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Libia. Risvolti sull’attentato contro il console italiano

Secondo quanto riferito da fonti della sicurezza libica, l’automobile blindata del console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis è stata bersagliata da diversi proiettili, ma la corazza dell’auto blindata ha retto ai colpi e nessuno è rimasto ferito. Alcuni colpi – pare sparati da un’altra vettura, all’altezza di un incrocio – si sono infranti contro un finestrino, al livello della testa del diplomatico e di quella dell’autista.
Dopo l’assalto al consolato Usa di Bengasi dell’11 settembre, costato la vita a quattro americani, tre marines e l’ambasciatore Stevens, si è trattato dell’episodio più grave di ostilità contro un alto funzionario occidentale in Libia.
Nei risvolti dell’attacco contro il consolato Usa a Bengasi Guido De Sanctis non aveva avuto però un ruolo marginale. Nelle ore successive all’uccisione di Stevens è stato uno dei primi ad accorrere tra i resti del consolato americano distrutto dalle fiamme. Ufficialmente testimone quasi oculare dell’assalto, è stato lui a custodire il diario dove l’ambasciatore statunitense Stevens aveva annotato tutte le fasi della missione precedenti la propria uccisione.
Guido De Sanctis, 51 anni, per un periodo era già stato in missione in Libia, poi era stato inviato a Mosca ed era quindi tornatoin Libia all’inizio del colpo di stato che ha spodestato Gheddafi, raggiungendo Bengasi con un viaggio che le cronache descrivono rocambolesco, almeno per gli standard delle missioni di routine di un normale funzionario diplomatico.
De Sanctis era sul campo quando l’Italia riconobbe ufficialmente i ribelli anti-Gheddafi del Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt). Insomma qualcosa di piu di un semplice console. La missione di Guido De Sanctis in Libia sarebbe però alla fine in quanto, si è appreso, sarebbe già fissata per la settimana prossima, la sua partenza con destinazione Qatar, in pratica uno dei mandanti del colpo di stato contro Gheddafi.

L’attentato contro il console italiano a Bengasi presenta però coincidenze importanti. Esso è avvenuto infatti all’indomani della visita del Presidente libico Mgarief a Roma e del Secondo Forum economico italo – libico svoltosi il 10 gennaio alla Farnesina. Il capo dello Stato e presidente dell’Assemblea Generale Nazionale della Libia Mohammed Al-Mgarief, tre giorni fa era stato in visita proprio in Italia doveva aveva sottolineato ”la priorita” della partnership con l’Italia al termine di un incontro con le Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato a Palazzo Madama. “Lo stato della ”sicurezza” in Libia e’ ”la maggiore questione della quale ho discusso nei miei incontri” a Roma, aveva dichiarato il presidente libico. Una previsione davvero lungimirante.


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