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Franca Rame, l’insulto del Tg2

Il precedente più recente è stato la morte di Videla, mai menzionata dal telegiornale di destra, probabilmente per non menzionarne neanche i crimini e l’ideologia fascista. Nessuno, nemmeno il Vaticano, è riuscito infatti a trovare “qualcosa di buono” nell’opera dell’assassino seriale argentino. Autocensura, silenzio. Il minore dei mali.

Ma ieri i redattori del Tg2 hanno dato il peggio di sé. Perché proprio non potevano “bucare” la notizia del giorno, la morte di Franca. E nemmeno potevano insultarla esplicitamente, visto che in tv è d’obbligo il “parce sepulto” anche per i peggiori nemici. Ma nel montare “il pezzo”, una personalità debole e professionalmente poco cace è stata in grado di infilare una “perla di merda”.
Già sarebbe stata un’offesa la dimenticanza – voluta – circa gli autori dello stupro subito a Milano nel 1973, e che lei stessa – rielaborò con profondo dolore fino a farne un monologo che annichilisce chiunque lo riascolti, mostrando cosa è il “fascismo nel cervello” e il suo modo di agire.
Ma sono andati oltre.
In piena campagna stampa contro la violenza sulle donne e il femminicidio, infatti, sono riusciti a montare un servizio che imponeva di interpretare lo stupro come una “conseguenza indesiderata” del modo di essere, vivere, agire, della vittima.

Stupefacente poi che il servizio sia stato firmato da una donna. Carola Carulli fa un vago cenno alla terribile esperienza (Franca venne violentata dopo essere stata sequestrata). Non dice nulla sugli autori e la motivazione, come se si fosse trattato di un “normale” caso di cronaca che incidentalmente aveva riguardato una persona molto nota. In fondo, ricordare che avevano agito alcuni fascisti sotto la direzione dell’Arma dei carabinieri poteva sembrare troppo “audace”. Riportiamo alcune delle parole pronunciate nel servizio: “Finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata. Ci vollero 25 anni per scoprire i nomi degli aggressori, ma tutto era caduto in prescrizione”.
Che non fossero più condannabili è una cosa, che non ci siano colpevoli identificati è tutta un’altra. Non sono ignoti né i nomi, né l’appartenenza politica, né i legami di dipendenza da un ramo delle presunte “forze dell’ordine”.

Peggio ancora la connessione logica proposta all’ascoltatore: “Una donna bellissima Franca, amata e odiata. Chi la definiva un’attrice di talento che sapeva mettere in gioco la propria carriera teatrale per un ideale di militanza politica totalizzante; chi invece la vedeva coma la pasionaria rossa che approfittava della propria bellezza fisica per imporre attenzione. Finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata”.

Chiarissmo. Per il Tg2 lo schema adottato è quello di “chi la odiava”: bella, bellissima, talmente brava e bella da annientare ogni possibilità di critica. Se non lo fosse stata – questo il ragionamento non esplicitato – non sarebbe stata così importante. “Quindi”, come solo un fascista maschio potrebbe pensare, “se l’è andata a cercare”.
Siamo nel terzo millennio, non negli anni ’70. Ma oggi come allora il modello di comportamento per le donne bellissime, suggerito dal potere con ogni mezzo, sono le notti di Arcore. Altrimenti…

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2 Commenti


  • massimiliano

    solo guardarlo il tg2 è un insulto all’intelligenza.


  • luca

    sono sempre + convinto che la soluzione migliore x certa gente di merda sia piazzale loreto

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