Menu

Alla fine c’è scappato il morto

Si terranno oggi in provincia di Caserta i funerali di Raffaele Pennacchio, afflitto da Sla (sclerosi laterale amiotrofica) morto durante la protesta dei malati di Sla e dei loro parenti sotto il mefitico Ministero dell’Economia e Finanza, quello preso di mira dai manifestanti sabato scorso. Raffaele Pennacchio, aveva partecipato ieri all’incontro con il ministero dopo tre giorni di presidio ininterrotto davanti al portone.

Non era la prima volta che i malati di Sla manifestavano sotto il Ministero contro i tagli imposti all’assistenza. Eravamo in piazza con loro in via XX Settembre lo scorso giugno. Erano in piazza con noi alla manifestazione del 27 ottobre dello scorso anno – il No Monti Day – dove aprivano il corteo di migliaia e migliaia di persone scese in piazza contro le misure antipopolari imposte dai diktat della trojka. Nell’ottobre di un anno fa i malati di Sla fecero uno sciopero della fame estremo fin sotto Montecitorio e il governo Monti – incalzato dall’indignazione – si impegnò a ritirare i tagli previsti per l’assistenza.

Ma non è andata così e i malati di Sla, insieme al loro Comitato 16 novembre, sono tornati a manifestare sotto quel ministero maledetto dal quale partono tutte le direttive tese a peggiorare le condizioni di vita della gente. “E’ vergognoso che un disabile abbia dovuto fare nove presidi in un anno e mezzo per avere l’attenzione del governo. È un morto che dovranno portarsi sulle coscienze” ha dichiarato giustamente Angela Lamanna, presidente del Comitato.

E’ significativo che i malati di Sla e il Comitato 16 novembre avessero iniziato il loro presidio al Ministero lunedi. A meno di quattrocento metri di distanza dal loro presidio, appena al di là delle mura di Porta Pia, altre persone erano accampate da sabato sera sotto un altro ministero – quello delle Infrastrutture – per rivendicare diritti sociali come la casa e per dire che vanno tagliate le risorse destinate a grandi opere inutili e costose e indirizzate verso le emergenze sociali prioritarie.

Raffaele è il primo morto nella lotta contro l’austerità e i suoi tagli feroci e antipopolari contro i diritti e le condizioni di vita delle persone. E’ morto durante una manifestazione come accaduto a tanti altri nella storia del nostro paese, ucciso non da un colpo di pistola, da un lacrimogeno nel petto o schiacciato da un blindato. E’ morto perchè una persona con una patologia devastante aveva dovuto manifestare in strada affinchè i suoi e i diritti di tanti altri non venissero calpestati dalle priorità dell’agenda economica del governo. Raffaele è uno come noi, è uno di noi. Il governo e i suoi “tecnici” che fanno e disfanno tabelle dalle quali dipendono la vita e la morte di uomini e donne in carne ed ossa, ne portano la piena responsabilità.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *