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Milano: Pisapia sgombera ancora, ragazza ferita

Terza realtà sociale e culturale occupata sgomberata a Milano in due mesi. Stamattina è toccato all’ex Cinema Maestoso, trasformato in RiMake da alcuni collettivi. A farne le spese una ragazza manganellata alla testa.

“Oggi, dopo un mese dall’apertura, l’ex cinema Maestoso è stato sgomberato. A Ri-Make – così abbiamo chiamato il nostro progetto – potevamo trovare uno spazio comune e condiviso, in un quartiere dove sono stati chiusi tutti i luoghi di socialità e cultura, dove non c’è una biblioteca né una libreria né un teatro e dove anche la piscina comunale sta per esser privatizzata”. E ancora: “RiMake invece, era aperto alla città, agli studenti e alle studentesse, ai lavoratori e alle lavoratrici, che lo costruivano insieme e insieme portavano avanti il progetto, lo ampliavano, facevano vivere uno spazio che per anni era stato inesistente. Il cinema Maestoso, infatti, è stato chiuso sei anni fa perché la proprietà non riusciva più a ricavarne sufficiente profitto e l’unica proposta è stata quella di abbatterlo per farne l’ennesima palazzina, l’ennesima speculazione, senza tenere minimamente conto delle esigenze,dei bisogni e dei desideri di chi questa città e questo quartiere invece lo vive”.

E’ quanto scrivono i ragazzi e le ragazze del progetto RiMake oggetto stamattina dello sgombero da parte della Polizia e dei Carabinieri. il terzo spazio di cultura e socialità sgomberato a Milano nell’arco di due mesi, dopo quello dell’Ex Cuem Autogestita – la libreria universitaria occupata – e del centro sociale Zona Autonoma Milano.

La polizia e i Carabinieri sono arrivati presto, intorno alle 7 del mattino, quando nello stabile non c’era nessuno ed hanno preso facilmente possesso della struttura. Man mano che la voce dello sgombero si è diffusa, sul posto sono cominciati ad arrivare alcuni degli occupanti ed altri attivisti che hanno iniziato a recuperare alcuni dei materiali all’interno dell’ex cinema. Ma poi nel corso della mattinata le pressioni dei celerini e della Digos, presenti in modo massiccio, hanno fatto aumentare la tensione. Fino a quando non è partita una carica contro i manifestanti che nel frattempo si erano spostati in Piazzale Lodi e su Via Isonzo bloccando il traffico. Gli agenti della polizia e i carabinieri hanno circondato i manifestanti caricandoli ed ha farne le spese è stata una ragazza che filmava con la telecamera, colpita violentemente alla testa mentre era di spalle. La manifestante ferita è stata caricata su un’ambulanza e portata in ospedale per essere medicata.

Per tutto il giorno davanti allo spazio sgomberato si è tenuto un presidio permanente, con vari interventi contro le politiche dell’amministrazione Pisapia che negli ultimi mesi ha impresso una sterzata autoritaria sul tema degli spazi sociali e culturali occupati. Chiuso dal 2007, dopo essere stato per più di vent’anni uno degli scenari di riferimento degli spettacoli (anche teatrali) del centro milanese, con i suoi 1.400 posti, il cinema Maestoso era stato occupato il 18 giugno scorso dagli studenti dell’Università Statale aderenti al collettivo “Atenei in rivolta”, dal collettivo Lgbt Tabù, dall’associazione “Rivolta il debito” e da altre realtà. Mentre scriviamo è in corso un’assemblea convocata dalle realtà occupanti e da altri collettivi per decidere come rispondere all’ennesimo atto repressivo.

 

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Un comunicato del Centro sociale Cantiere


Questa mattina Milano si è svegliata con la vergogna dello sgombero di Rimake, il cinema Maestoso recuperato. 

Il cinema di piazzale Lodi era abbandonato da anni e stava cadendo a pezzi inutilizzato, probabilmente utile solo alle speculazioni della proprietà. 

Da poco più di un mese diversi collettivi  e diverse persone avevano deciso di riaprirlo alla città, costruendo progetti e iniziative in un quartiere dove socialità e qualità della vita non sono certo tra le priorità di chi amministra Milano, dove non c’è nemmeno un parco, dove mancano asili e qualsiasi altro tipo di servizio e possibilità di fare qualcosa più che sopravvivere e tirare avati da solo tra crisi e austerità. Evidentemente a Milano invece è proprio quello il modello che piace, perchè oggi con un’ingente mobilitazione di polizia e carabinieri, proprietà, questura e poteri politici hanno deciso di dare un taglio a Rimake. Nelle primissime ore del mattino il Cinema è stato sgomberato. Subito un tam tam di telefonate, sms e social network ha radunato decine di persone sul marciapiede di piazzale Lodi, dove è stato simbolicamente riallestito Rimake, tra le provocazioni delle forze dell’ordine. Abbiamo deciso in tanti di dar vita ad un blocco creativo della piazza e abbiamo cominciato a camminare intorno alla piazza tra marciapiedi e strisce pedonali parlando con tutti i passanti incuriositi.  

Senza nessun tipo di preavviso nè tantomeno di motivo, i dirigenti delle forze dell’ordine hanno ordinato la carica contro i manifestanti sulle strisce pedonali, nel mirino di questi “eroi” è finita una ragazza che stava filmando la scena con una telecamera, che è stata colpita alla testa con una manganellata.

Ad essere colpita è stata una ragazza neo-diplomata come video reporter
multimediale alla vicina scuola civica di cinema. Metteva in pratica gli insegnamenti appresi alla scuola civica, documentando, in questo caso le prevaricazioni delle forze dell’ordine durante lo sgombero di uno spazio sociale che al cinema era “dedicato”. Non hanno esitato a spaccarle testa e telecamera, esattamente con lo stesso spirito di impunità e prepotenza che 12 anni fa abbiamo visto durante il g8 di Genova.

Nel pomeriggio Pisapia, sollecitato a più riprese tramite la rete, si è recato a trovare la ragazza in ospedale. Riconosciamo che è un gesto positivo, ma si tratta di lacrime di coccodrillo oppure il sindaco ha intenzione di prendere posizione contro questo modo di gestire l’ordine pubblico già visto troppe volte negli ultimi mesi nella gestione degli sgomberi di spazi sociali e case? Non è accettabile che la giunta non prenda posizione rispetto a questi abusi e che continui a trattare la mancanza di spazi e case come un problema di ordine pubblico e non come un problema sociale. per di più oggi è stato violato un diritto basilare come quello della libera documentazione, comunicazione e informazione.

Nessuno sgombero è rimasto senza risposta e nemmeno questo lo è stato e lo sarà. A milano quest’estate le lotte non vanno in vacanza, gli spazi sociali, occupati, autogestiti, di alternativa culturale non mandano sotto l’ombrellone la costruzione di una Milano diversa. #occupyestate, contro crisi e austerità, per gli spazi sociali e di alternativa culturale, per il diritto all’abitare, per la libertà di movimento!

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