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Gli antieuropeisti della nonna. Ovvero Casapound

Non avendo raccolto nessun consenso, a Roma, travestendosi da “forconi” le amebe di Casapound hanno pensato di farsi un po’ di pubblicità salendo su un balcone dellla sede romana dell’Unione Europea. Sede centrale (a due passi da Piazza Venezia), poca sorveglianza, giorna-ta semifestiva, certezza di trovarsi davanti poliziotti che si tolgono il casco in segno di soliadarietà su ordine della questura centrale.

Ma qualcosa era sbagliato, nei calcoli di questi brachicefali. Così, cercando di impadronirsi preventivamente del cuore delle contestazioni della popolazione di tutta Europa, hanno pensato bene di “disturbare” il manovratore intermedio della Troika pesentandosi in (relative) forze in via IV Novembre.

Errore. Il gesto simbolico sembrava “fico” (prendedere la bandiera europea, gettarla tra le braccia avide dei commilitoni, sostituirla con il tricolore che tanto viene fatto girare in questi giorni nelle strade), ma stranamente non è stato apprezzato dai commitenti. Più probabile chela “repressione” messa in scena oggi sia un segnale – o un avvertimento – ai contestatori che entreranno in scena nelle prossime settimane. 

Ne ha fatto le spese Il vicepresidente di Casapound, Simone Di Stefano, l’ex candidato alle elezioni politiche che Gruillo voleva iscrivere di diritto al Movimento 5 Stelle. E’ stato infatti arrestato dalla Digos per il reato di furto pluriaggravato (della bandiera).
Una  decina di appartenenti allo stesso movimento è stata fermata e denunciata per concorso nel “furto aggravato”, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata. Finalmente un po’ di “parità”, e che diamine…
Sequestrate anche l’autovettura e la scala utilizzata da Di Stefano per arrampicarsi sul balcone del palazzo.

Inoltre, udite udite!, sono state effettuate alcune “brevi cariche di alleggerimento,” per disperdere la maggior parte dei facinorosi, una ventina. di cui una decina sono stati fermati e accompagnati presso gli uffici della Digos.

 

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