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Il tour “elettorale” di Stefano Delle Chiaie

Passano i decenni e anche i secoli, ma i servizi segreti italiani – longamanus di quelli Usa – sanno fare una sola cosa: usare fascisti e agenti, in proporzioni variabili ma tutto sommato costanti. Anche le tecniche non variano molto: provocazione aperta, infiltrazione di agenti e/o fascisti dentro le strutture di sinistra, un “brodo di cultura” in cui sguazzano discorsi “incendiari” in salsa “né destra, né sinistra”, piccoli aggiornamenti necessari col mutare delle congiunture internazionali (dai “nazi-maoisti” ai sedicenti ammiratori di Chavez o Fidel, il passo non è lunghissimo). Con la crisi gestita da un’Unione Europea in mano al capitale multinazionale ricicciano i “nazionalisti”, i “nazionalitari”, perfino i “comunitaristi” e altre micro-identità “rossobrune” malamente riverniciate per apparire “di sinistra”, di finaco a formazioni e facce che proprio non ce la fanno a esser riciclate. Come questi vecchi attrezzi del neofascismo stragista al servizio della Cia.

Il tema dei prossimi mesi sarà l’Unione Europea, la sua struttura, la sua moneta, lo scenario della rottura di questo impianto. E dall’altra parte si preparano a “tenere il campo” in chiave genericamente “antieuropeista”, stracciona, servile, tanto per confondere le idee o fornire materiale di propaganda per i media mainstream.

Okkio!

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«Sembrerebbe proprio che uno degli ultimi grandi vecchi del neofascismo italiano, Stefano DELLE CHIAIE, 77 anni oramai, fondatore di Avanguardia nazionale, stia tornando sulla scena politica. L’uscita un anno e mezzo fa della sua autobiografia, “L’aquila e il condor”, una sequela di omissioni e fatti disinvo9ltamente ricostruiti se non letteralmente inventati, era apparsa come una sorta di commiato, una specie di controstoria da tramandare alle nuove leve. Forse bisognerà ricredersi.
Si sta infatti preparando, organizzato da più soggetti, un giro di conferenze e incontri programmati almeno fino alla metà del 2014, che dovrebbe coprire diverse città in tutto il Nord, prima tappa il 30 novembre prossimo a Mantova all’Hôtel Cristallo. Seguiranno, entro la fine di dicembre, Genova e Bergamo. Il pretesto è la presentazione del libro, occasione in precedenza solo di qualche sporadica uscita nel Mezzogiorno. Per il momento il tutto rimane ancora nella cerchia di poche fidate persone. Colpisce che ad accompagnare questi eventi sia il varo su facebook di un profilo di Avanguardia nazionale, con l’antico emblema dell’Odal (la runa dei legami di sangue), come la contemporanea uscita, sempre sulle pagine di facebook, di slogan del tipo «Onore al Comandante Delle Chiaie», postati sia da diverse sezioni di Forza nuova sia dalle varie Militia, a partire da quella di Como. Realtà diverse. Anche la natura degli organizzatori delle prime uscite è indicativa: l’associazione Miles 2.11 di Bergamo guidata da Bruno Doneda, già di Avanguardia nazionale, collocata in Lombardia nell’area naziskin. Da una sua costola si è recentemente formata la sezione di Lodi di Lealtà azione, una delle associazioni di copertura del circuito Hammerskin. Ma più in generale strettissimi sono i rapporti di tutta la parte nera dell’arcipelago skin, da Milano a Amenza, fino alla Comunità militante dei Dodici Raggi di Varese (quella che il 20 aprile scorso celebrò con un concerto il compleanno di Hitler).
Delle Chiaie, che fu a capo di una delle più importanti organizzazioni dello squadrismo neofascista, sciolta nel 1976 dal Ministero dell’interno sulla base della legge Scelba, conosciuta per il suo ruolo di punta all’interno della strategia della tensione, partecipe addirittura del colpo di Stato tentato nel dicembre 1976 da Junio Valerio Borghese (furono proprio quelli di Avanguardia nazionale a penetrare nottetempo al Vicinale), sempre al servizio di tutti i peggiori progetti reazionari (e anche di qualche servizio segreto), ora si affida in Lombardia al giro neonazista. Non proprio una grande prospettiva. Ma i tempi sono cambiati.
Sarà un caso, ma insieme alla ricomparsa DI Stefano Delle chiaie si registra anche il ritorno negli ambienti di estrema destra, sotto forma di interventi sui blog, presentazioni di libri e presenza nei convegni, di Mario MERLINO, suo carissimo amico nonché notissimo provocatore. Il suo nome è legato alla vicenda di piazza Fontana. Classe 1944, dopo aver aderito a Ordine nuovo passò con Stefano delle Chiaie ad Avanguardia nazionale. Quasi un burattino nelle sue mani. Lo seguì, prima, nel maggio 1965, al famoso convegno all’Hôtel Parco dei Principi promosso dallo Stato maggiore dell’esercito, in cui si gettarono le premesse per la stagione delle stragi, poi si recò nell’aprile 1968 in Grecia a uno stage organizzato dai colonnelli per “addestrare” il gotha del neofascismo italiano. Di ritorno si infiltrò nel circolo anarchico Bakunin di Roma, successivamente in quello di Pietro Valpreda, il 22 marzo. Fu “prodigo”, dopo il suo fermo, scrisse nel marzo 1995 il giudice istruttore Guido Salvini nella nuova inchiesta sul 12 dicembre 1969, “nel lanciare generiche quanto suggestive accuse nei confonti di Valpreda […] e pochi altri sprovveduti, vittime predestinate”. Più “l’attivazione di un informatore”, concluse, che il “fermo di un indiziato”.
Ora, a distanza di molti anni, in pensione dopo aver a lungo insegnato storia e filosofia in un liceo romano, vantando di essere stato amico di Erich Priebke, è prodigo di consigli e suggerimenti. Diverse le comparse attraverso l’associazione evoliana Raido e la casa editrice Il Settimo Sigillo. Di lui non si è neanche dimenticato l’esercito. Invitato nel febbraio di quest’anno come relatore a un convegno promosso dalla Scuola di Fanteria di Cesano, presenti alcuni reduci repubblichini, colse l’occasione per denigrare la Resistenza e i partigiani. È proprio il caso di dirlo: a volte ritornano».

da “il manifesto”

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