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Spionaggio. L’Unione Europea ne approfitta

E’ evidente come lo scandalo Datagate e la crisi diplomatica sullo spionaggio statunitense contro i partner europei, stia fornendo l’occasione d’oro per accelerare la strutturazione di un sistema di intelligence europeo indipendente ed impermeabile agli spioni Usa ma disposto a fare altrettanto nei confronti dei cittadini dell’Unione. Già nel giugno scorso, il commissario europeo alla giustizia Viviane Redding, aveva affermato che il progetto Usa di controllo di intelligence “Prism” dimostra che l’Ue deve approvare al più presto una nuova legge per tutelare i dati personali dei suoi cittadini. In una intervista pubblicata oggi su La Stampa, il Commissario Redding ha esplicitato che occorre creare una “Google europea” per sottrarre ai monopoli Usa i motori di ricerca e dunque di controllo e spionaggio sui dati. Se gli europei devono essere spiati – e sono spiati – lo saranno solo dai servizi di intelligence made in Europe.  Magari con un forte accento tedesco e francese, anche se l’Italia dovrà essere della partita e decidere se tagliare gli storici legami di servilismo verso gli Stati Uniti.

Una struttura già esiste e si è andata rafforzando. Si tratta del Joint Situation Centre (SitCen), nato dalla fusione del precedente Joint Situation Centre del Consiglio europeo con l’unità di crisi della Commissione europea ed è parte integrante del Servizio per l’azione esterna. Il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) è un servizio dell’Unione europea responsabile per gli affari esteri dell’Unione. E’ stato creato dal Trattato di Lisbona, è entrato in funzione dal 1 dicembre 2010. Il SEAE a sede a Bruxelles.Gli agenti del SitCen raccolgono informazioni per conto dell’Unione Europea e sono uno strumento per consentire al SIAE e all’Alto Rappresentante per la Sicurezza Europea di operare in maniera rapida ed efficace, soprattutto in caso di crisi. Tuttavia gli agenti del SitCen non hanno il potere di compiere azioni di intelligence paragonabili a quelle svolte dai servizi di intelligence dei singoli stati membri. Il SitCen dispone di un bilancio annuale che va dai 10 ai 20 milioni di euro e di circa 160 dipendenti (agenti di intelligence, informatici, scienziati). Siamo disposti a scommettere che già dai prossimi mesi questo bilancio e gli organici del SitCen cresceranno piuttosto vorticosamente.

Sono in gioco, dunque, fattori che cominciano a pesare fortemente sul negoziato per una area di libero commercio transatlantica di cui si era discusso qualche mese fa. “Se vogliamo andare ai negoziati e abbiamo la sensazione di quelle persone con le quali, trattiamo sapere tutto quello che vogliamo affrontare in anticipo, come possiamo fidarci l’uno dell’altro?” ha domandato retoricamente Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo. Più pragmaticamente Claude Moniquet, un ex agente del controspionaggio francese ora direttore della sede a Bruxelles dei servizi di intelligence, ha detto che la polemica sul Datagate è venuta fuori in un buon momento per l’Europa “per avere una leva, un mezzo di pressione in questi negoziati.” Le due sponde dell’Atlantico si stanno allontanando e le relazioni internazionali stanno cambiando profondamente, come previsto, come prevedibile.

 

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