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Si sgonfia il “mito” Monti, piccolo mentitore come tanti altri

Lo stagno della politica italiana deve essere davvero altamente inquinante. Persino l’uomo venuto da Marte, o dai cieli di Bruxelles, una volta gettato nell’arena elettorale ha perso tutto il suo algido distacco professorale e si è lanciato in una sfilza di menzognucce di basso conio, come non si sentiva più fare nemmeno a un Gasparri o a un Cicchitto (poveretti, sono oscurati da una battaglia che li vede ormai, al massimo, tra gli “spettatori interessatI”).
Ma bisogna davvero essere rincitrulliti pesantemente per chiamare in causa – con nome e cognome – un leader europeo per attribuirgli un’intenzione “invasiva” sul processo elettorale italiano. Avesse MOnti detto che “i mercati non vedono di buon’occhio al governo un partito condizionato da Vendola e dalla Cgil” – cosa che va ripetendo da oltre un mese, facendo al massimo sorridere gli addetti ai lavori – forse nessuno si sarebbe sentito costretto a smentirlo. Chi sono “i mercati”? Un bru-bru chiamato in causa per spaventare il popolino, azzittire le critiche, intimidire chi vuol essere intimidito. Ma non hanno un indirizzo specifico, né un “portavoce” autorizzato a diffondere l’esternazione di giornata.
Ma Merkel, che diamine! Nemmeno al tempo in cui la televisione aveva un solo canale sarebbe potuta passare inosservata un’idiozia del genere. Figuriamoci oggi, in cui ci sono più fonti di diffusione che lettori…

Naturalmente, tutto ha uno scopo di brevissimo momento: raccattare qualche voto in più, limitare i danni di un voto che sembrava scontato (Pd maggioranza, Vendola al guinzaglio, e alleanza con Monti per mettere in atto l'”agenda Monti”). Ma che invece ora si preannuncia quantomeno imperscrutabile, e con il Senato quasi certamente privo di una maggioranza come quella appena descritta.
Colpa del Pd e di MontePaschi, colpa di Vendola e del suo appeal scomparso sulla sinistra “di movimento” e lotta, colpa di Monti e Casini che hanno infilato una bella serie di castronerie sotto le telecamere, colpa di Grillo che raccoglie consensi senza dire rigorosamente quasi nulla di chiaro, colpa di Ingroia che va a capitalizzare il dissenso un po’ più articolato contro il mondo politico… Fatto sta che appare quasi certo un parlamento senza baricentro (non certo la sola  Camera, con il “porcellum” che assicura la maggioranza dei deputati al primo partito, anche se dovesse prendere solo il 15% dei voti) e con il concreto scenario di un “governo di larghe intese” come quello uscente, ma “di corto respiro”. Con altre elezioni a breve termine.
Ma in quest’esito, che apre varchi impensati alla conflittualità di classe ragionata e altamente consapevole della partita in atto, bisogna ammettere che Monti ci ha messo molto del suo.
Chi l’avrebbe mai detto, quando pontificava di “riforme strutturali” come un chirurgo oncologico, che sotto quell’aplomb covava l’animo di un giocatore di tre carte? Un “qui lo dico e qui lo nego, semmai lo invento e poi lo smentisco” come davvero troppi ne girano, nel recinto dei bassethound che dicono di far politica.

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