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Ma quale Tav… Letta dirotta fondi verso l’Anas

La notizia viene pubblicata da un giornale in cui “milita” tale Numa, quindi non certamente sospettabile di essere un giornale No Tav. E d’altro canto la “denuncia” arriva dal pasdaran “sì tav” Stefano Esposito, boss piemontese del Pd.

Nel giorno in cui il presidente francese François Hollande e il premier italiano, Enrico Letta, certificano il passaggio della Torino-Lione dalla fase di progettazione a quella di opera in cantiere con l’avvio del nuovo soggetto promotore, «il ministero delle Infrastrutture sta lavorando per togliere dai fondi messi a bilancio nel 2015 per la realizzazione della nuova linea 100, forse 150 milioni che verrebbero dirottati per finanziare interventi urgenti da parte dell’Anas». La denuncia arriva dal vicepresidente della commissione Trasporti del Senato, Stefano Esposito (Pd), che ha appreso la notizia dal sottosegretario del ministero delle Infrastrutture, Rocco Girlanda. Esposito chiede ai vertici degli enti locali piemontesi, cioè a Cota, Saitta e Fassino di «battere un colpo». E attacca: «Mi hanno spiegato che si tratta di interventi urgenti ma non è possibile che ogni volta che servono soldi per le ferrovie o per le strade venga saccheggiato il fondo per la Tav; così perdiamo ogni credibilità». E aggiunge: «Se il governo chiedesse al nostro territorio di rinunciare a quei soldi perché potrebbero essere utilizzati per affrontare l’emergenza Sardegna e per aiutare il popolo sardo non credo che qualcuno solleverebbe contestazioni. Ma in questo caso stiamo parlando dell’Anas che riceverebbe quei soldi per fare interventi nel 2015, anno cruciale per la Torino-Lione».

Al di là della lamentazione – e delle menzogne: è impossibile istituzionalmente, per Hollande, decidere di far passare il Tav a “opera in cantiere”, vista la sua cancellazione dalla lista delle “opere prioritarie” decisa dall’apposita commissione francese (“il famoso se ne riparlerà nel 2030”) – il discorso è chiaro. Anche il governo Letta, che tanto minaccia il movimento No Tav, mobilitando la “magistratura complice” e inviando 400 soldati prelevati direttamente dal fronte afghano, sa ce non potrà andare avanti a lungo con questa finzione dello “scavo”.

E siccome i soldi sono pochi, ma i problemi irrisolti tanti, ecco che decide di togliere 150 milioni dal “fondo Tav” per farci qualcosa che serve davvero (la manutenzione delle strade ordinarie).

Grida Esposito: “ma così perdiamo credibilità!”. Si tranquillizzi: sotto lo zero non si può scendere, un po’ come i tassi di interesse della Bce…

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