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Le giornate di ottobre. Un paese “sollevato”

Il teatro occupato Volturno a Roma, ha ospitato ieri una prima affollata assemblea cittadina per discutere le giornate di lotta nazionali del 18 e 19 ottobre prossimi. Gli organizzatori riferiscono che assemblee analoghe si stanno tenendo in altre città come Firenze e Milano. Nel corso dell’estate se ne è discusso in tutto il paese; dalla Val di Susa alla Sicilia in lotta contro il Muos passando per il Monte Amiata. La proposta originaria di mobilitazione per il 19 giugno era stata indicata in una assemblea nazionale dei movimenti di lotta per la casa a Roma ai primi di giugno, attraversando poi congressi sindacali, assemblee territoriali, trasformandosi via via da manifestazione nazionale per il diritto all’abitare a giornata di sollevazione per la casa, il reddito e contro le devastazioni ambientali. Lungo la sta costruzione si è incontrata e sintonizzata positivamente con lo sciopero generale convocato dai sindacati di base e conflittuali per venerdi 18 ottobre creando così le condizioni per una mobilitazione sindacale e sociale dai contenuti e dalle forme più ampie di quelle tradizionali.

Per queste ragioni non sono mancati interventi estremamente critici verso la decisione di convocare proprio una settimana prima (il 12 ottobre) un’altra manifestazione nazionale a difesa della Costituzione, una convocazione che gran parte degli interventi hanno definito strumentale e inopportuna. Per quella data – il 12 ottobre – era stata già convocata una giornata nazionale di lotta sui territori che è stata riconfermata nell’assemblea del Volturno anche per l’area metropolitana di Roma.

Il corteo dei sindacati di base (Usb, Cobas, Cub, Usi, Sicobas etc.) del 18 ottobre sfilerà da piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni. Ma il corteo non si sciogliera dopo il comizio trasformandosi in un accampamento in quella piazza storica per il movimento dei lavoratori , sgomberata violentemente dalla polizia il 15 ottobre di due anni fa, e dando vita a dibattiti, concerti, workshop per tutta la serata, la notte, la mattina successiva. Dalla stessa piazza partira il corteo convocato dai movimenti sociali (dai No Tav e No Muos ai movimenti di lotta per la casa e delle vertenze territoriali) di nuovo insieme ai sindacati di base. Il corteo partirà intorno alle 14.00 da San Giovanni per dirigersi alle sedi “esecutive” dei palazzi del potere con un percorso che toccherà il Ministero dell’Economia (via XX settembre), la Cassa Depositi e Prestiti (via Goito) e concludersi al Ministero delle Infrastrutture (responsabile della Tav e dell’emergenza abitativa dilagante). Qui il corteo diventerà “assedio” e intende mantenere la piazza.

Una assemblea nazionale per discutere delle giornate di lotta del 18 e 19 ottobre si terrà a Roma (università La Sapienza, ore 10.00) sabato 28 settembre. Al momento il corteo chiesto dai movimenti risulta autorizzato ma già sulla manifestazioni è cominciata l’opera di criminalizzazione con articoli allarmistici del quotidiano romano (di destra) Il Tempo, mentre si assiste ad una improvvisa riorganizzazione dei vertici della Questura di Roma che hanno visto repentini cambiamenti del questore e del capo della Digos. Nè sembrano estemporanei al contesto alcuni arresti avvenuti a Roma e le voci su possibili nuovi arresti o fermi preventivi prima del 18 e 19 ottobre.

Il conflitto sociale e la mobilitazione generale contro l’austerità comincia quindi a delinearsi concretamente e con indicazioni interessanti che intendono mettere fine alla rappresentazione del conflitto per praticarlo realmente sul piano dei contenuti e degli obiettivi. Le giornate del 18 e 19 ottobre già nella loro gestazione annunciano un autunno importante per il nostro paese sul piano del conflitto sociale e del’opposizione aperta al governo delle larghe intese e dei diktat della Trojka europea annunciati dall’incursione del commissario Olli Rehn al Parlamento italiano.

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