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Bologna. Il 26 maggio per il referendum sulle scuole, Merola paladino delle cattoliche

Il sindaco Merola non vede di buon occhio le richieste dei referendari, tacciandoli di “faziosità e falsità”,  difendendo a spada tratta il sistema misto pubblico-privato. Rivolge vergognose accuse al Comitato Articolo 33, che chiedeva l’accorpamento alle elezioni politiche, così come fatto anche con un appello che aveva raccolto adesioni importanti come l’astrofisica Margherita Hack, sindacalisti come Maurizio Landini (Fiom), attori come Ivano Marescotti, scrittori come i Wu Ming e Girolamo De Michele.Semplice la motivazione: risparmiare il soldi dei contribuenti. Mentre così infatti andranno “sprecati migliaia di euro” , secondo i calcoli fatti dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle (anche loro tra i sostenitori) Marco Piazza. La stima è per una maggiore spesa pubblica di circa 534mila euro, quasi la metà dei finanziamenti alle cattoliche, mentre dall’accorpamento si poteva avere un risparmio di “solo” 166 mila euro, come dichiarato da Benedetto Zacchiroli esponente del PD cittadino. In un periodo dove in certe scuole pubbliche manca anche la carta igenica, una simile spesa aggiuntiva appare un’ulteriore insulto all’intelligenza dei cittadini.

Merola si augura anche che “la partecipazione a questa consultazione” sia la più ampia e responsabile” e assicura che garantirà lo svolgimento del referendum “senza farmi condizionare da nessuna posizione di parte”. In realtà  il sindaco ha già preso una posizione precisa a favore del finanziamento alle cattoliche, ergendosi a Paladino della strana alleanza “di fatto” tra Pd, Pdl e Curia bolognese.

Non sono dello stesso parere la Rete dei Comunisti, Sel e Prc, tra i principali sostenitori del referendum, alleati con il Comitato Articolo 33.

La Rete Dei Comunisti é chiara nell’analisi espressa dal portavoce Carlos Venturi: “Nell’attuale situazione di crisi, non solo economica ma anche sociale e politica, un “semplice” referendum consultivo riesce a mettere in grande allarme e in difficoltà la Giunta Merola e i partiti della sua maggioranza, che stanno cercando di boicottare la consultazione dei cittadini e continuano a sprecare soldi pubblici per i loro giochini di potere. Le richieste di democrazia e i tentativi di reale partecipazione alla cosa pubblica vengono tacciate di ideologismo, di irresponsabilità di fronte alle esigenze ‘imposte’ dalla crisi. Noi siamo contro queste logiche che difendono solo interessi di parte distruggendo diritti e beni pubblici; per questo i promotori e la cittadinanza bolognese ci vedranno al loro fianco per la campagna referendaria”.

I vendoliani dichiarano che si è “persa un’opportunità”. Prendendo atto della data del 26 maggio, il gruppo comunale ribadisce che “per noi la consultazione dei cittadini sul finanziamento delle scuole paritarie private andava fatta nelle condizioni migliori possibili di partecipazione”. L’obiettivo più importante “è, indipendentemente dal risultato tutt’altro che scontato della consultazione, quello di favorire il massimo di partecipazione dei cittadini. Abbiamo avuto una buona opportunità, ma non abbiamo saputo coglierla”. I vendoliani attaccano gli altri consiglieri che non hanno avviato una discussione sulle modifiche allo Statuto comunale: “Riteniamo si siano dimostrati più ‘coraggiosi’ i referendari nella richiesta di tenere la consultazione insieme alle elezioni, sapendo che la grande maggioranza dei partiti avrebbe dato indicazioni di voto contrarie a quelle dei promotori”.

Ancora più duro è l’intervento del PRC “E’ chiara la paura di perdere la consultazione da parte del Sindaco, del Pd e della Curia ed ora è indispensabile riattivarsi per garantire la massima affluenza anche il 26 maggio”.

Qualche incrinatura si ha anche sul versante PD, dove la deputata Zampa risponde al sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini ed indirettamente al Sindaco Merola: “La richiesta di indire un referendum a favore della scuola pubblica è ormai tutt’altro che ideologica”. La stessa Usolini, prima di conoscere la data indicata da Virginio Merola, aveva detto in televisione che è ora di “smettere di usare la scuola come oggetto di scontro ideologico e politico”. “Ugolini – le replica Zampa – dovrebbe prendere atto che all’origine dell’iniziativa c’è piuttosto lo stato di sofferenza di tutti coloro che hanno dovuto registrare un progressivo venir meno degli investimenti sulla scuola pubblica e di attenzione al suo ruolo di promozione sociale e culturale. Iniziative come quella assunta dai referendari nascono perché per anni ci si è messi sotto i piedi la scuola pubblica: basta evocare il nome della Gelmini, che ha esordito con i grembiulini per tagliare il tempo pieno, per capire di cosa parliamo”.

Amara e delusa è la dichiarazione del Comitato Articolo 33, il quale  chiede che se il referendum sul finanziamento pubblico alle scuole materne private di Bologna non è accorpato alle elezioni politiche, almeno si svolga su più giornate e non solo il 26 maggio. Ha inoltre preso atto che il sindaco di Bologna “sotto la sua responsabilità” ha deciso di indire la consultazione in una giornata diversa da quella delle elezioni politiche e che, attaccando i referendari, “ha attaccato anche i 13mila cittadini che hanno firmato per indirlo”.

La battaglia per la democrazia e il rispetto della Costituzione è iniziata. A maggio, “Se Son Rose Fioriranno”.

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Il comunicato della Rete dei Comunisti di Bologna sulla vicenda:

REFERENDUM FINANZIAMENTO SCUOLE PRIVATE: SCELTA MEROLA DETTATA DALLA PAURA E IN SPREGIO AL BUON SENSO

I toni sopra le righe, le tesi ardite ed avventate e le offese gratuite nei confronti dei componenti del comitato art.33 contenute nel discorso del Sindaco Merola in merito alla richiesta di tenere il refendum consultivo sul finanziamento alle scuole private in concomitanza con le elezioni politiche, dimostrano anche la sua grande debolezza politica su tali temi.

E’ grottesco che una giunta che ha tagliato drasticamente gli stipendi ai propri dipendenti e i finanziamenti ai servizi fondamentali per i cittadini, invocando la necessità di risparmiare, si scagli contro l’unica azione di risparmio che sarebbe ben accetta da tutti.

Tutto ciò perché ha una fottuta paura del giudizio dei cittadini medesimi sull’utilizzo privato dei soldi pubblici.
E’ inutile se non ridicolo sottolineare la presunta “terzietà” del Segretario Comunale nell’’interpretazione del regolamento comunale; la Giunta poteva e potrebbe fare una proposta di modifica del regolamento stesso in un
batter d’occhio.

A questa soluzione di buon senso si preferisce invece l’invettiva contro i promotori del referendum. Complimenti!

Sul fatto poi che le scuole materne del Comune di Bologna abbiano un alto standard di qualità, questo è vero nonostante le politiche della giunta comunale che sembra fare di tutto per abbassarlo e di questo bisogna ringraziare le insegnanti e i collaboratori comunali che, ci dispiace per Merola, hanno in gran parte contribuito al successo della raccolta di firme per il referendum.

Per una volta sarebbe bene che il Sindaco la smettesse con la vuota e demagogica propaganda tesa a difendere solo gli interessi di partito e operasse delle scelte per il bene comune.
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Il comunicato della Usb di Bologna (parte del comitato promotore del referendum)

REFERENDUM FINANZIAMENTO SCUOLE PRIVATE:

SCELTA MEROLA DETTATA DALLA PAURA E IN SPREGIO AL BUON SENSO

I toni sopra le righe, le tesi ardite ed avventate e le offese gratuite nei confronti dei componenti del comitato art.33 contenute nel discorso del Sindaco Merola in merito alla richiesta di tenere il refendum consultivo sul finanziamento alle scuole private in concomitanza con le elezioni politiche, dimostrano anche la sua grande debolezza politica su tali temi.

E’ grottesco che una giunta che ha tagliato drasticamente gli stipendi ai propri dipendenti e i finanziamenti ai servizi fondamentali per i cittadini, invocando la necessità di risparmiare, si scagli contro l’unica azione di risparmio che sarebbe ben accetta da tutti.

Tutto ciò perché ha una fottuta paura del giudizio dei cittadini medesimi sull’utilizzo privato dei soldi pubblici.

E’ inutile se non ridicolo sottolineare la presunta “terzietà” del Segretario Comunale nell’interpretazione del regolamento comunale; la Giunta poteva e potrebbe fare una proposta di modifica del regolamento stesso in un batter d’occhio.

A questa soluzione di buon senso si preferisce invece l’invettiva contro i promotori del referendum. Complimenti!

Sul fatto poi che le scuole materne del Comune di Bologna abbiano un alto standard di qualità, questo e’ vero nonostante le politiche della giunta comunale che sembra fare di tutto per abbassarlo e di questo bisogna ringraziare le insegnanti e i collaboratori comunali che, ci dispiace per Merola, hanno in gran parte contribuito al successo della raccolta di firme per il referendum.

Per una volta sarebbe bene che il Sindaco la smettesse con la vuota e demagogica propaganda tesa a difendere solo gli interessi di partito e operasse delle scelte per il bene comune.

p. USB Bologna Letizia Arcuri


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