diritti, Dissenso,Repressione, i Giuristi Democratici hanno dedicato un recente e lungimirante convegno a Napoli il 10 novembre scorso..
Il segretario del Prc ritiene che “La proposta di arresti differiti, come allo stadio, per gli “scontri di piazza” è allucinante. Il ministro Cancellieri la smetta di criminalizzare la giusta protesta: non è una questione di ordine pubblico, la piazza, la gente va ascoltata. Il governo dei poteri forti mette paura da tutti i punti di vista: prima aggrava la crisi, massacra i diritti dei lavoratori e dei cittadini e poi usa i manganelli e promette addirittura di rincarare la dose”. Per Mauro Casadio della Rete dei Comunisti “il governo sente di essere sulla graticola. Le manifestazioni degli studenti sono il sintomo che la crisi sta diventando crisi sociale e estende i settori che entrano in collisione con i diktat del governo e della troika. Innalzare il livello della deterrenza e della repressione” prosegue Casadio “punta a intimidire preventivamente una nuova generazione – la generazione destinata a “saltare” come ha confessato la Fornero – che si sta affacciando sulla scena del conflitto sociale”.

Il ministro Cancellieri, nella sua intervista a Repubblica, ha segnalato per ora due difficoltà sulla strada dell’introduzione di nuove misure repressive: la legislatura è a termine e potrebbe non trovare il tempo di approvarle; i dubbi sulla costituzionalità del provvedimento. Il primo potrebbe essere un dettaglio, il secondo dovrebbe essere una barricata da mettere sulla strada della stato di polizia nel nostro paese. Con un problema in più che va preso in esame: anche questo “ce lo chiede l’Europa”. Il varo dell’Eurogendfor e il recente vertice a Londra dell’Interpol, confermano che la tendenza alla repressione è parte integrante della gerarchizzazione in corso a livello di Unione Europea.

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