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Il blocco degli sfratti del governo è una truffa

Lo hanno ripetuto più volte telegiornali, quotidiani ed esponenti politici governativi in questi giorni: nel decreto ‘milleproroghe il governo ha inserito il rinvio fino al 30 giugno del 2014 degli sfratti per finita locazione”. Ma a ben guardare non è affatto vero perché, rivela un articolo sul Sole24Ore a firma di Franca Deponti e Federica Micardi, il provvedimento riguarderà pochissime persone a fronte di una vera e propria emergenza nazionale. “il provvedimento riguarda solo le fasce più deboli e più sensibili” si era difeso qualche esponente del governo di centro-destra-sinistra nei giorni scorsi di fronte alle prime critiche espresse dai movimenti di lotta per la casa. 

Ma secondo il quotidiano di Confindustria in realtà a beneficiare del rinvio – e comunque di soli sei mesi – saranno assai in pochi, anzi pochissimi. Spiega l’articolo:

“In realtà, per come è scritta la norma, la platea di interessati potrebbe essere solo di poco più di un migliaio di inquilini. Infatti, i requisiti necessari per poter rientrare nella proroga – stabiliti dalla legge 9/2007, e che sono stati praticamente confermati come è avvenuto negli ultimi anni – sono molto stringenti. Innanzitutto sono esclusi gli inquilini morosi, e già qui una grossa fetta di «potenziali interessati» viene estromessa. Inoltre bisogna essere un nucleo familiare a basso reddito, fino a 21mila euro (nella legge 9/2007, il reddito imponibile era considerato “basso” se pari o inferiore a 27mila euro), avere al proprio interno figli a carico, ultra sessantacinquenni, malati terminali oppure portatori di handicap con invalidità almeno al 66% e che non disporre di un’altra abitazione nella stessa regione.”
Come se non bastasse “bisogna poi essere residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nei comuni limitrofi con oltre 10mila abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera Cipe del 13 novembre 2003 n. 87103”.
Nota il Sole24Ore che lo scorso anno gli inquilini coinvolti dalla proroga (morosità escusa) erano circa 1.300 e nulla lascia pensare che quest’anno la cifra cambierà di molto. Anzi, avverte l’articolo, “l’abbassamento del reddito considerato ‘minimo’ che l’anno scorso era ancora di 27mila euro e quest’anno è stato abbassato a 21mila euro amplia la categoria degli esclusi”.
E oltretutto aver escluso di sfratti per morosità, che sono il 90% degli sfratti totali in corso, di fatto lascia tutto come sta, in mano alle forze dell’ordine. I dati li fornisce ancora il quotidiano confindustriale:
“Gli ultimi dati rilevati (anno 2010) parlavano di 65mila provvedimenti di sfratto, di cui 56mila per mancato pagamento del canone. Una cifra che dal 2007, quando i morosi sfrattati erano 33.500, al 2010 ha continuato drammaticamente a salire. Numerosi sono stati gli appelli al Governo per estendere la proroga anche ai cosiddetti «morosi incolpevoli», inquilini che hanno smesso di pagare l’affitto a causa di una riduzione di reddito per la perdita del lavoro, perché in cassa integrazione o per aver cessato l’attività autonoma. Una richiesta che però non è stata accolta”.
L’inconsistenza del provvedimento governativo non è sfuggita ai movimenti di lotta per la casa, che proprio il 19 ottobre scorso avevano assediato insieme ai sindacati di base e ad altri movimenti sociali il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Porta Pia chiedendo un incontro con i rappresentanti del governo per esporre una piattaforma rivendicativa al centro della quale c’era proprio il blocco degli sfratti in caso di ‘morosità incolpevole’ (quando l’inquilino non può pagare, e non quando pur avendo le risorse economiche necessarie si rifiuta di farlo).
I diversi movimenti di lotta per l’abitare hanno annunciato una nuova stagione immediata di mobilitazioni a cominciare da un momento nazionale fissato per il 20 gennaio prossimo e da proteste a livello cittadino anche nei giorni precedenti.

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