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Bologna. Oltre il referendum

I milioni di euro stanziati dall’amministrazione comunale di Bologna a favore delle scuole private, hanno trovato d’accordo PD, PDL, LEGA, UDC. Questo ci chiarisce come viaggiano gli interessi dei partiti che privilegiano il consolidamento del potere rispetto alla collettività.
Quando il Nuovo Comitato Articolo 33 ha cominciato a raccogliere le firme necessarie a indire il referendum, questi partiti hanno speso dichiarazioni deterrenti. I sindacati confederali, quelli che sostengono i gruppi di potere legati direttamente alla politica, si sono detti contrariati dal referendum. Il sindaco Virginio Merola ha dichiarato che qualunque fosse stato il risultato del referendum, lui avrebbe proseguito nella direzione già scelta, quella dei finanziamenti alle scuole dell’infanzia private paritarie. Il sindaco ha poi scelto come data della consultazione il 26 maggio, cioè l’ultima domenica di maggio quando molti cominciano a lasciare la città nei fine settimana, poiché un referendum con poca affluenza ne sminuirebbe le motivazioni. Proprio per questo hanno stabilito che si votasse in un solo giorno a differenza di ogni altra tornata referendaria. Proprio per questo, Merola e amici, hanno deciso di spedire i cittadini a votare in sedi diverse dalle solite scuole, meno accessibili, adducendo come motivazione il “non voler sospendere un servizio così importante” come la scuola. Ma allora perché in tutte le altre occasioni si è votato nelle scuole? La scuola evidentemente è un servizio importante soltanto quando fa comodo sostenerlo. Il sindaco Virginio Merola, sempre lui, sta facendo pubblicamente campagna elettorale contro la scuola pubblica, tralasciando come la sua carica istituzionale suggerirebbe una posizione al di sopra delle parti. Le scuole private stanno inviando lettere alle famiglie dei ragazzi iscritti, chiedendo di votare B, le scuole pubbliche, in quanto pubbliche, non potrebbero comportarsi ugualmente. L’amministrazione comunale di Bologna ha concesso l’utilizzo di Piazza Maggiore al comitato per la B per sabato 25 maggio, il giorno prima delle votazioni, quando generalmente le campagne elettorali sono da considerarsi sospese.
Al di là del significato delle due posizioni sulle quali le cittadine e i cittadini si confronteranno, siamo di fronte a una sorta di democrazia unilaterale, in cui una parte prende “democraticamente” tutto, e decide per tutti, anche se la maggioranza è contraria.
A questo dovremo pensare anche dopo il 26 maggio perché è a rischio la nostra libertà.

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