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L’ultima illusione; fermare il crollo per legge…

Ecco il corrispettivo politico dell’”accordo sulla rappresentanza” che Cgil,Cisl, Uil e Confindustria stanno per siglare. Lì si prescrive, quasi senza dirlo, che gli unici sindacati ammessi sono quelli che Confindustria riconosce come tali (firmatari di contratto e soprattutto impossibilitati a scioperare contro violazioni degli accordi inavvertitamente sottoscritti); e quindi chi non lo ha fatto non si può candidare per le elezioni Rsu.

Qui, invece, si cerca di impedire per legge la presentazione di liste di “movimenti” che non abbiano struttura o statuto da partito.

Si tratta del tardivo e un po’ ridicolo tentativo di chiudere le porte della stalla quando i buoi sono già scappati. Dal punto di vista costituzionale si tratterebbe persino di un tentativo dotato di qualche senso, perché la Carta garantisce la libertà di partiti e sindacati, riconoscendone il ruolo; ma il Parlamento, in quasi 70 anni, si è guardato bene dal legiferare su quali caratteristiche debba avere un partito o un sindacato. Pensavano di essere furbi e di controllare i sommovimenti della società , lasciandosi le mani libere per praticare l’attività in modo che non fosse disciplinata da nessuna legge.

Poi la realtà si è vendicata. Prima facendo spuntar fuori Berlusconi, poi Grillo. Nella pratica sindacale, invece, la rottura non è stata altrettanto fgrande. Ma ci sono tutte le condizioni perché possa accadere.

Questo articolo di Repubblica chiarisce il contenuto e l’intento della bozza di ddl presentata al Senato. Dai nazisti dell’Illinois? No, dal Partito Democratico. Naturalmente…

Pensano di poter evitare i crolli con una legge che impedisca ai mattoni di cadere…

Il testo del ddl:

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Un ddl a firma Finocchiaro-Zanda, presentato al Senato, sbarra la strada del voto a quei soggetti senza personalità giuridica e senza statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. In pratica scatterebbe il divieto per tutti i movimenti come quello di Beppe Grillo

ROMA – Vietare a tutti i movimenti politici non registrati di partecipare alle competizioni elettorali. E’ questo il cuore del disegno di legge presentato dal Partito democratico in Senato. La proposta, firmata dal capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda e da Anna Finocchiaro, di fatto impedirebbe a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale di candidarsi a qualsiasi livello alle elezioni. Il disegno, se diventasse legge, come è facile immaginare potrebbe avere conseguenze importanti sull’attuale sistema politico italiano. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, la vera sorpresa dell’ultimo voto e terza forza politica del Paese, sarebbe tra le prime vittime della proposta Zanda-Finocchiaro e, senza una riforma interna, non potrebbe presentarsi alle prossime elezioni.

La battaglia del Pd contro i movimenti non registrati era stata avviata già nel corso dell’ultima legislatura dall’ex segretario Pier Luigi Bersani, che aveva presentato una proposta simile nella commissione Affari Costituzionali. La critica mossa dai democratici contro i movimenti è la scarsa democrazia interna e trasparenza di queste formazioni politiche, che godrebbero di una discrezionalità maggiore nelle scelte proprio grazie all’assenza di norme precise. Un tema su cui Pier Luigi Bersani ha insistito molto anche in campagna elettorale, con frequenti richiami alla democrazia interna ai partiti.

E quindi: in base ai nove articoli del ddl, lo Statuto delle associazioni politiche dovrà indicare obbligatoriamente gli organi dirigenti, le loro funzioni, un collegio sindacale composto da revisori dei conti e l’attribuzione a una società di revisione iscritta all’albo speciale che certifichi i bilanci e garantire la massima trasparenza, anche su internet. Paletti più rigidi anche per richiedere i rimborsi elettorali.

Il Pd però ci tiene a non far passare il ddl come una legge anti-Grillo: lo scopo, spiegano a Via del Nazareno, è quello di una riforma più ampia dei partiti politici per evitare che si ripetano in futuro scandali come i casi Lusi o Belsito. Se infatti i due tesorieri erano riusciti a sottrarre fondi rispettivamente alla Margherita e alla Lega era stato possibile proprio grazie alla scarsa trasparenza nei bilanci dei partiti. Tuttavia queste norme, se approvate, creerebbero evidenti problemi al Movimento 5 stelle, che all’articolo 1 del suo ‘non-statuto’ si definisce una “non associazione” con una sede virtuale che coincide con l’indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese, tra l’altro, è l’unico titolare dei diritti d’uso del simbolo M5s: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri ‘soci’. 

http://m.repubblica.it/mobile/r/wrap/politica/2013/05/20/news/ddl_finocchiaro_-_zanda_vietare_movimenti_alle_elezioni-59214602/?gx=e2s1

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1 Commento


  • alfredo

    Il Pd,sulle tracce di Mussolini. Il primo era un socialista massimalista e grande anticlericale che successivamente si è convertoto al fascismo,mentre il secondo lo sta imitando,non con la camicia nera(che non è più di moda),ma con la camicia arcobaleno.

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