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Il Pd fa “l’amerikano”

Una delegazione del Pd guidata dal responsabile esteri Lapo Pistelli è negli Stati Uniti, ufficialmente invitata per la cerimonia di insediamento di Obama. Ma in calendario ha avuto anche una serie di incontri con l’amministrazione e il Partito Democratico Usa, con membri del Congresso e vari think thank per illustrare l’agenda di un eventuale governo italiano guidato da Bersani all’indomani delle prossime elezioni.
Gli americani conoscono bene i numeri, sanno che fra poco più di un mese saremo noi al governo e siamo qui per spiegargli cosa abbiamo in mente di fare” fa sapere Lapo Pistelli.   Secondo il corrispondente negli Usa de La Stampa, sarebbe stato Philip Gordon, braccio destro del segretario di Stato Hillary Clinton per l’Europa, a porre l’interrogativo sul futuro delle misure adottate dal governo Monti e sostenute dal Pd. Il responsabile esteri del Pd, Pistelli si è rivendicato l’appoggio del suo partito al governo Monti : “Le riforme sono state possibili grazie ai nostri contributi e voti in Parlamento” e dunque il Pd se ne sente titolare tanto quanto il Monti. Alle aspettative dell’establishment statunitense sulla sorte di Monti – fortemente sostenuto dall’amministrazione Usa – Pistelli dato ampie assicurazioni: “faremo un governo di coalizione anche se avremo il 51 per cento al Senato” e dunque ci sarà un’intesa con Monti. Pistelli ha poi calato l’asso di bastoni facendo trapelare che il PD non ha bisogno di Monti in termini di credibilità economica presso i mercati finanziari e i poteri forti: ”Bersani è stato governatore dell’Emilia Romagna e ha firmato le privatizzazioni nel governo Prodi dimostrando nei fatti quale modello economico persegue (sic!)”..  

Un altro esponente del Pd, Luca Bader, intervenendo al Center for American Progress, sulla possibile agenda comune fra amministrazione Obama, presidenza Hollande in Francia e futuro governo Bersani in Italia ha affermato “ che è la prima volta dalla fine degli anni Novanta che ci sarà una coincidenza di tempi fra i governi progressisti a Washington, Parigi e Roma”. Negli anni Novanta infatti ci fa un’altro allineamento dei vari pianeti “progressisti” sul piano euroatlantico: Clinton negli Usa, Jospin in Francia e Prodi-D’Alema in Italia. Si parlò di “Ulivo mondiale”. Il risultato più eclatante – e vergognoso – furono i bombardamenti della Nato sulla Jugoslavia nel 1999.

Negli altri incontri tenuti in vari think thank come Brookings Institution, John Hopkins, Fondazione Carnegie, al Congresso e con i governatori democratici di alcuni stati Usa, Pistelli ha così individuato i punti di convergenza fra Obama, Hollande e Bersani: crescita economica, immigrazione e energia. Detto così non inquieta nessuno, ma quando si entra nei dettagli occorre tremare. Pistelli si è detto a favore di un “maggior impegno dell’Ue a sostegno delle primavere arabe” oltre a concordare sulla necessità che l’Iran non abbia l’arma atomica. Il braccio destro di Hilary Clinton, Philip Gordon è poi andato al sodo esprimendo l’auspicio “per un maggior impegno dell’Italia a favore delle riforme in Russia” ovvero l’azzeramento del legame Berlusconi-Putin mai digerito da Washington perchè ha creato dei corridoi energetici come il South Stream alternativi agli interessi statunitensi (Nabucco) nelle rotte del gas e del petrolio tra est e ovest.

Quattro giorni fa, era stato lo stesso segretario del Pd Bersani a dichiarare al Washington Post che “I mercati non hanno nulla da temere, a patto di accettare la fine dei monopoli e posizioni dominanti”.”Capisco quanto strano possa sembrare di vedere la sinistra italiana aprire i mercati”, ha aggiunto Bersani, “ma questo deriva dal fatto che in Italia, la destra non ha una tradizione di libero mercato, tende a dare più potere allo Stato ed è più fortemente influenzato dalle lobby professionali”. Il carico da undici ce lo aveva messo il “sinistro” Fassina in una intervista al britannico Financial Times spiengando che un eventuale governo Bersani non avrebbe smontate le leggi varate dal governo Monti, a partire della Legge Fornero sul mercato del lavoro e non avrebbe avviato alcuna revisione dell’abolizione dell’art.18.

Quello al Pd sarebbe un voto utile? Ma a chi? A Monti sicuramente. A lavoratori, precari e pensionati no di sicuro. In Medio Oriente e nei Balcani… fanno gli scongiuri.


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3 Commenti


  • LUCIANO

    Ci sono mai stati dubbi in proposito?Il problema insormontabile è quello di far aprire gli occhi al cosiddetto “popolo di sinistra”che,a giudicare dai commenti ascoltati in varie occasioni non sembra così ben disposto a contrastare il massacro sociale sottoscritto dal loro partito e dal loro alleato del Bilderberg e,si badi bene, sono in gran parte (purtroppo),lavoratori e pensionati dal reddito falcidiato dalla criminale messa in opera di strategie che andrebbero non solo respinte al mittente,ma combattute come attentati alla stessa sopravvivenza di larghissimi strati di popolazione spogliata dei più elementari diritti legati alla vita intesa come tale.Ci vorranno decenni,gli stessi che sono occorsi a liquidare un patrimonio di lotte, per far riaffiorare quella coscienza della classe per sè che sembra definitivamente sepolta. Se il modo di produzione capitalistico mostrasse tutta la sua irrazionalità e le sue contraddizioni irrisolvibili e diventasse davvero antistorico e insostenibile per la maggioranza del genere umano,il suo superamento avverrà,(obtorto collo),per implosione e saturazione immanente allo stesso,piuttosto che per il volume,( irrisorio) di lotte praticate dalle classi dominate.Fino a quando permarrà il controllo ideologico sulla classe da parte di questa destra mascherata da sinistra o, meglio ,da” centrosinistra”,il capitale e i suoi lacchè possono dormire sonni tranquilli!


  • Francesco

    Bravi ragazzi! Ottima analisi. Creamo una vera alternativa a questi venduti di Stato, dove la merce venduta siamo noi ! Abbiamo bisogno di recuperare la nostra sovranità monetaria nell’ottima del bene comune. Ma dove sono questi statisti ? Venduti ai poteri forti e disonesti intellettualmente,.


  • renato

    altri buoni motivi per votare “a sinistra” uno come bersani: questo è più a destra di la russa

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