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Bersani vince, Renzi perde, il Fiscal Compact rimane

L’attuale segretario del Pd ha vinto nettamente il ballottaggio con il sindaco di Firenze, Matteo Renzi: 61% contro 39%  secondo il dato ancora provvisorio. Matteo Renzi ha chiamato Pier Luigi Bersani per congratularsi della vittoria alle primarie. “Hai vinto, congratulazioni”, ha detto il sindaco di Firenze. Lo stesso Renzi aveva ammesso implicitamente la vittoria gia’ subito dopo i primi dati ufficiali che davano Bersani al 61,5%.
Pier Luigi Bersani ha vinto le primarie di centrosinistra in tutte le regioni tranne che in Toscana: a meta’ scrutinio in modo omogeneo in tutta Italia, il segretario del Pd e’ al 60,9% e Renzi al 39,1%. In controtendenza, com’era scontato, solo la Toscana con il sindaco di Firenze al 54,7% e Bersani al 45,3%. Il segretario si e’ ripreso sia il Nord-ovest sia le regioni Rosse come Umbria e Marche. Confermato poi il successo di Bersani al Sud, dove i voti di Vendola, come previsto, sembrano essere confluiti massicciamente su Bersani: in Puglia, il segretario del Pd e’ arrivato al 73%.
Alle 17.30 avevano votato, per il ballottaggio alle primarie del centrosinistra, 2.300.000 elettori. Alla stessa ora di domenica 25 novembre avevano votato 2.450.000 elettori. Lo comunica il Coordinamento nazionale delle Primarie ‘Italia.BeneComune’ in una nota.
Dunque Bersani sarà ufficialmente il candidato premier per il centro sinistra. Adesso i problemi. Almeno due sono già visibili: le classi dominanti si fidano di Bersani o opereranno per un Monti bis o una blindatura montiana del nuovo esecutivo? Il secondo problema è conseguente e riguarda la natura della coalizione che è andata alle primarie e che ha un profilo indubbiamente diverso da quello della vecchia Unione. Essa infatti è stata costruita intorno ad una Carta d’Intenti che sancisce l’applicazione dei trattati europei, e dunque del Fiscal Compact, in pratica del progetto “dovete morire”.

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