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I fascisti nell’urna

Nonostante gli sforzi di intellettuali di destra e neofascisti come Marcello Veneziani, Renato Besana e Roberto Jonghi Lavarini, il cosiddetto “Progetto Itaca” – con il quale puntavano a riaggregare tutte le varie anime del neofascismo italiano e della cosiddetta destra identitaria – è miseramente fallito. Secondo il sito della fascisteria italiana, Fascinazione, “a sancire questo tragicomico suicidio politico sono stati, lo scorso fine settimana, i vertici nazionali dei quattro principali gruppi dell’area (La Destra, la Fiamma Tricolore, Forza Nuova e Casa Pound) che hanno ufficialmente annunciato le proprie candidature concorrenti alle prossime elezioni regionali del Lazio. Ovviamente, tali decisioni si ripercuoteranno, a cascata, dal centro romano alla periferia, in tutta Italia, anche in Lombardia ed alle prossime politiche, a maggior ragione, in caso di unica tornata elettorale”. La competizione a destra si fa dura, tant’è che nel cuore nero d’Italia –Verona – i fascisti di Forza Nuova e Casa Pound se le sono date di santa ragione.

“Fra poco superi Casini” -così racconta Storace – “mi ha accolto a palazzo Grazioli Silvio Berlusconi, per un colloquio che avevamo in programma sulla situazione politica in Italia. Aveva in mano sondaggi che lasciano nutrire la speranza che la partita e’ tutt’altro che scontata e si può sovvertire un pronostico che sembrava davvero triste”. Il capo del maggiore raggruppamento “istituzionale” della destra neofascista italiana afferma che “Berlusconi non ha dubbi e vuole che La Destra sia protagonista nell’alleanza. Io gli ho detto che non soffro di gelosie per quello che succede in casa loro” e poi, sempre Storace rivela lasua non nascosta ambizione “ Nel Lazio bisognerà discutere anche della presidenza della regione. Berlusconi appare ancora convinto della mia candidatura, ma e’ bene – gli ho detto – verificare e testare ogni disponibilità. Poi si parta, però, che già troppo tempo e’ stato lasciato alla propaganda avversaria. Noi, intanto, raccogliamo le firme. La vittoria dipende anche dalla nostra capacità di mobilitazione”. Storace e la Destra puntano a fare una campagna elettorale su una piattaforma apertamente nazionalpopulista che mette come obiettivi dichiarati lo stop all’euro e alle banche e il ritorno alla Lira; la primazia degli italiani rispetto agli stranieri; il mutuo sociale per la casa; la revisione delle norme per accertamenti e riscossione riferiti alle vessazioni di Equitalia e dell’Agenzie delle Entrate e la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa; infine il presidenzialismo e l’Europa dei popoli. Ma se questo è il progetto di Storace e de La Destra, la caccia alla diaspora dei voti del centro-destra e della destra, incontra sulla sua strada alcuni competitori del mosaico neofascista. I fascisti più in odore di neonazismo, quelli di Forza Nuova, si muovono sulla stessa lunghezza d’onda e su parole d’ordine simili. “Tutti i partiti, ad eccezione di Grillo, stanno convogliando le proprie forze nel progetto di un grande “Monti bis” che porterà all’ ulteriore impoverimento della nazione e alla definitiva umiliazione della classe media italiana. Forza Nuova, al contrario, si manifesta come l’ unica forza capace di presentare liste in tutta Italia e in tutte le competizioni elettorali, con un programma di ricostruzione nazionale basato sull’ annullamento del debito pubblico e sulla riacquisizione della sovranità monetaria” afferma il loro capo Roberto Fiore, il quale indica già uno scenario per il dopo-elezioni: “Quando il mix di Grillo tra populismo “anti poteri forti” e filosofie “new age” , mostrerà tutte le sue contraddizioni, come già si sta verificando riguardo le dinamiche interne al M5S, agli italiani non rimarrà che affidarsi a Forza Nuova, che ha invece saputo coniugare i valori tradizionali italiani con una dinamica idea sociale, proponendo un programma che né destra né sinistra potranno mai accettare né realizzare perché collegati a doppio filo con banche e poteri forti.” Ma se queste sono conferme sugli obiettivi e le caratteristiche dei gruppi neofascisti “storici” nella prossima campagna elettorale, qualche novità arriva sul fronte dei fascisti “di movimento”.

L’ultima notizia è che i fascisti del terzo millennio – quelli di Casa Pound – oltre che a quelle locali per Roma e il Lazio, intendono partecipare anche alle elezioni politiche. “Incrocio per strada parecchi amici che sapevo militanti o simpatizzanti di “La Destra”, “Fiamma Tricolore”, “Forza Nuova” “MSI Rauti” e altri gruppi e gruppetti della destra “estrema” (tanto per semplificare) …..ora sono tutti con Casa Pound….credo proprio che, almeno a Roma, sia questa oggi la vera novità” racconta su Fascinazione il sito della fascisteria, Giacinto Reale definito come vecchio missino barese trapiantato nella Capitale. “Alcuni cinquantenni della “fascisteria” romana, provenienti da diverse esperienze (Carlo M. dal Fronte nazionale, Daniele da Forza nuova, Stefano da quello che dovremmo cominciare a riconoscere e a chiamare come Progetto Dimitri, una comunità politica militante dentro il Palazzo: e con la morte del Comandante abbiamo visto che fine ingloriosa ha fatto) oggi sono dentro CasaPound e ne fanno qualcosa di più e di diverso dal gruppo giovanile dei primi tempi” racconta ancora il sito della fascisteria chiudendo l’argomentazione con un interrogativo su cosa faranno i fascisti di Casa Pound dentro questo nuovo scenario politico: “Confermeranno la scelta aristocratica della beata solitudine o sceglieranno di sporcarsi di nuovo le mani in un “fronte ampio” contro i “poteri forti” espressione del “governo occulto mondiale”? E’ una questione interessante”. Il rientro in campo di Berlusconi scombussola non poco i calcoli che anche i gruppi neofascisti e la destra identitaria si erano fatti sulla possibilità di raccogliere qualcosa dalla decomposizione del PdL.  “Non ci facciamo incantare dalle sirene di Berlusconi e dei suoi alleati, ne tantomeno da quelle dei mercati e dello spread. L’Italia tornerà in piedi nonostante voi” scrivono i fascisti di Casa Pound sulla loro pagina facebook. Ma la risposta che sembra arrivare dal cosiddetto intellettuale di riferimento di Casa Pound, Gabriele Adinolfi è un po’ diversa: “la mossa di Berlusconi ha un effetto rivoluzionario. A cercare di comprimerla saranno i “mercati” così come ha annunciato Napolitano: ovvero saranno decisivi i ricatti che ci verranno fatti dai cospiratori finanziari internazionali in margine ai disastri contabili che scateneranno fin da subito”. “E’ necessario ricreare dal basso quella sovranità che ci viene tolta dall’alto; si deve ricostruire socialità quando istituzionalmente, per input provenienti da oltre frontiera, si procede alla disgregazione sociale” pontifica Adinolfi che pare risfoderare alcune tesi che furono di Terza Posizione: “E’ opportuno procedere in una logica peronista per cucire tra loro le categorie sociali e le forze produttive in una linea al tempo stesso corporativa e sindacalista rivoluzionaria. E la risposta quindi è la “sovranità nell’autonomia”. Diventa cos’ possibile immaginare che nelle prossime settimane i fascisti di Casa Pound cercheranno di giocare ancora sulla carta già usata in mezzo agli studenti, secondo la quale le contrapposizioni tra destra e sinistra oggi non hanno più senso.

Dunque slogan di facile presa sociale, “trasversali” e riduzione di ogni contrapposizione ideologica tra fascisti e antifascisti in nome della lotta al nemico principale definito lo “sceriffo di Montingham”. Una operazione insidiosa, anche se non nuova, che occorrerà contrastare politicamente ed ideologicamente scuola per scuola e quartiere per quartiere. Contrastare i fascisti tradizionali per impedire che crescano sta nell’ordine delle cose, impedire che quelli più camaleontici crescano creando “zone grigie” è un po’ più complesso ma niente affatto meno necessario.

Ma impedire che i fascisti possano approfittare degli effetti sociali della crisi e dell’austerità per crescere – come avvenuto in altri paesi come Grecia e Francia – è indispensabile che la sinistra di classe esca dalle liturgie e dal politicismo e avanzi proposte concrete, presenza e conflitto sociale che sbarrino la strada alla demagogia della destra. Rompere il tabù della intoccabilità dell’euro e dell’adesione dell’Italia all’Unione Europea, le nazionalizzazioni di banche e imprese strategiche, il ripudio del pagamento di un debito pubblico che arricchisce solo le banche e la finanza nazionale e internazionale, l’integrazione degli immigrati nelle lotte e nell’emancipazione sociale complessiva – come avviene nel movimento di lotta per la casa, una dimensione euromediterranea ed internazionalista e non nazionalista delle proposte di rottura- fuoriuscita del quadro politico ed economico europeo, non sono solo antidoti necessari al rafforzamento dell’antifascismo permanente, ma sono indicazioni che possono consentire di rimodulare a livello di massa una opzione progressista ed emancipatrice di cambiamento in antagonismo a quelle xenofobe e reazionarie.

 

 


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