Menu

“Rivoluzione è il senso del momento storico”

 

La Conferenza annuale di quest’anno – dal titolo “ Rivoluzione è il senso del momento storico” – intende discutere e perfezionare la proposta politica generale della Rete dei Comunisti in questa fase dello scontro politico e sociale nel nostro paese e in Europa.

Il tema della Rivoluzione pone al centro diversi aspetti a nostro avviso centrali in questa fase: dalla necessità di operare per una rottura dell’Unione Europea, soprattutto nei suoi anelli deboli, i paesi Piigs – alla rivoluzione culturale che va reintrodotta nella formazione politica delle nuove generazioni di militanti e attivisti. Le macerie lasciate sulla strada dall’esaurimento del patrimonio storico, politico e di consenso dei partiti della sinistra italiana, richiedono da un lato una forte discontinuità dall’altro una messa in mora dell’elettoralismo che ha portato sistematicamente alle sconfitte e alla crisi politica e progettuale di questi anni.

La proposta politica della Rete dei Comunisti intende rimettere al centro una strategia di trasformazione sociale radicale approfittando della crisi della egemonia capitalista in corso. Una trasformazione che non può definirsi negli interstizi riformisti del sistema capitalistico e liberale ma che può emergere da una proposta di rottura del quadro esistente.

La rottura e la fuoriuscita coordinata dall’Unione Europea e dall’Eurozona per i paesi euromediterranei non significa solo riaprire una prospettiva di cambiamento ma significa anche delineare una alternativa credibile alla macelleria sociale imposta dalla Troika.

Se la proposta sulla quale intendiamo andare al confronto con tutte le realtà politiche, sociali, sindacali, intellettuali è la proposta della Rete dei Comunisti, abbiamo chiaro che la nostra organizzazione non sia da sola sufficiente per avviare una controtendenza efficace. In tal senso è da tempo che la Rete dei Comunisti ha aperto un confronto politico e teorico ed una azione unitaria a tutto campo che ponga con forza il tema della rottura del quadro politico e della “Rivoluzione come senso del momento storico”.

Alla nostra Conferenza annuale, come è consuetudine sono invitati a partecipare non solo i militanti e gli attivisti della Rete dei Comunisti, ma tutte le compagne e i compagni con i quali si collabora e ci si confronta concretamente dentro il conflitto di classe.


Qui di seguito il documento politico per la Conferenza annuale della Rete dei Comunisti

Documento_Conferenza_RdC.pdf

Volantone__k.pdf

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

3 Commenti


  • andrea

    Ho letto i punti della proposta politica, che condivido completamente. Solo non capisco come si possa pensare di realizzarli senza una forte rappresentanza nelle istituzioni del Paese. Per fare l’ALBA, in Venezuela Chavez era al governo, e a Cuba Castro.
    Potreste spiegarmi in breve come si potrebbe portare a termine il vostro ottimo progetto, operando fuori dalle istituzioni?


  • Francisco

    E’ la prima volta che leggo di comunisti che vogliono andare al potere senza fare il partito… scusate, mi pare la storia di Grillo sia stata un esempio “illuminante”.
    Quella roba lì (FASCISTA) sì e la nostra NO?
    Come funziona?
    O ce ne freghiamo di contare o cosa mi sono perso della storia comunista?


  • giulia

    sono d’accordo con andrea. così non riusciamo ad incidere. non capisco perché non si raccolga la richiesta che viene da più parti di unirci in un partito e provare a operare da dentro, nelle istituzioni. in questo momento storico non capisco come si pensi di cambiare qualcosa. che facciamo, ci mettiamo a sperare che il M5s appoggi le nostre lotte? purtroppo questo l’ho letto in molti luoghi e da esponenti importanti. vorrei che mi spiegaste oltre alla teoria (analisi proposta sulla situazione politico-economica) quale pensiate possa essere la prassi. continuare con lotte contingenti? continuare a prendere bastonate e condanne per resistenza a pubblico ufficiale o devastazione? questo lo considero immobilismo politico, che si ferma alla teoria senza avanzare verso la prassi, cioè l’azione dentro e fuori le istituzioni. il mio è un appello, ma siccome non è il primo temo che resterà inascoltato. non ci è bastato quello che è successo col M5s? vogliamo capire che dobbiamo cambiare atteggiamento per non scomparire? le volte che partecipo siamo sempre 4 gatti. non si può continuare così.

    da Gramsci:
    “Poiché ogni azione è il risultato di volontà diverse, con diverso grado di intensità, di consapevolezza, di omogeneità con l’intiero complesso di volontà collettiva, è chiaro che anche la teoria corrispondente e implicita sarà una combinazione di credenze e punti di vista altrettanto scompaginati ed eterogenei. Tuttavia vi è adesione completa della teoria alla pratica, in questi limiti e in questi termini. Se il problema di identificare teoria e pratica si pone, si pone in questo senso: di costruire su una determinata pratica una teoria che, coincidendo e identificandosi con gli elementi decisivi della pratica stessa, acceleri il processo storico in atto, rendendo la pratica piú omogenea, coerente, efficiente in tutti i suoi elementi, cioè potenziandola al massimo, oppure, data una certa posizione teorica, di organizzare l’elemento pratico indispensabile per la sua messa in opera. L’identificazione di teoria e pratica è un atto critico, per cui la pratica viene dimostrata razionale e necessaria o la teoria realistica e razionale.

    Ecco perché il problema della identità di teoria e pratica si pone specialmente in certi momenti storici cosí detti di transizione, cioè di piú rapido movimento trasformativo, quando realmente le forze pratiche scatenate domandano di essere giustificate per essere piú efficienti ed espansive, o si moltiplicano i programmi teorici che domandano di essere anch’essi giustificati realisticamente in quanto dimostrano di essere assimilabili dai movimenti pratici che solo cosí diventano piú pratici e reali.”

    questo mi sembra un momento di transizione evidente, quindi cosa aspettiamo? la disgregazione sociale ed economica è brutale e lo sappiamo bene, non possiamo permetterci di contnuare a fare solo analisi della situazione che senza un’azione conseguente restano sterili esercizi. mi spiegate allora questa chiosa del redazionale di ieri :
    Crisi politica. Tutti contro tutti, dentro e fuori i partiti
    ….
    “La domanda è: ci si mette in moto o si aspetta che qualcuno trovi una “quadra” per fotterci meglio, così ci si può sfogare a dirgli maleparole?”

    PS. vorrei far notare che a macchina ferma se il motore è in moto consuma ugualmente carburante… inutilmente… e inquina pure :-/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *