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Atac. Il padre di tutti gli scandali chiama in causa chi ha governato la Capitale

La truffa e i fondi neri dell’ Atac andavano avanti da 13 anni: “Tutto nasce intorno al 2000 con la gara vinta dalla società australiana Erg – racconta un testimone al quotidiano Repubblica – per la fornitura della tecnologia informatica per la bigliettazione”. Poco dopo la delicata funzione viene internalizzata, ma utilizzando lo stesso personale della Erg. Solo nell’agosto del 2012 l‘azienda prepara – attraverso alcuni ispettori – una «Relazione tecnico investigativa sui titoli di viaggio dell’Atac spa», poi consegnata alla procura di Roma: «Il settore dei titoli di viaggio Atac è vasto e complesso – si legge sul documento – (..) il sistema di bigliettazione elettronica dell’azienda è completamente indifeso». Un quadro per ora ha portato a tre avvisi di garanzia. Ma la madre di tutti gli scandali all’Atac di Roma, minaccia di travolgere il ceto politico della Capitale ben oltre la “Parentopoli” del solo Alemanno. Le date infatti riportano all’alba della giunta Veltroni (eletto nel 2001 e sindaco fino al 2008).

Il risultato di questa contabilità parallela attraverso la produzione di biglietti falsi – settanta milioni di euro all’anno sottratti ai bilanci dell’Atac – è stata portata alla luce ieri da la Repubblica sulla base di un rapporto della Guardia di finanza e su una fonte coperta. Ne emerge un vero e proprio sistema parallelo, che ha sfruttato per 13 anni la mancanza di controllo sui biglietti obliterati, in grado di gestire un vero e proprio bilancio occulto. 
La vicenda – se sarà confermata – si va ad aggiungere agli altri scandali sulla gestione dell’Atac, l’azienda municipalizzati dei trasporti di Roma. Ci sono infatti lo scandalo di “Parentopoli” e l’inchiesta – più recente – sulle tangenti per i bus della Breda, che ha coinvolto – secondo le indiscrezioni di un paio di settimane fa – anche l’ex sindaco Gianni Alemanno.

Ma per volume economico e connessioni politiche il nuovo scandalo Atac fa impallidire quelli precedenti. 70 milioni di euro all’anno accantonati come fondi neri – moltiplicateli per almeno dieci anni – da qualche parte sono finiti. Una cifra gigantesca, pari al buco delle casse del Comune di Roma, da anni sull’orlo del dissesto. “Servivano per pagare la politica”, afferma un dipendente dall’azienda. E non solo la politica locale.

Dopo un lungo silenzio durato gran parte della giornata di ieri, l’Atac ha preso posizione sullo scandalo dei biglietti clonati denunciati dalla nostra inchiesta. “La questione della truffa consumata sul sistema di bigliettazione”, si legge in una nota dell’azienda resa nota da Repubblica, “era conosciuta dall’azienda. Atac ne ha fatto oggetto di documenti di indagine interna sin dal 2010. Tale attività ha condotto, nell’agosto del 2012, alla consegna alla Procura della Repubblica di un rapporto commissionato a uno studio legale esterno”.

 

“Abbiamo chiesto all’avvocatura del Campidoglio di costituirci parte civile nei processi che ci saranno – ha detto il sindaco Marino – per le verifiche che abbiamo fatto dal momento dell’insediamento del nuovo amministratore delegato, non ci sono più questi fenomeni accaduti negli anni passati, che sono uno schiaffo in faccia a Roma e alle persone oneste che vogliono far funzionare questa città”. “Le inchieste – spiega l’attuale sindaco – sono in corso da molto tempo e per alcune di esse ci sono già stati 15 rinvii a giudizio. Altre inchieste in corso sono coperte dal segreto istruttorio. Noi siamo e dimostreremo di essere totalmente diversi dal passato, un’altra cosa e quindi siamo desiderosi di sostenere in ogni modo possibile l’azione della magistratura affinchè i colpevoli vengano identificati e puniti in modo esemplare. Non è possibile trovarsi con un’azienda i cui lavoratori vivono difficoltà straordinaria e nello stesso tempo qualcuno ‘batteva moneta’ con titoli di viaggio falsi”, ha concluso Marino.

E’ bene ricordare che il buco nel bilancio dell’Atac che il Comune è chiamato a ripianare è di circa 700 milioni di debiti e che un anno e mezzo fa il presso del biglietto è aumentato del 50% arrivando ad 1,5 euro. 

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