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Pisa. Dall’aggressione alla Jugoslavia al fascismo in Ucraina

Oltre settanta persone hanno riempito la sala riunioni del dopolavoro ferroviario di Pisa per partecipare all’iniziativa promossa dalla Rete dei Comunisti, a due giorni dal 25 Aprile e a pochi giorni dal 15mo anniversario dei bombardamenti sulla Jugoslavia, per discutere insieme ad Andrea Martocchia del Coordinamento nazionale per la Jugoslavia e a Giulietto Chiesa, dell’evoluzione degli avvenimenti in Ucraina, occasione per ricordare il ruolo che i nazifascisti continuano a svolgere come braccio armato e volto feroce del capitalismo nelle sue fasi imperialiste.
Nell’introduzione è stato evidenziato come le ambizioni neocoloniali del polo imperialista europeo in costruzione, a braccetto con USA e NATO, non esitino ad usare per i propri scopi le forze più reazionarie, dagli estremisti islamici in Libia e Siria, ai nazifascisti di Svoboda, Udar e Pravj Sektor in Ucraina, così come vennero usati i talebani in Afghanistan e gli Ustascia croati nella ex Jugoslavia. Ed è proprio con la riunificazione della Germania, la costruzione dell’Europolo e il ruolo di quest’ultimo nello smembramento della Jugoslavia, come ha ricordato Andrea Martocchia a 15 anni dai bombardamenti Nato in Serbia, che si sono poste le basi per l’attuale fase di competizione globale tra poli imperialisti.
 L’intervento di Giulietto Chiesa ha ripercorso gli avvenimenti degli ultimi mesi in Ucraina, fornendo una chiave di lettura differente, che ha messo in secondo piano il ruolo dell’Europolo per evidenziare lo scontro frontale tra gli USA, impero alla vigilia del collasso finanziari, che da tempo aveva pianificato l’attacco all’Ucraina per colpire la Russia di Putin.
Diversi sono stati gli interventi del pubblico, che hanno consentito ai relatori di approfondire le proprie posizioni; nel corso della serata è stato presentato l’opuscolo “Antifascisti sempre”, prodotto dalla Rete dei Comunisti, che inquadra il fenomeno fascista all’interno di una lettura che vede nell’Unione Europea il nemico delle classi lavoratrici del continente, e la necessità della parola d’ordine della rottura di questo nuovo polo imperialista, al fine di contrastare l’offensiva padronale, dei banchieri e della grande finanza, attraverso la mano armata delle forze fasciste, nazionaliste e xenofobe. L’iniziativa è stata molto partecipata e seguita attentamente dai presenti, a dimostrazione del fatto che sui temi proposti al confronto esiste uno enorme spazio vuoto, da riempire sia con una corretta informazione sui drammatici eventi che rischiano di distruggere un altro stato sovrano sull’altare degli interessi imperialistici, sia da una assenza impressionante di analisi indipendente, di classe, sui meccanismi che portano, di nuovo, l’intero continente europeo sull’orlo di una guerra potenzialmente devastante.

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