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NoDebito Bologna. Parte la campagna sulla sanità pubblica

In questa campagna elettorale che non entra nel merito delle vere questioni sociali riportiamo al centro la difesa dei diritti fondamentali come quello alla salute contro le politiche di austerity accettate da tutte le forze politiche presenti in parlamento.

In Emilia Romagna i tagli, per il solo 2013, ammontano a 260 milioni in meno che equivalgono a circa 4.000 posti letto, e nella sola Bologna il taglio previsto sarà di 50 milioni pari a 600 posti letto ospedalieri.

Oltre a questo ordine di tagli altre riduzioni con effetti devastanti nella quantità e nella qualità delle prestazioni riguardano i vincoli di spesa per gli acquisti medico sanitari e sugli appalti.

Una politica di smantellamento che aggrava una situazione già da tempo in declino con liste di attesa lunghissime e con un forte ricorso da parte dei cittadini alla sanità privata, convenzionata e non.

Da questa mattina e per tutto il mese di febbraio, il Comitato No debito promuoverà la diffusione di materiale di informazione sulla situazione e sulle prospettive del sistema sanitario pubblico e sulle ragioni che giustificherebbero questo tipo di smantellamento, politiche legate al rispetto dei diktat della commissione europea, della BCE, FMI: per risparmiare sulla sanità pubblica e rimpinguare contemporaneamente le casseforti di banche e assicurazioni.

Gli attivisti del Comitato No Debito di Bologna con le parole d’ordine di “Non si può morire di debito, tagliano la sanità, minacciano la nostra salute, arricchiscono le banche” diffonderanno il materiale, tra volantini, dossier e locandine recandosi preso i vari poliambulatori ed ospedali cittadini, e centri di prenotazione CUP.

Bologna 2 febbraio 2013

Comitato No Debito – Bologna
Di seguito il volantino diffuso oggi

NON SI PUÒ MORIRE DI DEBITO

DIFENDIAMO LA SANITÀ PUBBLICA E LA SALUTE DEI CITTADINI

I governi degli ultimi venti anni hanno continuato a tagliare i servizi sanitari del paese: negli ultimi tre anni le chiusure di interi ospedali, reparti, ambulatori, servizi sono diventate insopportabili.

I precedenti governi Berlusconi e Monti hanno attuato e programmato un taglio alla sanità per 30 miliardi di euro. Nel 2011 la spesa sanitaria del nostro paese era già di oltre 2,9 miliardi in meno rispetto all’anno precedente, nel 2012 è diminuita ancora di più a causa degli ulteriori tagli e il Fondo Sanitario del 2013 risulta inferiore, di circa un miliardo, rispetto al finanziamento 2012.

Ma Siamo sotto campagna elettorale, i tagli partiranno dopo il voto.

Niente di tutto questo emerge nella campagna elettorale: non se ne parla perché il programma economico da seguire è già scritto dai nuovi padroni europei (Banca Centrale e Commissione Europea). Un programma applicato dal governo Monti ma con l’appoggio del centrodestra e del centrosinistra, e quindi anche il prossimo Governo “continuerà a mantenere gli impegni presi a livello europeo”.

Preannunciare altri tagli alla sanità fa perdere voti, ma sappiamo che anche in Emilia Romagna e a Bologna i prossimi tagli alla sanità saranno pesantissimi (circa 260 milioni in meno solo per il 2013): la Giunta Errani e l’Assessore alla Sanità Lusenti sono già al lavoro per pianificare l’ulteriore smantellamento della sanità regionale e cittadina, con meno posti letto, allungamento delle liste di attesa, deperimento della qualità dei servizi.

Ma perché chiudono in tutto il paese gli ospedali, eliminano i posti letto, aumentano i ticket, licenziano i lavoratori, aumentano l’età pensionabile?

Perché i miliardi risparmiati sulla salute della popolazione vengono buttati nel secchio senza fondo del pagamento del debito pubblico. Ogni anno tra gli 80 e i 100 miliardi di euro spariscono divorati dagli interessi pagati a banche, assicurazioni, fondi di investimento italiani e stranieri i quali rappresentano l’84% dei proprietari dei titoli di stato italiani (Bot, Cct, Btp, Ctz etc.) che costituiscono il debito pubblico.

Per pagare i crediti alle banche stanno minacciando le aspettative di vita della gente. Si va in pensione più vecchi e si riducono gli standard dell’assistenza sanitaria. In pratica il governo, le banche e i diktat dell’Unione Europea ci stanno dicendo che “dobbiamo morire prima” perché sanità, pensioni, servizi sociali sottraggono soldi che invece sono destinati alle banche.

Tagliano la sanità, minacciano la nostra salute, arricchiscono le banche.

Per pagare il debito pubblico ci lasceranno senza assistenza sanitaria, né ospedali dignitosi.

E’ una barbarie che va fermata: nessuno ospedale, reparto, poliambulatorio deve essere chiuso per arricchire le banche. Nessuno deve rimanere senza una assistenza sanitaria garantita per obbedire ai diktat della Banca Centrale e della Commissione Europea

Basta con la schiavitù del debito pubblico – disdetta dei Trattati Europei

Basta ticket, No alle assicurazioni private

No alle liste d’attesa interminabili e all’intramoenia

Diritto alla salute per tutti

Comitato No Debito – Bologna

www.nodebito.it

contatti: noinodebitobologna@gmail.com

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