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Ross@, il treno sta partendo

L’afa che incombe sulla Capitale non ha impedito ai promotori di Ross@, dopo l’incontro nazionale di Bologna dell’11 maggio, di ritrovarsi in un primo seminario che cominciasse a “dettagliare” aspetti importanti e fondativi di questo progetto politico. Una settantina di compagne e compagni provenienti da Bari, Napoli, Salerno, Roma, Pisa, Bologna, Marche, Savona, Milano, Torino, Parma, Padova, Mantova, che avevano sottoscritto il lancio della Dichiarazione Comune che ha portato all’assemblea di Bologna, si sono confrontati nel merito dei problemi posti in una sorta di promemoria che ha indicato i temi in discussione.

Dieci punti che, anche con una certa e necessaria “nettezza” hanno provato a delineare i paletti del progetto, sono stati riassunti nella relazione introduttiva di Giorgio Cremaschi e che qui proviamo a riassumere.

1). Quando si entra in politica bisogna definire la collocazione e lo scopo. Dobbiamo chiarire prioritariamente che la nostra non è la riproposizione dell’unità della sinistra che, anzi, è un progetto che non ci interessa… forse non interessa a nessuno.Noi vogliamo costruire l’unità delle forze antagoniste, in totale alternativa al centrosinistra. Il nostro anticapitalismo non è da convegno, non serve ad abbellire il mondo che ruota attorno al PD. Per questo il nostro è un progetto di rottura.

2). Chiarita la rottura totale con ogni ipotesi di sinistra del centro sinistra, il nostro approccio deve essere unitario tra e con tutti quelli che in vario modo condividono questa scelta di fondo. Cioè bisogna affermare con rigore e intransigenza l’urgenza dell’unità antagonista. Chi, condividendo la scelta dell’alternativa al centro sinistra, si attarda a difendere le proprie macerie, va denunciato e combattuto senza diplomazia. Rottura e unità viaggiano assieme. Su questo dobbiamo avere più coraggio politico e culturale.

3). Lo scopo di quello che facciamo è costruire il blocco sociale antagonista, dargli forza, noi non siamo l’avanguardia, ma la retroguardia politica da cui partire per gli attacchi al potere. Per fare questo dobbiamo uscire da ogni retorica o attesa messianica delle lotte. La verità è che ci sono si lotte qua e là, ma non c’è un movimento di lotta. CGIL CISL UIL e PD per ora riescono a controllare la situazione e ad evitare che le singole lotte si colleghino. I prossimi mesi devono quindi vederci prima di tutto impegnati a costruire ovunque possibile la rivolta sociale, e dentro di essa a far crescere la coscienza della rottura, il rifiuto del riformismo. Questo richiede anche mettere in discussione la retorica del movimentismo senza movimento reale, sulla quale galleggia un piccolo ceto sempre più attratto dal sistema PD.

4). Il PD sta diventando il vero partito di regime, onnicomprensivo come il Partito Rivoluzionario Istituzionale in Messico, ben più della vecchia DC. Galleggiando sulla sconfitta e sulla passivizzazione popolare, grazie alla sapiente opera di egemonia culturale costruita attorno al mondo de La Repubblica, il PD sta al centro di un sistema nel quale sono ammessi solo liberali di destra, di centro, di sinistra. Questo processo è aiutato dal fatto che la destra è in disfacimento nonostante gli sforzi di Berlusconi, e la sinistra radicale è in via di dissoluzione, con la parte più visibile di essa che aspira ad essere parte dei liberali di sinistra. Il Sistema PD è dunque il primo avversario di qualsiasi progetto, come il nostro, di indipendenza culturale e politica nel nome dell’anticapitalismo.I gruppi dirigenti FIOM e SEL hanno raccolto tanta domanda e speranza di alternativa, ma come altre volte nel passato le hanno attaccate al carro del sistema PD. La difesa della Costituzione non può più essere la retorica comune che unifica tutti. Il silenzio di tanti costituzionalisti sull’accordo sulla rappresentanza, sul governo Letta, su Napolitano, sulla Unione Europea, dimostra che anche il mondo costituzionalista è oramai parte del sistema politico culturale che vogliamo contestare e infrangere.

5). Alla base della nostra iniziativa stanno quattro punti. I primi tre sono la rottura e alternativa verso l’ Unione europea, verso le politiche di austerità, verso la riduzione della democrazia ad alternanza tra simili e presidenzialismo e verso la a concertazione delle parti sociali. Il quarto punto è l’ambientalismo sociale e anticapitalista. Dobbiamo dire con la massima forza che l’accordo sulla rappresentanza CGIL CISL UIL Confindustria è il primo atto della controriforma costituzionale del governo Letta. Il fatto che FIOM e sinistre del centrosinistra lo sostengano è un’altra dimostrazione che quei gruppi dirigenti non sono disponibili per un vero conflitto.
La lotta alla precarietà e allo sfruttamento delle persone e dei beni comuni, quella contro la devastazione ambientale sono il nostro punto fondante. Lavoriamo per favorire ed estendere il moderno conflitto sociale, nell’intreccio tra luogo di lavoro e territorio. Lavoriamo su queste basi per l’unità del sindacalismo conflittuale e di classe, basi profondamente diverse dal tradizionale lavorismo.
La dissoluzione del movimento pacifista impone un confronto rigoroso su cosa oggi sono l’imperialismo e la guerra globale e su come si lotta contro di essi. Siamo antifascisti. C’è uno spirito antifascista che sta diventando il solo vero legame identitario e la discriminante dei e fra i giovani e con esso dobbiamo misurarci. Ma anche la lotta verso la controriforma costituzionale in atto non può ignorare che essa oggi è voluta non solo dalla destra, ma dal PD, da Giorgio Napolitano, dalla Europa del fiscal compact e della BCE. Un tema deve attraversare tutti gli altri: la lotta antipatriarcale e la lotta antiautoritaritaria. La definizione di libertaria deve essere sempre più costituente della identità di Ross@.

6).Le organizzazioni politiche della sinistra radicale devono essere disposte a mettere in discussione la loro collocazione e le loro scelte. I loro gruppi dirigenti devono assumersi la responsabilità della inerzia attuale e della depressione tra i militanti. Noi non chiediamo a nessuno di sciogliersi, ma di partecipare al processo che iniziamo con il senso esplicito che questa è una RIPARTENZA, non una continuità gattopardesca.La sinistra e i movimenti a chilometro zero, che non vedono o non credono più, per le delusioni subite, alla dimensione generale del conflitto, sono nostri interlocutori e sono il nostro punto di verifica. Per fare questo Ross@ deve diventare un’ area militante e di militanti. Questo significa ridefinire i modi della azione politica. Dobbiamo far nascere Ross@ come esigenza delle lotte. I militanti di Ross@ devono prima di tutto stare sulle barricate sociali e culturali e contribuire a organizzarle.

7). Dobbiamo agire contemporaneamente su tre piani. La pratica del conflitto sociale e politico, l’elaborazione del programma di alternativa, la battaglia culturale contro il liberalismo. Da tutto questo nasce quello che abbiamo chiamato il socialismo del 21 secolo. Oltre che per i suoi opportunismi ed errori, la sinistra radicale in Italia è morta per l’ incapacità di proporre altro che non qualche rivendicazione qua e là, è stata vittima del suo minimalismo. Occorre ridare senso concreto alla definizione di cambiamento rivoluzionario. Siamo anticapitalisti, non liberali di sinistra. La nostra è anche lotta culturale contro l’egemonia assoluta che, tramite l’antiberlusconismo, il pensiero liberale ha costruito a sinistra.

8). Ross@ deve diventare una sede di discussione e analisi politica, economica e sociale autonoma. Siccome si parte da storie ed identità molto diverse, storicamente anche opposte, questo significa gestire un percorso che evita sia la violenza che sopprime un punto di vista, sia la diplomatizzazione del confronto, tipica dei coordinamenti intergruppi. La condizione è la verità sia nel confronto sia nelle pratiche.

9). Organizzarci concretamente significa non indulgere in schemi del movimentismo che per altro non hanno funzionato neppure nei movimenti. Per avere democrazia vera ci vuole trasparenza e disponibilità al confronto. La prima vuol dire che c’è un gruppo di persone che promuove l’iniziativa e ci mette la faccia. Questo gruppo fondatore rischia anche risorse economiche personali, perché, come dicono gli psicoanalisti che chiedono alte rette per la terapia, se non sacrifichi qualcosa di tuo vuol dire che non ci credi davvero.

10. Con queste persone e questo fondo di esercizio iniziale vanno formalizzate una associazione politica anticapitalista e libertaria Ross@, con registrazione legale, una sede fisica nazionale, un sito organizzato, una newsletter, e quanto altro è necessario. Va formalizzata una redazione e un gruppo informativo che valorizzi la catena di informativa, tv e radio e siti web a noi vicini. Le adesioni a Ross@ vanno formalizzate, con una quota. Le adesioni sono militanti e naturalmente danno diritto al voto. L’assemblea costituente finale deve essere un vero e proprio congresso, dove si vota su tutto. Quella di settembre è ancora un passaggio che formalizza le regole democratiche, in mezzo la mobilitazione, mentre alla fine dell’anno si dovranno prendere tutte le decisioni di fondo, anche quella elettorale, che comunque non dovrà in ogni caso essere la prima e la principale. Nella assemblea congressuale di fine anno, se l’esperienza avrà la forza di marciare, si voterà per punti la piattaforma programmatica e con scrutinio segreto il gruppo dirigente. tutte le regole democratiche partecipative dovranno essere operative. In linea di massima Ross@ opera con una democrazia fisica e non virtuale.

I ben 21 interventi che ci sono stati tra mattina e pomeriggio, hanno declinato in modo diverso ma convergente le questioni relative agli obiettivi, al ruolo di Ross@ ma anche al modello di funzionamento. La discussione politica più rilevante è avvenuta intorno alla rottura con l’Unione Europea e con l’euro. Tutti d’accordo con la prima ma accentuazione diverse sulla seconda, da qui l’esigenza di un vero approfondimento che porti però alla definizione di una posizione unica da gettare nel dibattito e nell’agenda politica dei prossimi mesi.
La campagna per un referendum di indirizzo contro l’adesione dell’Italia al Fiscal Compact e agli altri Trattati Europei lanciata dal Comitato No Debito, è stata assunta da Ross@ come propria campagna sul quale avviare da settembre in poi una mobilitazione e una informazione capillare nei territori e nei luoghi di lavoro intorno alla Legge di Iniziativa Popolare che pretende il referendum.
Una iniziativa analoga sarà quella contro l’accordo del 31 maggio sulla rappresentanza sindacale, un’accordo controcostituzionale per imporre con la forza la governabilità nei luoghi di lavoro.

L’altro tema in discussione è stato quello sull’organizzazione. Quale ruolo intende svolgere e quale tipo di militanti vuol Rossa? Più degli attivisti e organizzatori del conflitto nei settori popolari e tra i lavoratori piuttosto che gli ormai estenuati militanti impegnati solo nella propaganda o che portano solidarietà alle lotte che organizzano…. gli altri.

Quella di Ross@ intende essere anche una rottura culturale e teorica nella e della sinistra che abbiamo conosciuto, a cominciare da come viene letta la crisi, il come l’Unione Europea disgrega e riorganizza la produzione e la composizione di classe all’interno dei paesi che ne fanno parte e il come questo produca effetti sul piano politico, ideologico e sociale nelle classi subalterne.

Nelle conclusioni, così come in apertura, è stato riaffermato che ormai “indietro non si torna” e che il quadro politico, economico, sociale, istituzionale che abbiamo conosciuto si trova alle nostre spalle e perdere tempo a sperare che tutto torni come prima produce solo frustrazione e rassegnazione anche tra tante compagne e compagni.

“Le reazioni alla nascita di Ross@ sono state di tre tipi” ha affermato Cremaschi concludendo la giornata: “Quelli che ci hanno ignorato; quelli che hanno detto mi interessa ma andate avanti voi; quelli che ci hanno fatto le pulci perché non siamo…. sufficientemente qualche cosa. Il problema è che nessuno oggi è sufficiente e che occorre dire basta alle rendite di posizione di ognuno. L’unità delle forze antagoniste è una condizione necessaria per tenere aperto il conflitto di classe”. Ross@ al momento conterà sulle proprie forze, anche sul piano economico, ma conterà sul consenso e sul rigore con cui farà le cose che intende realizzare.

Sul piano operativo è stato deciso che viene costituita e registrata anche legalmente l’associazione politica “Ross@” ed è stato confermato il processo che vede giugno e luglio impegnati a realizzare assemblee o riunioni regionali ( due sono già fissate per il 24 a Bari e per il 28 a Salerno, altre in via di definizione) per creare i gruppi locali. Confermata l’assemblea nazionale a fine settembre e poi assemblea costituente (quasi un congresso è stato detto) a fine anno nel quale si decideranno democraticamente gli obiettivi strategici e si eleggeranno democraticamente tutte le responsabilità e i compiti del movimento. Insomma il treno di Ross@ sembra ormai partito dopo le molte cautele dell’avvio. Ribadita una delle caratteristiche fondative del movimento: i perditempo sono pregati di astenersi.

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2 Commenti


  • cassandra

    E’ tempo di passare alla fase della realizzazione. Aspettare ancora potrebbe significare la fine di quel mondo di cui auspichiamo il ritorno.
    Passate a formulare il progetto che, superando timori, tentennamenti e complessi di inferiorità, distrugga gli estremi tentativi dei liberisti di continuare a schiavizzarci e ci riporti al nostro glorioso passato.


  • elfio

    L’unica novità che può esserci è la partecipazione diretta dei lavoratori, prnsionati, studenti, diseredati: Creare tante assemblee di democrazia diretta e tanti comitati, per creare un intellettuale colleetivo che partecipa per crescere e prendere decisioni.Questo in ogni comune, inoltre delegittimare il potere con il non voto alla partitocrazia. Al momento del voto costituire doè possibile liste minime con commissari del popolo, cioè gente che convoca i cittadini, costruisce un piano politico-pedagogico, li fa discutere, convoca eventuali esperti, avviene un contraddittorio, i cittadini decidono. Gli eventuali eletti acquisiscono solo le spese documentate. Una repubblica di “soviet”. L’organizzazione di tutto questo spetta a un partito di quadri, collegato sul territorio. ecc…..invito a discutere e soprattutto a fare.

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