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Lupi, il ministro dell’alta voracità anche senza “l’Europa”

Venerdì scorso il CIPE ha approvato il progetto preliminare dell'”autostrada del Sole del XXI secolo”. Boom! La castroneria propagandistica è opera del ministro delle Infrastrutture, il “governista” berlusconiano Maurizio Lupi (da sempre in area Comunione e fatturazione). Parlava della decisone di trasformare la E45 (Viterbo-Ravenna) in vera e propria autostrada sul percorso Orte-Venezia. E già qui c’è un bel po’ di esagerazione, perché in effetti la superstrada esiste, è frequentata, nonostante la schizofrenica alternanza senza spiegazioni plausibili di tratti con velocità massima a 90kmh e altri a 110; e con problemi perenni di rifacimento nel tratto appenninico vicino alle sorgenti del Tevere.

Il problema è che Lupi, oltre a “enfatizzare” in modo ridicolo l’ennesimo esborso di solidi pubblici di cui non si avverte il bisogno (costo valutato in circa 10 miliardi di euro), specie quando si va tagliando drammaticamente la spesa per welfare e sanità, ha presentato il progetto come “un intervento che rientra nei corridoi europei TEN-T”; ovvero del Trans-European Transport Networks in Europe, che individua 9 corridoi infrastrutturali e intermodali considerati strategici (“core”) dalla Commissione europea. 

La redazione di Altreconomia ha allora interpellato la Commissione europea, che si è affrettata a rispondere: “The more direct itinerary between Orte and Mestre does not belong to any Corridor”. Al massimo potrebbe rientrare tra le “opere complementari”, non strategiche, che nessuno in Europa comunque prescrive o richiede. Se l’E45 fosse almeno manutenuta meglio, andrrebbe già bene così…

Per il ministero delle Infrastrutture, invece, “la Orte-Mestre fa parte dei corridoi Ten come intervento di connessione trasversale tra corridoi europei (nello specifico i Corridoi 1 e Baltico)”.

Basta guardare la mappa aggiornata pubblicata sul sito http://ec.europa.eu/transport/index_en.htm per per verificare che le città di Venezia e Ravenna sono unite “attraverso” il nodo di Bologna, ovvero dall’A1 (Autostrada del Sole). 

Come si vede, da Orte a Venezia non c’è alcun “corridoio”. E del resto sarebbe veramente illogico sul piano logistico, visto che un’autostrada da Roma a Padova già c’è…

Sul perché Lupi si sia dato tanto da fare, ci sembra il caso di citare – per una volta – Dagospia:

La quarta certezza è che si tratta di un affare destinato a finire in bocca a Vito Bonsignore, il finanziere-costruttore-politico che per primo ha presentato un progetto assicurandosi un preziosissimo diritto di prelazione che varrà oro al momento della gara europea per la scelta dell’azienda che dovrà realizzare l’opera. La gara sarà indetta tenendo come punto di riferimento proprio la proposta Bonsignore e nel caso in cui qualcuno riuscisse ad offrire condizioni migliori, lo stesso Bonsignore avrà diritto all’ultima parola.

Bonsignore è uno dei protagonisti della Tangentopoli di vent’anni fa e vanta una sfilza di procedimenti giudiziari lunga mezza pagina, condannato in via definitiva a 2 anni per corruzione e turbativa d’asta, presente nella lista dei cittadini italiani esportatori di capitali in Liechtenstein, fondatore dell’Udc, tuttora vice presidente del Partito Popolare al Parlamento europeo.

L’ultima certezza è che il ripescaggio della mega opera avviene con ministro delle Infrastrutture uno dei politici più vicini a Bonsignore, il ciellino Maurizio Lupi, ovviamente desideroso di legare il suo nome ad un’opera destinata a restare nella storia d’Italia (sempre che alla fine si faccia). Tutto ciò dimostra che a dispetto delle dicerie, il governo delle larghe intese è vivo e vegeto e molto reattivo quando si tratta di affari con nove zeri.

LA STORIA dell’autostrada Orte-Mestre comincia 12 anni fa, lo stesso giorno in cui il governo Berlusconi approva la famosa legge Obiettivo, quella che avrebbe dovuto far sbocciare il “nuovo Rinascimento italiano” assicurando pure un periodo di splendore ai costruttori, soprattutto i 13 maggiori riuniti nell’Agi.

Come è andata a finire lo sanno tutti: di grandi opere nemmeno l’ombra, l’edilizia agonizza e proprio alcuni mesi fa una bella fetta di costruttori piccoli e medi ha abbandonato l’Ance e la Confindustria proprio in polemica con la legge Obiettivo.

L’Orte-Mestre fu inserita nell’elenco degli “interventi strategici” e nella tacita spartizione dei pani e dei pesci, Bonsignore si fece avanti con una proposta e un progetto. L’iniziativa poi sembrava si fosse arenata perché lo Stato non trovava i quasi 2 miliardi iniziali necessari per passare dalle intenzioni ai primi passi concreti. Quei quattrini sono spuntati questa estate con un sistema molto complesso, sulla cui correttezza e linearità si sa già che alla fine dovrà pronunciarsi la Corte dei Conti.

I quattrini sono stati promessi ai futuri realizzatori (leggi Bonsignore) con un abbuono di circa 2 miliardi di euro sulle tasse delle imprese (Ires e Irap) valido per 15-20 anni. Il periodo ritenuto necessario per completare i lavori e avviare la gestione. Nel frattempo quei quattrini Bonsignore se li farà anticipare cash dalle banche e quindi su di essi graveranno fior di interessi che lo Stato dovrà via via coprire.

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