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Ipotesi sull’abbandono di Caselli

Proviamo a fare un’ipotesi sul perché il Procuratore Caselli ha improvvisamente annunciato il suo pensionamento che avverrà il 28 dicembre prossimo, oltre 5 mesi prima della scadenza naturale. La cosa assume un aspetto ancora più anomalo se si pensa che poco più di un anno fa il Procuratore, avendo già raggiunto i limiti per la pensione, aveva chiesto – ottenendolo – di poter prorogare appunto sino al maggio 2014 il suo ruolo. Se pensiamo che una decisione simile presa da una persona con un ruolo così importante non avviene dall’oggi al domani ma necessità di un po’ di riflessione, è probabile che la decisione sia stata presa almeno qualche mese fa, esattamente a metà del periodo della proroga da lui richiesta! Perché?

Tra il Procuratore Caselli ed il Movimento No Tav i rapporti sono sempre stati piuttosto complessi, questa situazione come abbiamo avuto più volte modo di spiegare a nostro avviso è dovuta ad un approccio quasi messianico del Procuratore al TAV ovvero salvare a tutti i costi la scelta dello “Stato” di costruire il TAV e quindi massacrare da un pdv giudiziario il Movimento, in tutte le sue componenti. In questi anni pensionati, studenti, casalinghe etc si sono visti piombare la digos all’alba alla ricerca di fantomatiche prove di altrettanto fantomatiche attività delittuose dallo stalking all’eversione; un accanimento giudiziario che anche secondo magistrati terzi ha travalicato i limiti del buonsenso. La più forte critica che il Movimento ha sempre avanzato al Procuratore è il fatto che tutte le numerose e circostanziate denunce fatte sulle gravi irregolarità della gestione di LTF da parte di amministratori, esponenti del Movimento, Associazioni ambientaliste non hanno mai avuto seguito, nonostante la loro palese fondatezza; senza contare le denunce relative all’uso spropositato della forza da parte delle FDO.

Ipotizziamo che l’approccio del Procuratore al problema TAV sia stato si messianico ma comunque in buonafede, cosa potrebbe essere successo? Potrebbe essere successo che il Procuratore abbia mal digerito l’affidamento dell’appalto del tunnel geognostico al consorzio Venaus Scarl senza alcuna gara di appalto, abbia mal digerito l’affidamento a trattativa privata di lavori ad aziende comunque citate nell’inchiesta Minotauro, abbia mal digerito i famosi costi folli per le baracche da cantiere, i mezzi a disposizione delle FDO, le centinaia di migliaia di euro spesi da LTF per la pulizia dei pochi container utilizzati etc., abbia mal digerito la dolosa violazione da parte di LTF delle prescrizioni CIPE che comportano come nel caso del sito di deposito smarino interno al cantiere (che invece non dovrebbe esserci) maggiori costi per 13 milioni di euro, abbia mal digerito un sacco di altre cose sino ad arrivare alla ratifica del trattato italo francese del gennaio 2012, goccia che ha fatto traboccare il vaso! Perché?

Come abbiamo detto in tutte le salse e come il Procuratore ben sa, l’accordo italo francese del gennaio 2012 prevede una cosa che nessun magistrato consapevole del suo ruolo potrebbe mai accettare: apre le porte degli appalti alla mafia ed alla criminalità organizzata semplicemente togliendo dal controllo della legge italiana tutti gli appalti ed aspetti accessori relativi alla parte italiana della futura tratta comune italo francese. Gli articoli 6 e 10 dell’accordo prevedono espressamente che sarà la legge francese a regolare tutto quanto riguarda la parte italiana della futura tratta comune italo francese, e come noto la legge francese non ha il corpus di norme antimafia ed antiriciclaggio come invece ha il nostro ordinamento. Qualsiasi persona può capire che con queste premesse si spalancano gli appalti alla criminalità organizzata ma soprattutto si faranno arrivare alla criminalità organizzata le decine di miliardi di euro pubblici necessari per realizzare l’opera.

Il Procuratore potrebbe aver avuto la consapevolezza sia dell’uso strumentale che le lobbies hanno fatto della Magistratura sia dell’impossibilità da parte sua, che ha fatto della lotta alla mafia la bandiera del suo impegno professionale, di impedire che proprio lo Stato aprisse gli appalti alla mafia, ed averne tratto le conclusioni.

Ogni uomo ha un limite, forse il Procuratore ha raggiunto il suo!

da NoTav.info

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1 Commento


  • giuseppe

    Trovo precisa l’analisi fatta perché sono convinto che Caselli sia un uomo dello Stato a tutto tondo! Potranno essere discutibili le iniziative da lui prese contro i no-Tav ma credo che vada fatta salva la sua buona fede che, evidentemente, non parte da una visione “classista” dello Stato e dell’apparato normativo che lo regge.

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