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No Tav. Anche Erri De Luca sotto processo. La Procura decima gli intellettuali solidali

Due giorni fa c’era stato l’annuncio che il filosofo torinese Gianni Vattimo verrà processato l’11 giugno per falso, ieri si è avuta conferma che l’udienza preliminare per lo scrittore Erri De Luca per istigazione al sabotaggio fissata è stata fissata per il prossimo 5 giugno.
De Luca aveva più volte ribadito il diritto a opporsi alla Tav anche attraverso il sabotaggio: “La Tav va sabotata” aveva scritto De Luca. “Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”, Ma la società Ltf (impegnata nei lavori di realizzazione della Tav) lo aveva denunciato, facendo così aprire alla Procura di Torino un fascicolo nei confronti dello scrittore.

In un’intervista all’Huffington Post, Erri De Luca aveva risposto alle accuse lanciate dell’ex Procuratore Caselli agli intellettuali di sinistra rei, a suo dire, di “sottovalutare pericolosamente l’allarme terrorismo” in Val di Susa. A febbraio i due magistrati torinesi che stanno gestendo tutti i processi contro i No Tav, Rinaudo e Padalino, con un tempismo decisamente sorprendente, avevano già concluso le indagini, contestandogli il reato di istigazione al sabotaggio.

Si avvicina intanto la data del 10 maggio, giorno in cui il movimento No Tav scenderà in piazza a Torino dietro lo striscione “Siamo tutti colpevoli di resistere” chiedendo la liberazione degli attivisti No Tav in carcere e lo stop alla persecuzione giudiziaria di massa che da tempo si abbatte contro tutti coloro che si oppongono all’opera. I provvedimenti giudiziari contro i No Tav sono ormai centinaia e i processi si celebrano uno dopo l’altro nell’aula bunker del carcere delle Vallette.

Motivando la sua adesione alla manifestazione del 10 maggio De Luca scrive:

In questi ultimi anni più di mille cittadini italiani sono stati incriminati per il sostegno alla lotta della Val Di Susa contro le perforazioni della  TAV, seminatrice di amianto.

Una repressione su scala di massa è in corso a opera di un reparto della Procura di Torino che si occupa esclusivamente di reprimere la resistenza della Val Di Susa.

Culmine di questo accanimento è l’ accusa di terrorismo ai danni di quattro persone che avrebbero danneggiato un macchinario.

Proprio così e senza alcuna misura tra parola e cosa: quattro cittadini italiani sono imprigionati con incriminazioni alla Bin Laden per un danneggiamento.

Sarebbe accusa degna della più fragorosa pernacchia se non ci fossero quattro vite insaccate dentro le prigioni con questa imputazione.

A questo si aggiunge un regime di detenzione particolarmente punitivo nei confronti di cittadini innocenti fino a prova contraria.

Il 10 maggio, quattro giorni prima dell’apertura del loro processo si va in pazza per loro.

Contro l’oscena accusa di terrorismo

per la libertà loro

per l’ aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val Di Susa

Erri De Luca

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