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Bologna, il grande inciucio Pd-Pdl-Lega

Al grido di “Dimissioni, vergogna. Andatevene. Rispettate la volontà popolare”, ieri mattina attivisti dell’Usb e del comitato No People Mover hanno bloccato i lavori di un sempre più strafottente Consiglio Comunale.

Vanno dritti come un treno e la giunta comunale trova in consiglio degni e “cari alleati” come il Pdl e la Lega, per approvare sia il finanziamento alle scuole cattoliche – contro il quale è stato vinto un referendum altamente snobbato – sia l’aumento del prezzo di biglietto a 1,30 euro, ancora un aumento sulle tasche dei lavoratori.

“Domani siamo riconvocati per un incontro in Comune nel pomeriggio, che l’amministrazione sembra voler interpretare come una seconda puntata, un secondo round sui temi di oggi. Ma per noi o si parte dalle questioni che abbiamo posto, oppure non se ne fa di nulla”, fa sapere l’Usb.

 

E mentre i promotori del referendum contro il finanziamento alle scuole cattoliche, il Comitato ART33,  ricordavano che “Il 26 maggio scorso 86mila bolognesi hanno inteso esprimersi sul tema in questione e sono andati a votare. Con il 59%, la maggioranza ha affermato che il diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine sarebbe meglio garantito se i fondi comunali attualmente stanziati per le scuole paritarie private venissero invece investiti nelle scuole comunali e statali. Il risultato delle urne è chiaro, proprio come lo erano il quesito che interpellava la cittadinanza e le rispettive posizioni in campo.
L’obiettivo che ci eravamo prefissi dunque è stato raggiunto. Questa è l’ultima comunicazione del Nuovo Comitato Articolo 33. Da parte nostra, ci limitiamo a constatare che sulle politiche per l’istruzione, Bologna è oggi governata da una maggioranza Pd-PdL: un segno che prefigura scenari da larghe intese, come già avviene a livello nazionale.
Se dal dibattito in Consiglio comunale risulterà che la classe politica bolognese non è disposta a recepire né in toto né in parte l’espressione della volontà dei cittadini e delle cittadine, e se davanti a tale presa d’atto non vi sarà alcuna conseguenza politica, allora l’ultima richiesta del Nuovo Comitato Articolo 33 è che l’intero Consiglio, maggioranza e opposizione, voti per la cancellazione dello strumento del referendum consultivo dallo statuto comunale di Bologna. Mantenere uno strumento formale di consultazione della cittadinanza e poi ignorare ciò che emerge dall’esercizio di tale strumento democratico è un atto di ipocrisia istituzionale, oltreché uno spreco di risorse pubbliche. Si abbia il coraggio della coerenza e si agisca conformemente”.
La Bologna “Iniqua” avanza ogni giorno di più, indi per cui occorre organizzarsi alla lotta ogni giorno di più e molti bolognesi affronteranno sia un’estate che un autunno molto caldi.

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