Menu

Bersani “non ha risolto”, Napolitano prova con un altro “governo inciucio”

Il Pdl ieri sera ha trattato fino a notte inoltrata per dare il via libera a un governo targato Bersani, con il placet del nuovo gruppo Gal costituito al Senato o con l’uscita dall’Aula della Lega, a patto però che il Pd varasse un governo “non ostile”, soprattutto sul fronte dei ministri della Giustizia e dello Sviluppo. Insomma un governicchio fragile fragile, che Berlusconi potesse far cadere se i processi gli dovessero andar male (com’è ampiamente prevedibile). Bersani si era detto disposto anche a capitolare sulla seconda parte della Costituzione per offrire qualcosa al PdL, ma non poteva dare a vedere un “inciucio” suicida, dove avrebbe messo la tesat sul ceppo in cambio di ben poche “rassicurazioni”.
Ma nella trattativa tra Pd e PdL c’è stato dunque il convitato di pietra della poltrona del Quirinale: il Cavaliere avrebbe voluto il sì un nome indicato dal centrodestra, scelto in una rosa di nomi (o addirittura una poltrona per lui stesso) “graditi” anche al centro-destra.
Il risultato sarebbe stato un governo fragile e tempo determinato in cambio di ben sette anni di Presidenza della Repubblica che, alla luce dei danni realizzati da Napolitano come “decisore”, sarebbe stata una pesantissima ipoteca sul futuro del paese.
Q quindi nulla da fare. Napolitano ora sta muovendosi per il “piano B”: il cosiddetto governo del presidente, con un pacchetto di riforme da realizzare molto rapidamente.
Fra i nomi che circolano con più insistenza quello di Luciano Violante e quello del direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni.
Poi la sorpresa: il Pd precisa che “Bersani non ha rinunciato all’incarico”. Frase sibillina, che in teoria non significa nulla, tranne che Bersani non vuole uscire dalla partita. Ma l’unica soluzione possibile, al momento, è un altro “governo d’emergenza” (come quello tecnico, ma con qualche rappresentante dei vari partiti), promosso direttamente da Napolitano anche se diretto da qualcun  altro (e  qui Bersani si sentirebbe ancora in campo, sembra di capire).
Per un “governo del Presidente”, insomma, nessuno – tranne il M5S – potrebbe dirsi non interessato a un sostegno a tempo e su pochissimi punti di programma. E senza potre pretendere in cambio la poltrona stessa del Quirinale…
Una soluzione pasticciata più che mai e che potrebbe servire solo a gonfiare i futuri consensi ai grillini. Va ricordato agli smemorati che se Napolitano, nel npvembre 2011, avesse scelto la via maestra delle elezioni anticipate – scontando ovviamente altri due mesi di spread alle stelle – il risultato sarebbe stato completamente diverso dallo stallo attuale.
Ma non c’è mai stato nulla di peggio, in Italia, della “cultura politica” degli ex-Pci: mediatori senza causa, pronti a qualsiasi soluzione, completamente privo non diciamo di “progetto”, ma nemmeno di ideuzze.


- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *