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Due conti su Monti

La storia del conto corrente Zurigo 11 in una banca svizzera e riconducibile a Monti, stando a quanto scritto sul Fatto, si sarebbe rivelata del tutto fasulla. I berlusconiani secondo la ricostruzione del Fatto, avrebbero ricondotto la genesi della “voce” a esponenti del Partito Democratico, i quali avrebbero iniziato a parlare di una vasta mole di documenti denigratori raccolti in chiave anti-Monti da Silvio Berlusconi stesso. Monti ha naturalmente smentito la notizia durante la conferenza stampa dello scorso 23 dicembre definendola “ridicola”. La metà dei capitali depositati nelle banche in Svizzera, circa 3.300 miliardi, sarebbe di origine straniera. A spanne queste sono le cifre dei capitali presenti sui conti svizzeri: 180 miliardi tedeschi, 120-150 italiani, 70 inglesi. A metà 2011 Gran Bretagna e Germania, vista la paralisi della normativa europea, hanno stipulato un accordo bilaterale con la Svizzera. La Commissione Europea all’inizio è scettica poi, dopo alcune modifiche, concede formalmente il via libera a metà aprile. Nel frattempo all’elenco si è aggiunta anche l’Austria. Gli effetti di questi accordi si sentiranno dal 2013, quando entreranno in vigore gli accordi. “Germania e Gran Bretagna hanno concordato che Berna paghi subito un acconto sulle somme che riscuoterà dalle banche, per l’Italia potrebbe essere oltre un miliardo di euro” è la stima avanzata dal deputato del Pd Sandro Gozi. Dal primo gennaio2013, un tedesco o un inglese che hanno un conto in Svizzera avranno davanti tre opzioni. La prima è quella di chiudere il conto e trasferire i capitali in un altro paradiso fiscale. La seconda è dichiarare per iscritto alla banca di voler uscire allo scoperto, la banca poi informa il governo svizzero che informa il Paese di appartenenza che poi si rifarà sul correntista facendogli pagare sanzioni, penali e tasse non pagate per tutti gli anni passati. La terza opzione, quella che tutte le parti interessate sembrano caldeggiare, è il pagamento della tassa da parte di chi ha portato i soldi nelle banche svizzere…. in forma anonima ovviamente.

Ma c’è un secondo conto che pesa su Monti ed è quello del suo effettivo consenso e peso elettorale. Un sondaggio riservato, ma noto soltanto al quotidiano La Repubblica, sostiene che l’eventuale lista per Monti premier avrebbe tra il 19 e il 21% dei consensi alle elezioni politiche. Un risultato nettamente superiore ai numeri di tutti gli altri sondaggi circolati fino ad oggi e che la davano tra il 10 e il 15%. Numeri, almeno fino ad oggi, che avevano convinto Monti a una “entrata in campo” soft, senza un impegno troppo diretto nella campagna elettorale. La coalizione che sosterrà il premier è formata da Udc, Fli, e Verso la Terza Repubblica (la Lista di Montezemolo). Vista così, la mitica ‘Lista Monti’ non fa davvero paura a nessuno: l’Udc è intorno al 5% delle intenzioni di voto, Fli è inchiodata al 2%, Montezemolo si aggira sul 3%. Totale, circa il 10%. Qualcuno afferma però che questi sono i risultati che la lista ottiene senza che Monti sia candidato. Un Monti in pista potrebbe portare qualcosa di più ma non cifre enormi. La realtà è che il consenso e la popolarità di Monti, dopo il massacro sociale effettuato dal suo governo, sono assai più bassi di quanto i maggiordomi del consenso cercano in tutti i modi di far credere.
Ma nelle elezioni, a meno di brogli, i voti si contano per quello che sono e Monti non è certo un asset decisivo nel chiuso delle urne. Diversamente, a elezioni terminate, visto che a regolarle sarà ancora una volta il Porcellum, al Senato è facile che non si determini una maggioranza chiara. Ed è in casi come questi che chi sta al centro può far pesare notevolmente i suoi voti. Se poi a capo di tutto c’è Monti, il peso aumenta ulteriormente…. fino a diventare un nuovo possibile coniglio da tirare fuori dal cappello.
Insomma, anonimi anche quando devono pagare le tasse dovute, vincitori anche quando non hanno i numeri per esserlo, ai padroni piace vincere facile e vincere comunque, sempre che gli altri accettino sempre di lasciarli vincere. Ma se così fosse, quelle del 24 febbraio saranno le elezioni più inutili e taroccate della storia repubblicana di questo paese.

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