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Retata a Padova contro i centri sociali

All’alba di oggi è scattata una operazione di polizia, a Padova, nei confronti di alcuni attivisti del centro sociale ‘Pedro’ che hanno partecipato allo sciopero e alle manifestazioni dello scorso 14 novembre, che si erano concluse nel capoluogo veneto con scontri nel piazzale della stazione tra la polizia e un gruppo di manifestanti dei centri sociali.

I provvedimenti giudiziari riguardano 4 persone: per due di queste sono stati disposti gli arresti domiciliari, per gli altri due invece ci sarà l’obbligo di firma. Dovranno rispondere di lesioni in concorso (per gli agenti feriti negli scontri), di uso di armi improprie (gli scudi e i caschi utilizzati) e di resistenza a pubblico ufficiale.

I quattro, afferma il procuratore aggiunto Matteo Stuccilli, si sarebbero resi responsabili di resistenza aggravata nei confronti degli agenti che presidiavano l’entrata principale della stazione. In occasione di una manifestazione promossa dalla Cgil nella giornata di mobilitazione europea, un gruppo di manifestanti vicini al centro sociale ‘Pedro’, una sessantina di giovani, si era staccato dal corteo principale per andare a occupare i binari dei treni. Tentativo bloccato però a causa dell’intervento degli agenti del reparto mobile. Fonti della questura padovana affermano che durante la perquisizione nell’abitazione di uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare sarebbe stato trovato un barattolo di nitrato di potassio, sostanza chimica comunemente utilizzata per la fabbricazione di ordigni esplosivi
Sotto accusa altre dieci persone, alcune delle quali sottoposte a perquisizione. Secondo la Questura di Padova verranno denunciate per interruzione di pubblico servizio per aver interrotto tram e autobus su corso del Popolo.

Di seguito il comunicato diffuso in mattinata dal Centro Sociale Pedro:

PADOVA LIBER@ TUTTI, LIBERI SUBITO!

Ci ricordiamo tutti cosa ha significato quella giornata: nell’ambito di una vastissima mobilitazione europea che ha visto decine di migliaia di persone mobilitarsi in tutte le città d’Italia, anche a Padova oltre 5000 studenti e precari si sono riconquistati il diritto di lottare per il proprio futuro, non fermandosi al percorso imposto per il corteo ma bloccando tutta la città fino alla stazione, gioiosi e determinati. Tutto si è svolto alla luce del sole: già dall’alba i lavoratori delle cooperative avevano iniziato a bloccare la zona industriale, mentre durante il corteo studentesco migliaia tra studenti medi e universitari, lavoratori e precari hanno affermato il rifiuto delle logiche dell’austerity e dei sacrifici come soluzione a una crisi che nessuno di noi ha causato. Il ciclo straordinario di occupazioni nelle scuole che da quella giornata è scaturito rende chiaro il carattere costituente di alternativa che le pratiche del 14 novembre, condivise da tutto il corteo, hanno significato.


Ci ricordiamo anche la criminalizzazione che nei giorni successivi ha occupato il dibattito politico cittadino, dove i soliti settantenni nostalgici degli anni ’70 hanno dato libero sfogo al solito repertorio di accuse e teoremi. Il modo migliore di sottrarsi al confronto con la realtà di quella giornata, che parla invece del protagonismo di un’intera generazione che vuole determinarsi un futuro degno.

Questi sono i veri mandanti dell’operazione di stamattina: quelli che con la criminalizzazione dei movimenti cercano di nascondere la loro progressiva marginalizzazione in città e in tutta Italia: loro grigi e proni all’austerity, noi sempre più liberi e determinati.

Se credono di spaventarci così, si sbagliano di grosso!

Appuntamento domani martedì 8 gennaio alle 12.30 in stazione per una conferenza stampa attiva in cui faremo chiarezza sulle menzogne relative al 14 novembre e per lanciare le prossime mobilitazioni. Finché Zeno ed Enrico non saranno liberati e finché tutte le misure non saranno ritirate non ci fermeremo.

Non ci avrete mai come volete voi!

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