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La guerra dentro l’eccellenza universitaria

Se gli ultimi dati del Consiglio Universitario Nazionale ci hanno confermano l’avanzamento nella costruzione di un’Università di classe, dove la ristretta “utenza” che potrà permettersi di studiare negli atenei privati andrà a formare la futura élite tecnocratica del Paese, il caso della Scuola Sant’Anna di Pisa ci presenta un modello di formazione della classe dirigente basato non sull'”esclusione” di classe ma sulla “cooptazione”.
 
Alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Ateneo a statuto speciale che opera nell’ambito delle scienze applicate, si accede infatti per concorso pubblico nazionale, e i vincitori sono esentati dal pagamento delle tasse universitarie e hanno diritto a vitto e alloggio gratuiti. La Scuola si prefigge
esplicitamente l’obiettivo di formare la classe dirigente del Paese: in effetti, è sufficiente una sguardo all’offerta didattica, non solo dei corsi e dei masters, ma anche dei seminari, dei convegni e delle iniziative, per ricostruire i tratti salienti di una classe dirigente che va ormai inserita nel quadro più ampio di una borghesia transnazionale europea in costruzione.
 
L’aspetto più evidente è proprio la dimensione europea in cui si inserisce l’attività della Scuola: il Programma di Dottorato Internazionale in Economia, ad esempio, è offerto in collaborazione con l’Università di Strasburgo, ed è parte dell'”European Network of Excellence DIME”, che prevede scambi con diverse scuole d’eccellenza del continente.
 
Il gran numero di percorsi formativi a disposizione degli studenti nell’ambito della “gestione dei conflitti” e del cosiddetto “peacekeeping” ci apre invece una finestra su un altro tratto della nuova classe dirigente europea: la sempre più decisa proiezione imperialista, nel contesto della
competizione globale. Se i corsi sono rivolti a formare il personale civile altamente specializzato che affianca quello militare negli scenari di guerra presenti e futuri che ci vedono coinvolti, non manca il “Corso di aggiornamento sull’Afghanistan” destinato agli ufficiali della Brigata
Folgore, svoltosi il 14 e 15 Gennaio di quest’anno, offerto dall’Istituto Diriopolis della Scuola (Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo).
 
La Classe di scienze sperimentali dà poi il suo contributo alla causa delle “guerre umanitarie” con l’alta qualità soprattutto nel settore ingegneristico: si pensi all’accordo tra il Centro di ricerca sulla robotica marina del Sant’Anna e l’azienda livornese Waas, del gruppo Finmeccanica, per la costruzione del siluro di ultima generazione “Black Shark”, e alla partnership con l’Istituto Weizmann di Tel Aviv, centro di ricerca che consente ad Israele lo sviluppo del suo arsenale nucleare.
 
Presieduta da Giuliano Amato, la Scuola Sant’Anna, che ha appena visto eleggere alla Camera il suo rettore Anna Maria Carrozza nelle liste del Pd, è ormai un efficiente serbatoio anche di quadri politici, soprattutto per il Partito Democratico, e, pur riuscendo a mascherarlo dietro l’accesso
aperto a tutti in base al merito, costituisce l’effetto più mescino e infame della ricostruzione in senso classista ed elitario dell’università italiana.

Questi Atenei dell’eccellenza dove l’unico parametro di giudizio per entrarvi e per rimanere è il merito, rappresentano in realtà una vera e propria  forma di ricatto scientifico ed intellettuale. Assumendo dal proficuo dibattito che in questi anni si è sviluppato all’interno del movimento degli studenti  il giudizio sulla  questione del “merito”, riconosciuto come un parametro del tutto soggettivo all’interno di una società divisa in classi, la critica a questa imposizione di  università “gratuita” deve essere radicale. Se il modello di università pubblica “ gratuita” deve passare per un totale asservimento dei tempi, della vita e dell’ideologia di chi vi si accede, non possiamo altro che riconoscervi un ulteriore modello di asservimento  di una generazione  alle logiche e ai bisogni del capitalismo.

Coordinamento Giovani della Rete dei Comunisti


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