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Semiotica & rivoluzioni colorate

Su questa foto – probabilmente finta ma, mi gioco lo zebedeo sinistro, destinata a diventare presto un manifesto di Siderurgia & Aperitivo – si potrebbero scrivere molteplici trattati, dalla filosofia politica alla storia contemporanea alla scienza della comunicazione.

In questa foto però, piccolo esempio di una guerra psicologica a bassa intensità che si svolge sul terreno dell’industria dei media e della costruzione del consenso, c’è soprattutto il lato interno della nostra sconfitta. C’è l’avversario che si è preso le nostre parole, i nostri pensieri, e sta ora dilagando dentro di noi.

Di fronte a quest’immagine scattano immediatamente potenti meccanismi di identificazione e si innescano cortocircuiti mentali associativi che nessun corso di formazione potrebbe contrastare.

Quanti, di fronte alla sapiente costruzione di questa immagine, avranno gli strumenti per decifrarla?
Quanti, invece, la incorporeranno senz’altro nei loro schemi di orientamento semantico, collocandola in maniera automatica dalla parte del Bene?

Detournando tracce culturali che sono impresse nella nostra stessa storia e ri-colorando il senso della parola rivoluzione, Questa foto ridisegna l’ordine delle categorie politiche del Novecento nel momento stesso in cui ne ribadisce la potenza. E ci fa capire che l’unica cosa sulla quale possiamo fare affidamento è il fatto che bene o male la storia c’è e i rapporti di forza tra le classi prima o poi cambiano.
Perché se dipendesse da noi sarebbe finita.

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1 Commento


  • Andrea

    Per favore le citazioni! Citare è di sinistra

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