Si è concluso a Piazza Fontana intorno alle 11,30 di questa mattina, proprio davanti al palazzo che ospitava la sede della banca nazionale dell’Agricoltura, il corteo degli studenti organizzato per ricordare la strage fascista che 43 anni fa fece 17 morti e 80 feriti. E che grazie ai depistaggi dei servizi segreti e alle coperture concesse dalla politica ai responsabili dell’eccidio, non ha né colpevoli né mandanti.
Sull’edificio, che oggi ospita una sede del Monte dei Paschi di Siena, gli studenti hanno appeso uno striscione che denuncia l’ipocrisia delle celebrazioni ufficiali e le politiche implementate dall’UE: “Seminano austerità, fomentano fascismo e razzismo, tagliano le ore di storia e geografia non c’è futuro senza memoria”. Su un altro striscione, affisso a un furgone, c’era invece scritto “Distruggono la scuola. Tagliano la storia, ci vogliono ignoranti ci avranno ribelli”.
Ma forse il gesto più significativo del corteo milanese – composto da un migliaio tra studenti, attivisti dei centri sociali e membri dei collettivi anarchici, è stato l’intervento sulle due lapidi che ricordano Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico incolpato ingiustamente di aver piazzato la bomba nella banca. E poi buttato giù da una finestra della Questura di Milano durante un interrogatorio nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969.
“Contestiamo il fatto – hanno detto alcuni studenti – che la strategia della tensione non sia stata provocata dalla sinistra ma dallo Stato”. Prima di raggiungere piazza Fontana, il corteo ha appeso sulla facciata di Palazzo Marino, in piazza della Scala, uno striscione che recitava “Chiudere i covi neri. Contro chi aggredisce e accoltella. Contro chi resta a guardare e non fa niente. Mentre l’Aler assegna sedi ai neofascisti”.
La manifestazione era partita questa mattina poco dopo le 9.30 da piazza Cairoli e durante il percorso alcuni istituti bancari e alcuni sportelli bancomat sono stati sanzionati con scritte e uova per protesta contro la gestione autoritaria e antipopolare della crisi.
Un gruppo composto da una ventina di giovani dei collettivi milanesi si è presentato in piazza Fontana per dare vita a un’azione simbolica nel 43esimo anniversario dalla strage. A pochi minuti dall’inizio delle commemorazioni ufficiali, gli antagonisti hanno colorato di rosso le acque della fontana in mezzo alla piazza a indicare il sangue. I manifestanti si sono poi stesi a terra sul marciapiede di fronte all’arcivescovado e hanno tracciato le proprie sagome per rappresentare le vittime della strage. L’azione è durata pochi minuti, prima che il gruppo si ritirasse verso l’università Statale, dove all’ingresso è stato appeso uno striscione con la scritta ’12 dicembre 1969, strage di Stato’.
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