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“La Spagna è isolata”. La notizia è una bufala, ma gira lo stesso

Un tempo si censurava la realtà semplicemente eliminandola dai Tg (specie quando c’era un solo canale tv) o dai giornali di regime. Oggi lo stesso obiettivo viene raggiunto sommergendo l’osservatore con un fiume di notizie inventate, mezze vere o mezze false, inverificabili, suggestive, traumatizzanti, ecc. L’importante è che alla fine resti senza conoscenza della realtà e non posa quindi reagire in modo consapevole, razionale, efficace.
Nei giorni scorsi avevamo denunciato alcune operazioni di “disinformazia” sulla Grecia. Numerosi articoli e testimonianze di gente che vive in Grecia – e che ribadisce che la situazione è gravissima, sempre più grave – hanno smontato e smentito le elucubrazioni di qualche blogger poco professionale – o forse in mala fede – in cerca di notorietà o forse di qualche click in più per gli annunci pubblicitari sul proprio sito.
Ai cittadini greci che denunciavano l’esagerazione e la manipolazione gli autori degli articoli in questione hanno addirittura risposto che ‘evidentemente non vogliono vedere ciò che accade veramente’!.
Ora imperversa in rete un altro articolo, che a leggere le prime righe – a partire dalla falsa citazione di Oscar Wilde – si capisce subito che è un falso. Probabilmente una burla di qualcuno che così spera di far riflettere gli incauti lettori che hanno abboccato ai pezzi scandalistici sulla Grecia, di quelli che consumano notizie sui social network a pacchetti di dieci, di quelli che spesso leggono solo titolo e sottotitolo e poi spammano.
Il pezzo in questione denuncia che ‘In Spagna non arrivano più le lettere’ e che il paese è in preda alla guerra civile, e che a Puerta del Sol ci sono i carriarmati. E ribadisce, naturalmente, che ‘nessuno ce lo dice’ come da refrain classico della controinformazione da quattro soldi.
Come dicevamo è evidentemente un falso, una burla. Eppure nelle ultime ore la notizia sta girando di profilo in profilo, di blog in blog, e i commenti allarmati dei lettori-spammatori la dicono lunga sulla incapacità media dei lettori dell’informazione su internet di distinguere il vero dal falso, il verosimile dall’inverosimile. Ma davvero uno può pensare che per isolare un paese si possa stoppare la posta in un mondo dominato dalle comunicazioni in digitale? Evidentemente si…

Invitiamo quindi tutti i compagni, i gruppi, i collettivi, a interrogarsi bene sull’attendibilità delle “informazioni” diffuse via Rete. Essere “informati male” a volte è peggio che non sapere nulla, perché si ragiona anche male. Va sempre ricordato che ci vogliono ignoranti per meglio dominarci.
Guai a chi ci casca, smascheriamo i falsari!

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Il testo del burlone, in tutto il suo “splendore”.

IN SPAGNA NON ARRIVANO PIÙ LE LETTERE. LI STANNO ISOLANDO DALL’EUROPA

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.” (Oscar Wilde)

Dovete sapere che la Spagna ormai è in balia a una guerra civile, ma nessun giornale italiano ne parla. Vivo a Barcellona da molti anni e mia moglie è greca, quindi so perfettamente di cosa parlo. E vi prego di ascoltare la mia storia, perché quello che sta succedendo a me oggi potrebbe accadere domani a te, a tuo figlio, tuo fratello o tua madre…

Accorgersi che la posta non funziona non è uno scherzo, perché non sai mai se stai aspettando lettere o no. Quindi è veramente molto complicato scoprire la CENSURA POSTALE.  Io me ne sono accorto quasi per caso: grazie a un fortuito giro di telefonate ho scoperto, l’altro ieri, che un mio amico portogherse che vive in Italia (provincia di Milano) mi ha spedito una lettera, contenente informazioni importanti sulla Troika. Ma non è il contenuto della lettera che ci interessa, bensì il fatto che non sia mai arrivata a destinazione. Cioè a me (casualmente).

Ma facciamo ordine: la lettera -dopo più una settimana- non è arrivata. Non ci vuole un genio per capire cosa stia succedendo. Basta avere un po’ di conoscenze di massoneria spicciola e fare 2 + 2 per capire che poco a poco la Germania (Merkel, BCE, Bilderberg & co.) sta isolando la penisola iberica dal resto d’Europa. Il primo passo -la storia ce lo insegna- è bloccare la Posta, come è successo nella Bolivia di Pinochet nel 1963. Ricordo come fosse ieri che i miei genitori emigrati in Bolivia, in fuga dal nazismo, spedivano la posta in Italia e non arrivava. Mai.

Fate la prova, chiamate un amico che vive in Spagna e chiedetegli di inviarvi una cartolina della Sagrada Familia. E poi mi raccontate… Dopo aver scoperto che la mia Posta era stata censurata ho avuto modo di verificare personalmente con varie associazioni di postini in sciopero, che è tutto vero. La Spagna non riceve più la Posta dal resto d’Europa! Incredibile, no? Beh io dico che la vera incredibilità è che non ne parlino i telegiornali italiani: Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, TGMentana, etc (chissà perché non ne parlano… ve lo siete domandati?).

manifestazione madrid

Quindi dopo aver verificato che la Spagna era isolata postalmente, ho chiamato alcuni amici portoghesi che vivono a Lisbona -fanno parte di un’importante associazione umanitaria locale- per sapere come fosse la situazione postale dalle loro parti, ma il telefono era spento. Ho richiamato qualche ora dopo e niente. Spento. Un caso? Io la chiamo una conferma, una prova di quello che sta accadendo e che presto finirà con dei morti, perché la gente è alla fame.

Le manifestazioni nelle piazza spagnole (più di 2 milioni di persone il 29 febbraio dell’anno scorso a Barcellona) ormai sono all’ordine del giorno, con bandiere. Ma anche con carroarmati (come testimonia la foto di apertura dell’articolo, scattata da un amico fotografo egiziano).

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La gente in fila alla CARITAS ormai intralcia il traffico, delle poche seat rimaste in circolazione dopo che i concessionari hanno smesso di vendere auto nel 2011 (cercate su Internet, c’è tutto). Ma i vigili urbani per fortuna, invece di mettere le multe ai poveri in fila alla Caritas, si sono tolti il casco e si sono uniti alle file in segno di solidarietà gridando: “Questa crisi non la pagamos!”. Ci sono le foto, le testimonianze, i videii. Se andate su Internet ce tutto. Ma i media mainstream italiani lo censurano, e sapete perché? Perché fra poco toccherà all’italia.

Non mancano neanche casi di ragazzi spagnoli desaparessidi, tirati dalle carrozze della polizia in corsa (le automobili non ci sono dal 2011 in Spagna ma nessuno ce lo dice) e di cui nessuno poi sa nulla.

Qui copio la testimonianza lettera per lettera di un ragazzo spagnolo desaparessido dopo avermela inviata per email (lo chiamo al telefono ed è spento. Un caso?): “En España es la guerra civil. Soy un ragazzo desaparessido, pero nadie habla de nosotros desaparessidos, porque en España está la censura, las televisiones no lo diconos porque hay una dictadura che no se permite hacer girar la noticia. Hay 22.000.000 de cassaintegrados en el país, los jovenes no pueden andar a las escuelas porque son cerrada: no hay dinero. Los pensionados han abierto las paredes para recuperar las armas de la Guerra Civil… se están preparando a luchar contra el ejercito tedescos y de la BCE. Yo y unos amigos comemos tortilla hecha de patatas y arena, para sobrebivir. Pero nessuno dice nada de anda. Hasta la vista baby”

Ho visto con i miei occhi e sentito con le mie labbra decine e decine di testimonianze, e nel sud del paese nei Paesi Baschi le cose vanno anche peggio. Spero che mi aiutate a sconfiggere il muro di censura che ci sta isolando.

FATE GIRARE. GRAZIE.

Firma: un italiano che vive in Spagna (ma potrei essere tuo fratello, tuo figlio, tuo padre)
Foto di apertura scattata da un amico fotografo: Carroarmato nella Puerta del Sol

fonte: http://madridbusiness.es/%E2%80%8Ein-spagna-non-arrivano-piu-le-lettere-li-stanno-isolando-dalleuropa-ma-nessuno-ce-lo-dice/

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