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La Regione Lazio e il monumento fascista di Affile

E’ arrivata in serata la smentita del Presidente della Regione Lazio Zingaretti sul mantenimento del finanziamento regionale al monumento della vergogna ad Affile. La notizia era stata diffusa dal sindaco di Affile, ma il presidente della giunta Zingaretti ha affidato alla stampa una nota di smentita.

Pochi giorni dopo essersi insediato come Presidente della Regione Lazio, l’esponente del Partito Democratico Nicola Zingaretti aveva promesso che mai e poi mai avrebbe accordato al sindaco fascista di Affile i fondi già stanziati dalla precedente amministrazione di centrodestra per finanziare il mausoleo eretto nel piccolo comune laziale in memoria del gerarca fascista e criminale di guerra Rodolfo Graziani. E invece poco fa un brevissimo lancio dell’agenzia Ansa annunciava che la Regione Lazio ha versato i 67mila euro già stanziati per celebrare il ministro della guerra della Repubblica di Salò.
A rendere nota la notizia è stato raggiante lo stesso primo cittadino di Affile (in provincia di Roma) Ercole Viri, che ha annunciato anche azioni legali contro il governatore Nicola Zingaretti, ‘colpevole’ di aver bloccato temporaneamente i fondi dopo le polemiche e le numerose manifestazioni contro lo scempio di un piccolo comune che con i soldi dei contribuenti costruisce, invece che case e scuole, monumenti ai criminali di guerra e busti al segretario del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante.
Numerose erano state le proteste organizzate dalle associazioni antifasciste del comune e dei comuni vicini, e alcune avevano visto la presenza anche di manifestanti provenienti da Roma. Alcuni ragazzi si erano anche beccati un’assurda denuncia dopo aver vergato slogan antifascisti sulle mura del ‘sacrario’ dedicato allo sterminatore di partigiani e civili delle colonie italiane in Africa.

Scrive il sindaco Viri: “L’atto rappresenta la resa incondizionata di Nicola Zingaretti di fronte a mesi di fango, bugie e azioni diffamatorie nei confronti miei e dei cittadini di Affile. E’ per questo che ora inizierà una nuova battaglia: quella legale, contro il dott. Zingaretti, che per mesi mi ha offeso e messo in pessima luce di fronte all’Italia e al mondo. Specifico che intendo portare in tribunale Zingaretti, e non la Regione Lazio, per evitare che i cittadini del Lazio debbano essere costretti a pagare ancora per colpe non loro».

Ieri, nel pomeriggio, è arrivata una specie di smentita da parte della Presidenza della Regione Lazio: “In merito alle dichiarazioni del sindaco di Affile, si precisa che ad oggi non è stato effettuato alcun mandato di pagamento, ma solo un’autorizzazione a procedere alla liquidazione, derivante da passate istruttorie amministrative superate dalle nuove risultanze raccolte”. Afferma la giunta Zingaretti che “A seguito delle verifiche amministrative effettuate, la delibera di revoca del contributo al Sacrario al Soldato intitolato al Generale Rodolfo Graziani sarà presentata in occasione della prossima Giunta. L’amministrazione regionale conferma l’assoluta contrarietà al sostegno di qualsiasi opera monumentale dedicata a un gerarca fascista condannato per crimini di guerra”. 

Per capire come andrà a finire occorrerà aspettare ancora.

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