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Terni è antifascista. Vietati gli spazi comunali ai fascisti

Dopo anni di mobilitazione antifascista da parte della RAT (Rete Antifascista Ternana), finalmente il Consiglio comunale di Terni ha trovato il coraggio di rivendicare i valori costituzionali, deliberando nella seduta di lunedì 25 marzo il divieto di concessione degli spazi pubblici di sua competenza ad organizzazioni riconducibili direttamente o indirettamente all’ideologia fascista, come già avvenuto in molti Comuni italiani.

Negare gli spazi pubblici alle organizzazioni di matrice fascista è un atto di civiltà, che fa seguito al divieto di uso per i neofascisti dell’aviosuperficie già ottenuto dagli antifascisti ternani nel 2010 e che rende giustizia a quanti non hanno mai smesso di denunciare la minaccia per la libertà rappresentata da forze che, con il supporto dei media e di molte, troppe forze politiche, manipolano la storia nazionale per riabilitare l’ideologia fascista e la sua prassi sanguinaria.

Un’opera di denuncia, quella dell’antifascismo ternano, pagata a suon di processi e di provvedimenti restrittivi della libertà, mentre la contraffazione della storia e della resistenza partigiana operata da revisionisti di ogni risma, compresa l’ANPI locale, rischia di trovare ulteriore celebrazione, dopo l’intitolazione di una via cittadina alle vittime delle foibe, con la ventilata istallazione di un monumento commemorativo donato alla città proprio dai fascisti di Casapound.

Non possiamo accettare la contraddizione di un’amministrazione comunale che, mentre espelle le organizzazioni di matrice fascista dagli spazi pubblici della città, si lava le mani dall’ennesimo tentativo mistificatore di queste stesse organizzazioni, il cui evidente intento è quello di ricordare solo le morti dei fascisti italiani e non quelle dei partigiani, degli antifascisti, degli slavi, vittime di vent’anni di italianizzazione forzata e dell’occupazione militare nazifascista.

L’istallazione un simile monumento, a cui sono sottese queste finalità, equivarrebbe all’occupazione permanente di uno spazio pubblico cittadino: chiediamo pertanto all’amministrazione comunale di trarre le debite conseguenze da quanto deciso lunedì respingendo al mittente il presunto monumento fascista, accogliendo le istanze dei movimenti antifascisti e comprendendo che il pericolo rappresentato da queste formazioni e dalla loro continua ricerca di riabilitazione è reale e vicino.

Defascistizzare gli spazi pubblici è un primo passo: dopo l’aviosuperficie, le sale comunali evitiamo la fascistizzazione delle piazze e defascistizziamo la memoria.

Fonte: Umbria Left

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