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Cambiare si Può. Ieri le assemblee locali

De Magistris dalle colonne di Micromega, ha investito il magistrato Antonio Ingroia del ruolo di possibile candidato premier “a sinistra di Bersani”. Ingroia, che proprio due giorni ha inviato una lettera a Bersani, ha ringraziato precisando: “Non indosso casacche”. Alla carica di candidato premier ci penserà ma solo se la richiesta non sarà proveniente da un leader come De Magistris ma da un’ampia fetta della sinistra diffusa.
Antonio Di Pietro ha fatto sapere che l’Idv è pronta a presentarsi in Parlamento alle prossime politiche “senza il nome ‘Di Pietro'” ma dentro “una lista civica che comprenda il movimento di De Magistris” e “tutte le componenti della sinistra anti-Monti”. “Credo – ha detto ad esempio l’assessore comunale di Palermo Giusto Catania ai margini dell’assemblea palermitana di “Cambiare si può” – che ci sia ancora spazio per creare un movimento politico nuovo più a sinistra del Pd e lontano da Grillo, che abbia a cuore temi come la Sanità e la lotta alla mafia spesso trascurato. C’è poco tempo – ha concluso – e in questa fase può essere utile selezionare persone lontane dalla politica ma sono convinto che anche i partiti potranno dare un loro contributo e, perché no, sono sicuro che in questo percorso ci sia spazio anche per l’ldv e Orlando”.
Ieri in una trentina di città italiane (molte assemblee sono infatti avvenute su base regionale) si sono tenute le assemblee dei nodi locali di “Cambiare si può”, il movimento nato il primo dicembre con un’assemblea nazionale al teatro Vittoria che ha visto l’intervento di diversi esponenti del mondo della sinistra e della società civile (ma negando di poter intervenire a Cremaschi, Giulietto hiesa, Paolo Ferrero). A quella assemblea intervennero anche De Magistris e Ingroia.
Alla base degli incontri locali, la definizione dei contributi da portare ad un’altra scadenza nazionale fissata per sabato prossimo a Roma, la necessità di definire e integrare con le diverse istanze territoriali i contenuti programmatici usciti dall’assemblea del primo dicembre.
I tempi sono strettissimi e la vicinanza della prossima scadenza elettorale impone passaggi
rapidi per la definizione delle liste e qualche contrasto su chi dovranno essere i candidati è merso nelle assemblee locali. Da un lato l’associazionismo e la “società civile”, dall’altro i militanti più strutturati nei partiti come il Prc. Luciano Della Vecchia, segretario del Prc dell’Umbria, nell’assemblea svoltasi a Perugia annuncia che “non ci possono essere preclusioni quando si vuole stare insieme” e soprattutto per evitare decisioni dall’alto “far decidere i candidati a coloro che hanno sottoscritto il manifesto di Cambiare Si Può, lo hanno fatto il Pd e Grillo possiamo e dobbiamo farlo anche noi”.
L’obiettivo dichiarato è quello di eleggere alcuni parlamentari per dare un minimo di tribuna all’opposizione.
Tra i punti programmatici che andranno integrati sabato prossimo sulla base di quanto emerso dalle locali c’è l’opposizione all’Europa delle banche e la rinegoziazione del debito pubblico. Due punti che, almeno per ora, collocano “Cambiare si può” nettamente al di fuori dell’agenda Monti. Seguono, la riconversione ecologica dell’economia e uno stop alle grandi opere, in primis la Tav e il Ponte sullo Stretto. Un rilievo non secondario viene dato alla difesa dei diritti del mondo del lavoro e la condanna del precariato. Infine il taglio ai costi della politica e la tassazione dei grandi patrimoni e delle rendite finanziarie, comprese le proprietà ecclesiastiche. E poi lotta all’evasione fiscale, no ai condoni e alle leggi ad personam. Contro la guerra e le spese militari. Gli ultimi tre punti riguardano la valorizzazione dei beni comuni, il riconoscimento dei diritti civili e di genere, includendo politiche migratorie accoglienti e diritto di cittadinanza per migranti, riforma della informazione.
Al mondo dell’associazionismo e dei comitati cittadini che rende Cambiare si può una sorta di eredità dei Girotondi (anche se Flores D’Arcais si è beccato i fischi quando ha affermato questo) si vanno mescolando una serie di soggettività politiche – soprattutto Rifondazione Comunista ed alcuni ‘dissidenti’ di Sel
La modalità di definizione delle liste sembra essere diretta verso l’annullamento di simboli e percorsi identitari (da qui la rinuncia del Prc al proprio simbolo che ha scatenato una aspra discussione interna con una parte de i propri militanti).

L’assemblea romana di cambiare si Può al Cinema Palazzo (concomitante con quella dell’Agenda No Monti al centro congressi Cavour, un fatto che ha creato un certo pendolarismo tra le due sedi), ha incrociato anche il dato delle prossime elezioni comunali a Roma. E’ emerso consenso da parte di diverse realtà alla candidatura a sindaco di Roma di Sandro Medici, attuale presidente del X Municipio, ex del Manifesto e capolista nel 1993 della lista Liberare Roma che candidò Renato Nicolini in alternativa a Rutelli. Medici, anche se la sua originaria intenzione era quella di concorrere alle primarie per Roma, sarebbe un candidato alternativo a quello che sarà il candidato ancora non deciso del centrosinistra (Gasbarra? Gentiloni? Sassoli?).
Le assemblee di ieri di Cambiare si può sembrano così voler definire il perimetro della sinistra “a sinistra” dell’asse Pd-Sel’ dell’opposizione a Monti. Mancano ancora parecchi interlocutori possibili e soprattutto, gironzolando dentro il cinema Palazzo di Roma, si ha la sensazione che per molti questa ipotesi potrebbe essere definita come “Riciclarsi si può”. Un po’ troppi ex e troppo clima da Arcobaleno (incluso il clima da tregenda a da ultima spiaggia). Ma l’altra metà del pubblico in sala era gente nuova. Un segnale interessante, ancora a metà.

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1 Commento


  • Unità Popolare

    Andare avanti, con calma ed organizzazione . Tanta organizzazione .
    Raccogliere i SOLDI e fare subito un manifesto murale per tutta l’Italia inn almeno 500 mila copie . Non rinunciare a chi ha esperienza . I voti non si raccolgono sulla rete ma nel territorio . IL SIMBOLO ed il NOME non sono secondari . Il nome Sinistra Unita è sbagliato perchè già usato in passato e senza fascino . Forse meglio SINISTRA POPOLARE od altro . Diamoci da fare tutti .
    Unità Popolare – Basilicata

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