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Caserta. Gli studenti non tornano a casa

Quasi 8000 persone, quasi 8000, tra studenti e lavoratori, sono scesi in piazza a Caserta contro quella che doveva essere l’ennesima “passerella” istituzionale del governo “sovranazionale” di Mario Monti, o meglio della dittatura bancaria vigente nel paese, al servizio della troika; in quella periferia che sembrava essere così distante dalle grandi questioni sociali e dagli ambiti di rivendicazione, quasi destinata ad essere annoverata esclusivamente quale riferimento “territoriale” passivo per le narrazioni in tema di camorra e devastazione ambientale, oggi, così tanti individui hanno scelto di manifestare il proprio dissenso verso le aggressive politiche di attacco allo stato sociale ed ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, elevando la propria pesante voce contro il Ministro Profumo invitato in città per inaugurare l’anno accademico della Seconda Università di Napoli, sventolando la bandiera di una “rabbia degna” contro chi ha fatto della democrazia un mero spettro. La mobilitazione ha visto coinvolti studenti e lavoratori, ma anche centri sociali, collettivi, associazioni, soggettività politiche e movimenti che si oppongono alla contaminazione del territorio ed alla costruzioni degli eco-mostri, quali, ad esempio, il gassificatore di Capua e la centrale “Turbo-Gas” di Presenzano.

E naturalmente, a segnare la differenza, anche “quantitativa”, rispetto al passato, è stata proprio la vocazione aperta e recettiva di tale piazza in forza della quale, con un processo di sintesi istantanea, con l’insostituibile efficacia dell’azione, la protesta ha ben presto travalicato l’argine del semplice, seppur irrinunciabile, rigetto del ddl “Aprea” da parte degli studenti. Nell’oggetto della contestazione collettiva, di tutta “Terra di Lavoro”, sono stati infatti ben presto inclusi, anche i rappresentanti politici ed istituzionali locali, quale Zinzi, Cosentino, Landolfi, Nappi e tutti gli altri che, indifferentemente dall’appartenenza a compagini di centro-destra o centro-sinistra, hanno negli anni assicurato il loro contributo pernicioso alla causa della speculazione ambientale e dell’affarismo clientelare. Tutti coloro i quali hanno “campato”, politicamente e materialmente, sui dichiarati stati “emergenziali” che per troppo tempo hanno ingabbiato la democrazia sul tema dello smaltimento e gestione dei rifiuti, configurandosi quale “classe politica dirigente” responsabile, davanti alla Storia, dello scempio perpetrato su queste terre, uno scempio che, a vedere la giornata di oggi, chiede ancora giustizia!

E proprio in mano a questi signori, è infine rimasta la patata bollente; infatti il Ministro Profumo, seppur avesse confermato la propria presenza all’evento, in seguito all’annuncio delle mobilitazioni, ha tempestivamente declinato l’invito, lasciando al proprio destino, la piccola torma di clientelisti e politicanti, pronti nelle intenzioni a ripetere ritualità istituzionali ormai sempre più distanti dal senso comune della società. Profumo non c’è, e allora cosa si fa? Davanti all’annuncio di tale, così pesante, assenza ingiustificata, il corteo si è spostato alla Stazione Ferroviaria di Caserta, ove ha posto in essere un blocco del traffico, attraverso l’occupazione dei binari, rivendicando la natura prettamente conflittuale di tale adunata collettiva, la quale guarda a tutti gli altri conflitti in via di sviluppo sul territorio nazionale nell’ottica della convergenza delle energie militanti e del contrasto duro e frontale rispetto ad ogni logica di sovranità verticale, ormai slegata addirittura dal tessuto democratico-rappresentativo e raffigurantesi quale nitida fotografia di una somma autoreferenzialità elevata a livelli esponenziali di potenza.

Proprio nell’ottica della prosecuzione di tale percorso, durante il corteo, è stato rilanciato l’appello rivolto a tutte le soggettività democratiche, sociali, conflittuali e militanti verso la manifestazione del Movimento No-Gas, che appunto si oppone alla costruzione del Gassificatore presso la città di Capua, prevista in calendario per il 15 Dicembre, nella stessa città. Terra di Lavoro oggi ha dato il proprio, inequivocabile, segnale di ostilità al governo di padroni e banchieri. Sappiamo che non sarà l’ultimo!”

 

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