Menu

Bologna: Vasco Errani caccia l’Assessore all’Ambiente

Non succede solo a centinaia di operai che al ritorno dalle ferie estive si sono trovati i cancelli della fabbrica chiusa, e la produzione delocalizzata all’estero. Succede anche nel regno di Vasco Errani, ai vertici del governo dell’Emilia Romagna. Si tratta del licenziamento di Sabrina Freda (IdV), assessore regionale all’ambiente negli ultimi tre anni. Ultimamente si erano già avvertiti dissapori tra il presidente Errani e l’assessore in merito al piano rifiuti e alle prospettive politiche e di lavoro sul tema ambiente. Tema spesso dibattuto in modo strumentale, quello della qualità del territorio, in una regione che sta dando sfoggio della sua capacità di investire sulle infrastrutture che distruggano vaste aree agricole (come la TAV, la variante di valico, il nuovo progetto del Passante Nord, l’autostrada cispadane, etc etc.). La Freda, che voleva sanzionare i contadini per l’uso eccessivo di nitrati in agricoltura (a fronte di una normativa europea e nazionale), era stata ripresa la scorsa primavera per alcune dichiarazioni che lasciavano intendere troppo chiaramente la propensione dell’assessore all’ambiente per la chiusura degli inceneritori. Altro tema caldo per le provincie emiliane, quello degli inceneritori, il cui atteggiamento era stato definito “grottesco” dall’assessore.  Un tema a cui girano intorno multiutility, comuni, province e industriali attivi nel business dei rifiuti e la cui direzione politica non che essere lasciata in mano alla rappresentanza dei poteri forti del territorio.
La scusa per Errani è stata quella di aver constatato il fatto che “sono via via venuti meno quello spirito di collaborazione, di collegialità e quel metodo di confronto aperto e costruttivo con le altre istituzioni”. Elementi per lui “irrinunciabili e a fondamento del lavoro della giunta”. Così anche l’assessore, al ritorno dalle vacanze in Giappone, si è trovata di fronte il benservito, con una giustificazione apparentemente di metodo e non di contenuto. La Freda dal canto suo si toglie i sassolini dalle scarpe “Non si tratta di rapporti personali deteriorati, ma proprio di ragioni politiche” ha ribadito alla stampa circa il suo “licenziamento”. In questi mesi “sono state tante le divergenze nell’affrontare tematiche ambientali rilevanti ma alla fine evidentemente gli interessi delle multiutility hanno finito per avere la meglio”. Parole forti che danno legittimità a un ipotesi di conflitto di interessi tra regione e enti ambientali. Un’accusa ovviamente respinta da Graziano Cremonini di Confservizi: “Troppo comodo dare la colpa alle aziende del settore, la verità è che l’assessore non dialogava né con le istituzioni, né con le imprese”.
Nel frattempo le deleghe all’ambiente passano direttamente nelle mani del presidente. Sarà quindi lui a trattare con Hera e Iren, per trovare un’intesa, che al momento non c’è, sul nuovo piano dei rifiuti e le altre delicate partite rimaste aperte.
Sulla spartizione dei poteri c’è chi sostiene il mandato di Errani sulle questioni ambientali fino a fine legislatura (2 anni), tra cui Confagricoltura e Cia, e chi fa il tifo per il presidente dopo questa suo “atto decisivo”, tra cui il PdL, mentre IdV e M5S parteggiano per la neo ex-assessore e vedono comunque la necessità di riformulare una delega. La settimana prossima in giunta la lunga discussione in merito avrà inizio e saranno allora chiari, gli schieramenti, gli obiettivi, le prospettive e soprattutto le vere motivazioni della scelta di Errani.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *