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Cinque Stelle con Pdl, Lega e Monti. Contro gli sfrattati

‘Il Pd straparla sulle misure del Dl Imu che riguardano l’intervento dei prefetti in merito agli sfratti forzosi. Non sa cosa ha approvato. L’emendamento votato da Pd e Sel é incostituzionale e mina la certezza del diritto perché va a colpire proprietari che hanno agito in giudizio e hanno ottenuto uno sfratto e che già aspettano anni e anni prima che la giustizia faccia il suo corso. Noi vogliamo che lo Stato intervenga in modo efficace sul diritto all’alloggio delle fasce sociali più esposte. Così facendo, invece, lo Stato scarica, come sempre, il problema sui cittadini proprietari che hanno agito secondo la legge e magari pagano le tasse su un contratto di locazione che rimane infruttifero per anni e anni. L’intervento dei prefetti viola il diritto perché incide su decisioni statuite dalla magistratura. Il Pd ha perso l’ennesima occasione per tacere’.

E’ con queste motivazioni che il gruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera dei Deputati ha giustificato il proprio voto contrario, in compagnia dei partiti di destra, ad alcuni emendamenti presentati dai colleghi del centrosinistra miranti a concedere la possibilità ai prefetti di non far intervenire la forza pubblica per far realizzare gli sfratti. I voti contrari non sono bastati, e gli emendamenti sono passati grazie al sostegno del PD e di Sel. Non si trattava di bloccare tutti gli sfratti, ma solo di evitare che una piaga sociale di dimensioni crescenti continui ad essere risolta con l’uso della cosiddetta forza pubblica, e trattato quindi come problema di ordine pubblico. Oltretutto gli emendamenti non impongono ai prefetti di rinunciare agli sfratti, ma concedono loro, in alcune circostanze e in alcuni contesti particolarmente gravi, di evitare l’impiego della polizia e dei carabinieri al seguito dell’ufficiale giudiziario. E comunque soltanto nei casi di sfratti per morosità incolpevole, cioè nei quali l’inquilino non può permettersi di pagare l’affitto non perché fa il furbo ma perché non se lo può permettere. E sono sempre di più.  

Ma, dicono i grillini, la legge così andrebbe a colpire i proprietari. Anche il cerbero Renato Brunetta giustifica con la necessità di “difendere il diritto di proprietà” il voto contrario del suo partito e denuncia quello che definisce un “esproprio proletario”. Idem per la Lega e per i guardiani del libero mercato di Scelta Civica, oltre che per qualche eletto del PD più liberista dei suoi colleghi. A disposizione dei proprietari che vedono stopparsi gli sfratti sarebbe comunque a disposizione un fondo dal quale trarre alcuni risarcimenti, seppur insufficienti.

Ma il Movimento Cinque Stelle non è contro la casta, il palazzo, il sistema, le banche? Oggi i giornali della destra si stupiscono e si compiacciono del voto dei colleghi della signora Lombardi. Già pochi mesi fa, quando a Roma il movimento per il diritto all’abitare aveva portato a termine uno dei suoi ‘Tsunami tour’ dando un tetto a migliaia di sfrattati e senza casa, alcuni esponenti locali del partito/azienda avevano denunciato il carattere illegale delle occupazioni di palazzi abbandonati e sfitti. Scambiando la ‘legalità’ con la ‘giustizia’, come del resto fanno da sempre i difensori dell’ordine costituito a immagine e somiglianza della ristretta oligarchia che governa la politica e l’economia.

Già l’emendamento passato qualche giorno fa al Senato e proposto da due senatori grillini – poi pesantemente redarguiti dal due Grillo/Casaleggio – che aboliva il reato di clandestinità demandando le espulsioni degli immigrati irregolari alla giustizia civile, era stato ispirato da un sindacato di destra delle forze dell’ordine, il SAP. Ed in questa occasione il comunicato del M5S fa riferimento alla magistratura. Polizia più magistratura più diritto di proprietà, insomma. Alla faccia di un movimento che continua a volersi definire, contro ogni evidenza, “né di destra né di sinistra”. Al di là di alcune condivisibili prese di posizione – sulla Tav, ad esempio, o sulle spese militari – su moltissime questioni gli eletti del Movimento Cinque Stelle esplicitano, tranne rare eccezioni, esplicitano sempre più una concezione politica e del mondo basata sull’ideologia ‘Legge e Ordine’. L’indipendenza dai partiti della casta e l’onestà da soli non basteranno, se poi del ‘palazzo’ e del ‘sistema’ si adotta l’ideologia.

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